Preghiera di Giovanni Paolo II per l'Anno Eucaristico 2004 Ottobre 2005


Come i due discepoli del Vangelo, 

ti imploriamo, Signore Gesù: rimani con noi!

Tu, divino Viadante,

esperto delle nostre strade

e conoscitore del nostro cuore,

non lasciarci prigionieri delle ombre della sera.

Sostienici nella stanchezza,

perdona i nostri peccati,

orienta i nostri passi sulla via del bene.

Benedici i bambini,

i giovani,gli anziani,

le famiglie,in particolare i malati.

Benedici i sacerdoti e le persone consacrate.

Benedici tutta l'umanità.

Nell'Eucaristia ti sei fatto "farmaco d'immortalità:

dacci il gusto di una vita piena,

che ci faccia camminare su questa terra

come pellegrini fiduciosi e gioiosi,

guardando sempre al traguardo della vita che non ha fine.

Rimani con noi ,Signore!

Rimani con noi!

AMEN

Domenica

Rivolgiamo al Signore Gesù, unico mediatore tra Dio e gli uomini, le espressioni della nostra fede e del nostro amore.

Cristo, irradiazione della gloria di Dio e impronta della sua sostanza,
Kyrie eleison.

Figlio di Dio, che il Padre ha costituito erede di tutte le cose,
Kyrie eleison.

Tu che tutto sostieni con la potenza della tua parola,
Kyrie eleison.

Signore, che ti sei fatto in tutto simile ai tuoi fratelli,
Kyrie eleison.

Gesù, salvezza eterna di coloro che ti obbediscono,
Kyrie eleison.

Cristo, sommo sacerdote misericordioso e fedele,
Kyrie eleison.

Lunedì

Eleviamo la nostra invocazione al Salvatore, che è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita per la redenzione di tutti.

Tu, che sei cresciuto come radice in terra arida,
Kyrìe eleison.

Tu, che ti sei addossato i nostri dolori,
Kyrie eleison.

Tu, che apri gli occhi ai ciechi e liberi i prigionieri,
Kyrie eleison.

Gesù, servo di Dio, che porti la giustizia alle genti,
Kyrie eleison.

Gesù, servo di Dio, alleanza del popolo e luce delle nazioni,
Kyrìe eleison.

Martedì

A Cristo, che vive in eterno ed è sorgente della nostra vita.

Signore della gloria, crocifisso per noi,
Kyrie eleison,

Tu, che hai dato te stesso per strapparci a questo mondo,
Kyrìe eleison.

Tu, che ci giustifichi nella fede che opera per mezzo della carità,
Kyríe eleison.

Tu, che ci hai liberati perché restassimo liberi,
Kyrie eleison.

Tu, che sei morto per i nostri peccati e sei risuscitato il terzo giorno secondo le Scrìtture,
Kyrie eleison.

Cristo, nostra sapienza, giustizia, santificazione e redenzione,
Kyrie eleison.

Mercoledì

Invochiamo il Redentore, rinnovando l'adesione della nostra fede, alla luce del Vangelo.

Gesù Cristo, nostra speranza,
Kyrie eleison.

Figlio di Dio, venuto nel mondo per salvare i peccatori,
Kyrie eleison.

Tu, che hai dato te stesso in riscatto per tutti,
Kyrie eleison.

Vincitore della morte, che hai fatto risplendere tra noi la vita e l'immortalità,
Kyrie eleison.

Giusto Giudice, che darai a chi ti ha amato la corona della giustizia,
Kyrie eleison.

Gesù Cristo, nostro grande Dio e Salvatore,
Kyríe eleison.

Giovedì

Al Signore della gloria, che ci ha salvato a prezzo del suo sangue, il popolo di Dio rivolga le sue invocazioni con umile riconoscenza.

Cristo crocifisso, potenza e sapienza di Dio,
Kyríe eleison.

Tu, che sei stato messo a morte per i nostri peccati e sei risorto per la nostra giustificazione,
Kyríe eleison.

Tu, che sei morto una volta per tutte e ora vivi per Dio,
Kyríe eleison.

Tu, che ci hai dato la legge dello Spirito,
Kyríe eleison.

Tu, che ci hai ottenuto la riconciliazione col Padre,
Kyríe eleison.

