Cos’è successo durante l’Ultima Cena?

Il mistero della Pasqua di Gesù è tutto racchiuso nell’Ultima Cena. Il rituale della pasqua ebraica prevedeva la distribuzione del pane e del vino, ad opera del presidente della liturgia. Qui Gesù modificò il rituale con le parole “questo è il mio corpo”, “questo è il mio sangue” e “fate questo in memoria di me”.

In questo modo Gesù istituiva il sacramento principale della vita cristiana che è l’Eucaristia ed il sacramento dell’ordine, in seguito al quale gli apostoli divennero i predecessori dei “vescovi”.

 

Come venne processato Gesù?

La principale modalità di esecuzione per i reati religiosi e penali era la lapidazione. Questa era tollerata anche dall’autorità romana che non interferiva nelle cause religiose degli ebrei, permettendo al Sinedrio di muoversi con una certa libertà. Pertanto Gesù non venne condannato all'esecuzione capitale dal sinedrio, che invece rimanda Gesù al governatore romano, tentando di trasformare la causa religiosa in causa politica. Gesù venne condannato a morire crocifisso, sistema di esecuzione usato dai romani soltanto nei confronti degli schiavi ribelli o dei criminali colpevoli di reati gravissimi contro la società.

Chi maggiormente sostenne la domanda di esecuzione capitale di Gesù fu l’aristocrazia dominante nel tempio di Gerusalemme, contro la quale più volte Gesù si scagliò con le accuse di ipocrisia e di ingiustizia.

 

Perché Pilato si lavò le mani?

La Palestina era un regione molto difficile da governare a causa del forte spirito nazionalistico degli ebrei, a cui Roma concedeva, suo malgrado, alcuni privilegi, rarissimi rispetto ad altri popoli conquistati.

Il governatore romano in Palestina aveva, pertanto, un ruolo difficile da svolgere, continuamente attento ai frequenti focolai di ribellione. Il suo compito era di intervenire nelle questioni riguardanti la politica di occupazione e di tralasciare, affidandole al sinedrio, le questioni di carattere religioso.

Quando i sommi sacerdoti presentano Gesù a Pilato, questi interpreta le accuse nei suoi confronti come violazione delle norme religiose ebraiche e pertanto se ne lava le mani, mostrando disinteresse per quelle questioni.

 

Perché Gesù venne condannato?

Gesù venne accusato dai sommi sacerdoti e dal sinedrio, del delitto di bestemmia, in quanto ammise, in sede processuale, di essere figlio di Dio e nella mentalità ebraica il termine “figlio” aveva il valore simbolico di appartenenza alla stessa sostanza. Gesù quindi ammise di essere della stessa sostanza di Dio e ciò costituiva un gravissimo oltraggio a Dio stesso.

Le astute autorità ebraiche spinsero poi il governatore romano Ponzio Pilato a riconoscere in Gesù il reato di lesa maestà per essersi proclamato re di Israele.

 

Perché la corona di spine, il mantello e il bastone?

Gesù venne trattenuto in carcere per una notte e le guardie romane si divertirono con lui al gioco del basileos, ovvero del re. Questo consisteva nella vestizione del prigioniero con i simboli regali del mantello rosso di una guardia e dello scettro fatto con un bastone. Poi con i rovi utilizzati per accendere il fuoco di notte, veniva costruita una rudimentale corona e posta sul suo capo. Il prigioniero veniva quindi percosso alle spalle da un soldato e doveva poi indovinare chi lo aveva battuto per evitare ulteriori colpi sulla testa.

 

Cos’era la flagellazione?

La flagellazione era già in sé una condanna, che Gesù ottenne per essersi proclamato re di Israele. Essa consisteva in trentanove colpi di flagello, inflitti sulla schiena del condannato che li riceveva con le mani legate ad una colonnina alta circa un metro, porgendo il dorso a due flagellatori.

Il flagello era costituito da un manico di legno e due fibbie di cuoio alle cui estremità vi erano i taxilli, ovvero degli oggetti contundenti fatti di osso o di metallo. Secondo la testimonianza dello storico Giuseppe Flavio, la flagellazione portava all’evidenza “il bianco delle ossa”.

 

Perché proprio la crocifissione?

Non c’era motivo di aggiungere alla flagellazione un’altra condanna in quanto essa aveva già punito il reato di lesa maestà riconosciuto in Gesù. Tuttavia l’insistenza dei convenuti ad assistere al processo ed il timore di Pilato di una eventuale sommossa che gli sarebbe costata l’esilio, costrinse il governatore a consegnare Gesù alle guardie per la crocifissione.

Secondo l’usanza del tempo, il condannato doveva portare il patibulum, l’asse orizzontale della croce, fino a luogo dell’esecuzione ma in seguito alla flagellazione che comportava un’abbondante perdita di sangue, Gesù dovette affrontare uno sforzo enorme, rischiando di morire lungo il percorso.

 

Quali furono le cause della morte di Gesù?

La sindone, cioè il lenzuolo che ha avvolto il corpo di un uomo condannato alla crocifissione in Palestina, all’inizio del I secolo d.C. e che potrebbe essere lo stesso Gesù di Nazaret, permette di stabilire le principali cause di morte attorno all’asfissia per impedita respirazione: il collasso ortostatico per la costrizione della postura, l’infarto ed altre cause derivanti dai colpi di flagello che colpirono il torace.

 

Perché dal suo costato uscì sangue e acqua?

Il fenomeno si verifica all’interno del corpo umano, al momento della morte, quando il sangue di divide in parte rossa, corpuscolosa, che precipita in basso e parte sierosa, acquosa, che resta in superficie. Anche nel corpo di Gesù si verifica lo stesso fenomeno, per cui la lancia del centurione entrando nel suo costato dal basso all’alto, permette l’uscita prima della parte rossa, il sangue, poi della parte sierosa, l’acqua.

Sangue ed acqua che escono dal corpo di Cristo hanno per noi un alto valore simbolico e rappresentano il dono dei sacramenti del Battesimo e dell’Eucaristia. Ai piedi della croce, sotto il Cristo morente, veniva consacrata la Chiesa, formata da Maria e dall’apostolo Giovanni, con il dono dei sacramenti stessi.


di Fabio Ferrario