È sorprendente come lo scanzonato, laico scrittore tedesco si chini non senza commozione sulla scena del Natale del “grande Cristo”

 

BRECHT BERTOLD (1898-1956) Maria // Leggenda di Natale // la notte buona

 

Maria
La notte del suo primo parto

era stata fredda. Ma coll'andar degli anni

non si ricordò più

del gelo fra le travi angosciose e le fumide stufe,

della nausea che segue al parto subito prima dell'alba.

Ma soprattutto dimenticò l'amara vergogna

di non esser sola

che è sorte dei poveri.

In particolare per questa ragione

coll'andar degli anni ne venne una festa

dove nulla mancava.

rozze chiacchiere dei pastori tacquero.

Più tardi la storia ne fece dei re.

Il vento freddissimo

diventò canto di angeli.

E del buco del tetto, da cui entrava il gelo, rimase solo

la stella ad occhieggiare.

Tutto ciò

proveniva dal volto di suo figlio: era leggero,

amava il canto,

chiamava a sé i poveri

e aveva l'abitudine di vivere insieme ai re

e a scorgere sul suo capo, la notte, una stella.

 

Leggenda di Natale

 

1.

 

Oggi stiamo seduti, alla vigilia

di Natale, noi, gente misera,

in una gelida stanzetta,

il vento corre di fuori, il vento entra.

Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi lo sguardo:

perché tu ci sei davvero necessario.

 

2.

 

Oggi noi qui intorno stiamo seduti

come i pagani oscuri,

fredda, sulle nostre ossa, la neve cade,

a ogni costo la neve vuole entrare.

Entra, neve, da noi, non dire motto:

anche nel cielo tu non hai un posto.

 

3.

 

Noi prepariamo un'acquavite, dopo

saremo leggeri, con più calore in corpo.

Noi prepariamo un'acquavite calda,

brancola un bestione intorno alla nostra capanna.

Entra, bestia, da noi, ma muoviti:

non avete un posto caldo neanche oggi.

 

4.

 

Noi mettiamo le giacche nel fuoco

così avremo più caldo dopo,

dopo per noi ardono subito le travi

solo al mattino saremo gelati.

Vieni, buon vento, ti vogliamo ospitare

perché, anche tu, non hai un focolare.

 

La notte buona

 

Il giorno prima che il grande Cristo

venisse al mondo, era rigido

selvaggio e dissennato.

 

I suoi genitori, senza un riparo,

temevano per la sua nascita

che verso sera era aspettata.

Perché la sua nascita cadeva al tempo del freddo.

Ma tutto andò per il meglio.

La stalla che erano riusciti a trovare

era calda e con il muschio fra asse e asse,

e con il gesso sulla porta era segnato

che la stalla era abitata e l'alloggio era pagato.

Fu una notte buona, malgrado tutto, e perfino

il fieno era più caldo del previsto.

C'erano anche bue e asino in modo

che ogni cosa fosse al suo posto.

Una greppia faceva da tavolino e furtivamente

un domestico gli portò un pesce

(Perché alla nascita del grande Cristo tutto

doveva procedere in modo furtivo ed astuto).

Ma il pesce era eccellente e bastava sul serio,

e Maria prendeva in giro il marito che stava in pensiero

perché a sera persino il vento divenne placido

e non era più così freddo, come sono i venti di solito.

Ma di notte era quasi un vento tiepido.

E la stalla era calda e il bambino era splendido.

E non mancava più niente o quasi

quando arrivarono anche i tre re magi!

Maria e Giuseppe erano lieti e soddisfatti.

Si misero contenti a riposare,

di più per il Cristo il mondo non poteva fare.