Cristo, unico fondamento su cui si innalza il tempio di Dio,
Kyríe eleison.

Venerdì

All'unico Signore, che è morto in croce per noi e ora vive alla destra del Padre, diciamo la nostra lode.

Cristo Gesù, Signore della gloria,
Kyrie eleison.

Cristo Gesù, pietra viva, scelta e preziosa davanti a Dio,
Kyrie eleison.

Cristo Gesù, messo a morte nella carne e reso vivo nello Spirito,
Kyrie eleison.

Cristo Gesù, pastore e custode delle nostre anime,
Kyrie eleison.

Cristo Gesù, capo di tutti i pastori,
Kyrie eleison.

Cristo Gesù, sovrano degli angeli, dei principati e delle potenze,
Kyrie eleíson.

Sabato

A Cristo, Agnello immolato, che ora vive nella gloria del Padre e riceve la lode e l'onore da tutte le creature, si elevi la nostra voce.

Gesù, che sei l'Amen, il Testimone fedele, il Principio della creazione di Dio,
Kyrie eleison.

Tu, che sei l'Alfa e l'Omega, colui che è, che era e che viene,
Kyrie eleison.

Tu, che scruti gli affetti e i pensieri degli uomini,
Kyrie eleison.

Tu, che rimproveri e correggi quelli che ami,
Kyrie eleison.

Tu, che stai alla nostra porta e bussi,
Kyrie eleison.

Tu, che hai vinto e ti sei assiso sul tuo trono presso il Padre,
Kyrie eleison.

 

 

Domenica

A Cristo, sacerdote eterno, eleviamo le nostre invocazíoni.

Signore Gesù, assiso alla destra della maestà di Dio nell'alto dei cieli,
Kyrie eleison.

Signore Gesù, coronato di gloria e di onore a causa della morte che hai sofferto per noi,
Kyrie eleison.

Signore Gesù, che sei stato messo alla prova e vieni in aiuto a quelli che subiscono la tentazione,
Kyrie eleison.

Signore Gesù, nostro capo, che guidi a salvezza, reso perfetto dalla tua passione,
Kyrie eleison.

Signore Gesù, nostro precursore nel santuario celeste,
Kyrie eleison.

Signore Gesù, apostolo e pontefice della fede che professiamo,
Kyrie eleison.

Lunedì

Acclamiamo a Cristo, Verbo di Dio, luce che splende nelle tenebre e illumina ogni uomo.

Gesù, Sapienza uscita dalla bocca dell'Altissimo,
Kyrie eleison.

Tu, che trovi le tue delizie tra i figli degli uomini,
Kyrie eleison.

Tu, che abiti nella città da Dio amata,
Kyrie eleison.

Tu, che hai posto le radici nel popolo del Signore,
Kyrie eleison.

Tu, che hai preso dominio su ogni nazione,
Kyrie eleison.

Gesù, Sapienza più dolce del favo di miele,
Kyrie eleison.

Martedì

A colui che morendo ci ha dato la vita vivendo per sempre, intercede per noi presso il Padre, salga la nostra preghiera.

Signore Gesù, Verbo della vita,
Kyrie eleison.

Vittima di espiazione per i peccati di tutto il mondo,
Kyrie eleison.

Tu, che hai dato la tua vita per noi,
Kyrie eleison.

Figlio di Dio, che ci purifichi da ogni peccato nel tuo sangue,
Kyrie eleison.

Tu, che sei apparso per distruggere le opere del demonio,
Kyrie eleison.

Gesù Cristo, giusto, nostro avvocato presso il Padre,
Kyrie eleison.

Mercoledì

A Gesù, Signore e Salvatore della Chiesa si innalzi la nostra supplica.

Cristo che vivi in noi speranza della gloria,
Kyrie eleison.

Cristo, capo di ogni principato ogni potestà,
Kyrie eleison.

Cristo, nel quale sono nascosti i tesori della sapienza e della conoscenza, 
Kyrie eleison

Cristo, nel quale abita corporalmente la  pienezza della divinità, |
Kyrie eleison.

Cristo, nostra vita,
Kyrie eleison.

Cristo, che vuoi essere tutto in tutti,
Kyrie eleison. 

Giovedì

Al nostro Salvatore si elevi da tutta la Chiesa l'adorazione e la lode.

Figlio di Dio, che ci hai amato e hai dato te stesso per noi,
Kyrie eleison.

Signore, che ci hai fatto ricchi per mezzo della tua povertà,
Kyrie eleison.

Cristo risorto, primizia di coloro che sono morti,
Kyrie eleison.

Gesù, che fai di noi una nuova creatura,
Kyrie eleison.

Nuovo Adamo, che provieni dal cielo e sei divenuto datore di vita,
Kyrie eleison.

Uomo celeste, di cui portiamo l'immagine,
Kyrie eleison.

Venerdi

Al Figlio eterno di Dio, venuto tra noi a liberarci e a rinnovarci, professiamo la nostra fedeltà riconoscente.

Gesù, che sei passato tra noi beneficando e salvando,
Kyrie eleison.

Gesù, servo di 'Dio e autore della vita,
|Kyrie eleison

Gesù, che gli uomini hanno ucciso e Dio ha sciolto dalle angosce della morte,
Kyrie eleison

Gesù, crocifisso e risorto, che il Padre ha costituito Signore e Messia,
Kyrie eleison.

Gesù, Capo e Salvatore, che regni alla destra di Dio,
Kyrie eleison.

Gesù, Signore di tutti, che ci hai recato la pace,
Kyrie eleison.

Sabato 

Gesù, crocifisso e risorto, vincitore del demonio e redentore degli uomini, esprimiamo con gioia la nostra obbedienza e il nostro amore.

Cristo Agnello immolato,
Kyrie eleison.

Re dei re e Signore dei signori,
Kyrie eleison.

Tu, che hai potere sopra la morte e sopra gli inferi,
Kyrie eleison.

Radice della stirpe di Davide,
Kyrie eleison.

Stella radiosa del mattino,
Kyrie eleison.

Gesù, che presto verrai e porterai con te la tua ricompensa,
Kyrie eleison.

Domenica 

Acclamiamo al Signore Gesù, pontefice della nuova ed eterna alleanza.

Figlio di Dio, che hai imparato l'obbedienza dalle cose che hai patito,
Kyrie eleison.

Figlio di Dio, che hai sperimentato la morte a vantaggio di tutti,
Kyrie eleison

Figlio di Dio, costituito con ogni autorità sulla casa dei Padre,
Kyrie eleison

Figlio di Dio, che sei vivo per sempre e intercedi a nostro favore,
Kyrie eleison

Figlio di Dio, sommo sacerdote che sai compatire le nostre debolezze,
Kyrie eleison.

Figlio di Dio, autore e perfezionatore della nostra fede,
Kyrie eleison.

Lunedì

A Cristo Signore, Verbo di Dio e luce del mondo, che è venuto ad abitare in mezzo a noi, s'innalzi la nostra voce.

Gesù, Sapienza di Dio generata prima degli abissi e prima delle montagne,
Kyrie eleison.

Tu, che ami quelli che ti amano e ti fai trovare da quelli che ti cercano,
Kyrie eleison.

Tu, che hai fissato la tua tenda in Giacobbe e hai preso in eredità Israele,
Kyrie eleison.

Tu, che hai sparso come scelta mirra il tuo profumo nel mondo,
Kyrie eleison.

Tu, che hai il tuo trono su una colonna di nubi,
Kyrie eleison.

Gesù, Sapienza, quotidiana delizia di Dio,
Kyrie eleison.

Martedì

La nostra implorazione salga fino alla gloria del Padre, dove Cristo vive e regna in eterno.

Gesù Signore, Dio e salvatore,
Kyrie eleison

Santo, che ci hai chiamati,
Kyrie eleison

Agnello senza difetti e senza macchia,
Kyrie eleison

Tu, che ci hai riscattati,
Kyrie eleison

Giudice fedele, che non ritardi l'adempimento delle tue promesse,
Kyrie eleison

Gesù Signore, via della giustizia,
Kyrie eleison

Mercoledì 

Eleviamo la nostra implorazione a Gesù, fonte della vita, della libertà, della speranza.

Figlio di Dio, primogenito fra molti fratelli,
 Kyrie eleison.

Tu, che hai esteso la benedizione di Abramo a tutte le genti,
Kyrie eleison.

Tu, che ci rendi in te una cosa sola e ci fai eredi dell'antica promessa,
Kyrie eleison.

Cristo, nostra Pasqua, immolato per noi,
Kyrie eleison.

Tu, che ci hai giustificati gratuitamente in virtù della tua redenzione,
Kyrie eleison.

Tu, che sei risuscitato dai morti e sei Signore,
Kyrie eleison.

Giovedì

La nostra voce esprima con gioia a Cristo l'amore della sua Chiesa.

Gesù, che hai potere di sottomettere a te tutte le cose,
Kyrie eleison.

Salvatore, che aspettiamo con fiducia dal cielo,
Kyrie eleison.

Sposo, che hai amato la Chiesa e hai dato te stesso per lei,
Kyrie eleison.

Capo, dal quale tutto il corpo riceve la forza di crescere,
Kyrie eleison.

Tu, che trasfigurerai il nostro misero corpo per conformarlo al tuo corpo glorioso,
Kyrie eleison.

Venerdì

Al figlio di Dio, che ci ha riconciliati col Padre e ci ha dato la vita nuova, salga la nostra preghiera.

Gesù, che sei morto e sei risorto per essere il Signore dei vivi e dei morti, Kyrie eleison.

Gesù, che riversi su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita,
Kyrie eleison.

Gesù, roccia spirituale che hai dissetato i nostri padri,
Kyrie eleison.

Gesù, Signore di tutti, ricco verso quelli che ti invocano,

Kyrie eleison.

Gesù, nostro giudice, che svelerai le intenzioni dei cuori,
Kyrie eleison.

Gesù, nostra speranza per questa vita e per la vita eterna,
Kyrie eleison.

Sabato

Giunga la nostra acclamazione a Cristo, che col suo sacrificio ci ha dischiuso il Regno di Dio.

Gesù, testimone fedele, primogenito dei morti e principe dei re della terra,
Kyrie eleison.

Tu, che ci ami e ci hai liberati con il tuo sangue,
Kyrie eleison.

Tu, che hai fatto di noi un regno di sacerdoti per il Padre,
Kyríe eleison.

Tu, che sei il Santo e il Verace, colui che ha la chiave di Davide,
Kyrie eleison.

Tu, che ci darai la corona della vita,
Kyrie eleison.

Tu, che sei il Primo e l'Ultimo e il Vivente,
Kyrie eleison.

 

Domenica

Al Figlio di Dio, crocifisso e risorto, che sempre intercede per noi presso il Padre, diciamo la nostra gratitudine e imploriamo.

Tu, che sei entrato nel mondo per fare la volontà del Padre,
Kyrie eleison.

Tu, che mediante la tua morte hai ridotto all'impotenza colui che della morte ha il potere,
Kyrie eleison.

Tu, che hai offerto te stesso per il tuo popolo una volta per tutte,
Kyrie eleison.

Tu, che sei stato proclamato da Dio sommo sacerdote alla maniera di Melchisedek,
Kyrie eleison.

Tu, che possiedi un sacerdozio che non tramonta,
Kyrie eleison.

Tu, che sei sacerdote santo, innocente, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli,
Kyrie eleison.

Lunedì

Al suo Sposo che vive nei secoli la Chiesa canti con le nostre labbra la sua fedeltà.

Cristo, salvatore del tuo corpo che è la Chiesa,
Kyrie eleison.

Tu, che ti sei offerto a Dio in sacrificio di soave profumo,
Kyrìe eleison.

Tu, che sei asceso sopra tutti i cieli per riempire di te tutte le cose,
Kyrie eleison.

Tu, che nutri e curi la Chiesa come la tua propria carne,
Kyrie eleison.

Tu, che abiti per la fede nei nostri cuori,
Kyrie eleison.

Cristo, pietra angolare del tempio santo di Dio,
Kyrie eleison.

Martedì

Al Verbo di Dio, che si è rivelato nell'opera di salvezza pieno di grazia e di verità, manifestiamo il nostro amore.

Salvezza del mondo,
Kyrie eleison.

Gesù, che sei il Cristo e sei nato da Dio,
Kyrie eleison.

Vittima di espiazione per i nostri peccati,
Kyrie eleison.

Tu, che sei venuto con acqua e sangue e ci hai dato lo Spirito,
Kyrie eleison.

Figlio, che ci doni la conoscenza del vero Dio,
Kyrie eleison.

Unigenito del Padre, mandato nel mondo perché avessimo la vita,
Kyrie eleison.

Mercoledì

A Cristo, Figlio di Dio, Signore dell'universo, Salvatore di tutti, con la Chiesa gioiosamente acclamiamo.

Gesù, unico nome sotto il cielo nel quale troviamo salvezza,
Kyrie eleison.

Tu, che hai dato una bella testimonianza sotto Ponzio Pilato,
Kyrie eleison.

Tu, che hai offerto te stesso per formarti un popolo che ti appartenga,
Kyrie eleison.

Figlio dell'uomo, che stai alla destra di Dio,
Kyrie eleison.

Tu, che sei costituito giudice dei vivi e dei morti,
Kyrie eleison.

Tu, che sei l'unico mediatore tra Dio e gli uomini,
Kyrie eleison.

Giovedì

Si elevi la nostra preghiera a colui che per salvarci è venuto tra noi ed è ritornato al Padre per riaprirci le porte del santuario di Dio.

Cristo, che per santificare il tuo popolo ti sei immolato fuori dalla porta della tua città,
Kyrie eleison.

Figlio di Dio, provato in ogni cosa eccetto il peccato,
Kyrie eleison.

Tu, che mirando alla gioia ti sei sottoposto alla croce,
Kyrie eleìson.

Mediatore e garante dell'alleanza nuova e migliore,
Kyrie eleison.

Sommo sacerdote dei beni futuri,
Kyrie eleison.

Gesù Cristo, che sei sempre lo stesso, ieri, oggi e nei secoli,
Kyrie eleison.

Venerdì

A Cristo Signore, che si è umiliato per noi fino alla morte di croce ed è stato esáltato nella gloria della potenza di Dio, eleviamo le nostre invocazioni.

Gesù, servo di Dio, che non spezzi la canna incrinata,
Kyrie eleison.

Uomo dei dolori, che hai conosciuto il patire,
Kyrie eleison.

Tu, che hai presentato il dorso ai flagellatori,
Kyrie eleison.

Tu, che non hai sottratto la faccia agli insulti,
Kyrie eleison.

Tu, che sei stato trafitto per i nostri delitti,
Kyrie eleison.

Gesù, servo di Dio, che hai visto la luce dopo il tuo tormento,
Kyrie eleìson.

Sabato

A Cristo, che verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti, diciamo la nostra speranza.

Signore Gesù, che sei morto per farei vivere con te,
Kyrie eleison.

Tu, che ci liberi dall'ira ventura,
Kyrie eleison.

Tu, che ti manifesterai dal cielo con gli angeli della tua potenza,
Kyrie eleison.

Tu, che verrai per essere riconosciuto mirabile da tutti quelli che avranno creduto,
Kyrie eleison.

Tu, che ci hai dato una consolazione eterna e una buona speranza,
Kyrie eleison.

Signore Gesù, che conforti i nostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene,
Kyrie eleison.

 'Al Muro del pianto' di Giovanni Paolo II. Anno santo 2000

"Dio dei nostri padri, tu hai scelto Abramo e i suoi discendenti per portare il tuo Nome fra i popoli. <BR>
Siamo profondamente rattristati per il comportamento di coloro che nel corso della storia hanno provocato sofferenze a questi tuoi figli e chiedendo il Tuo perdono vogliamo impegnarci in una fratellanza sincera con il popolo dell'Alleanza"

Al Signore della simpatia  di don Antonio Mazzi

Signore, spero tanto che il tuo umorismo funzioni; perché quello di Grillo funziona, ma non come umorismo.

Signore, fammi capire come funziona la tua posta vocale. Non vedo numeri e se li vedo, non sono quelli previsti dai grandi gestori di telefonia mobile: Vodafone, Tim e Wind.

O Signore, perché alcuni, soprattutto i miei superiori, sanno sempre tutto sulla tua volontà e in anticipo ~ e io mai? E quando lo so, mi dicono che c'è stata un'interferenza?

Signore, perdona le mie trasgressioni, i miei ritardi alle preghiere, le mie notti con le messe sbadigliate, la mia voglia di incrociarti più volentieri per strada che in chiesa.

Signore, qualcuno ha detto di avere i piedi troppo piccoli per le tue scarpe troppo grandi. Chi mi compera i cerotti?


Signore, regalami l'umorismo quotidiano per ridermi dietro e per ridere dietro a tutti quelli che ti trovano sempre dappertutto. Perché i cristiani doc mi vanno per traverso quasi sempre?

Signore, fammi andare a letto senza cena, perché i miei ragazzi hanno chiuso la cucina e si sono dimenticati di lasciarmi la frutta in camera, senza sentirmi trascurato.

Signore, fammi capire come si chiudono i buchi in banca. Le ho provate tutte, anche la Banca Etica. Ma i buchi restano sempre buchi.

Signore, mi dicono che i poveri, anche se sono scalzi, vanno sempre molto lontano. Però se non hanno dove arrivare anche i piedi si possono consumare.

 

Signore, mi dicono che dormire non è il mestiere dei profeti. E’ un periodo che soffro molto di insonnia, ma non mi pare certamente di essere un profeta.

Signore, mi dicono che servire due padroni è una vita da cani. Mi pare che in questo periodo fare la vita da cani non sia proprio una gran disgrazia.

Signore, mi dicono che le tartarughe in fatto di strade ne sanno più delle lepri. Ma da quando sono arrivate le macchine mi pare che anche le tartarughe siano diventate troppo veloci.

Signore, fammi dire l'ultima cattiveria. Mi dicono che non bisogna mai discutere con gli ignoranti. Cosa vuol dire, che devo andare con urgenza in clausura? Ciao e buona notte!

All’inizio della giornata

Dio di misericordia, fa che io desideri ardentemente ciò che ti piace, lo ricerchi con prudenza, lo riconosca nella verità e lo compia perfettamente a lode e gloria del tuo nome.

 Aiutami a mettere ordine nella mia vita, fammi conoscere ciò che vuoi io faccia perché lo compia bene per l'utilità e la salvezza della mia anima. Fà o Signore, che io venga incontro a te su una strada sicura, diritta e senza asperità, che conduca alla mèta e non mi perda tra prosperità o avversità.

 Che io ti possa ringraziare nella gioia e cercare pazientemente nella sofferenza. Allontana da me lo spirito di esaltazione o di abbattimento.

 (San Tommaso d'Aquino, Adattamento di una preghiera recitata ogni giorno davanti al Crocifisso.)

Dal libro della Imitazione di Cristo (Libro II. cap. VII 1-3; cap. VIII. 1-3)

Amare Gesù sopra ogni cosa

Fortunato chi comprende che cosa sia amare Gesù e per lui disprezzare se stessi. Occorre infatti per il suo amore lasciare ogni altro amore: Gesù vuoi essere amato sopra ogni cosa, e solo.

L'amore della creatura è ingannevole e malsicuro; l'amore di Gesù, invece, è fermo e costante. E perciò chi s'attacca alla creatura, che ha fine, avrà fine con essa; ma chi abbraccia Gesù non potrà più essere scosso per tutta l'eternità. Amalo dunque, e tientelo sempre amico: quando tutti ti abbandoneranno, lui solo non ti abbandonerà; e sarà lui a salvarti dalla rovina.

Le creature sono tali che, volente o no, un giorno dovrai lasciarle tutte. Tieniti attaccato a Gesù, prima in vita e poi in morte, affidandoti a lui interamente, perché lui solo può aiutarti. Il tuo amato è tale, che non ammette affetti estranei: vuole possedere da solo il tuo cuore e farne il suo trono. Gesù verrebbe volentieri ad abitare in te, se tu sapessi liberarti del tutto dalle creature. E tu vedrai sempre che, qualunque cosa tenterai senza lui, appoggiandoti agli uomini, non riuscirai.

Ma dunque, non confidare e non mettere le tue speranze in una canna che si muove a ogni vento: « ogni carne è fieno, e ogni sua gloria, come il fieno, cadrà » (1 Pt 1,24).

Se tu guarderai soltanto alle apparenze esteriori, proverai presto la tua delusione: potrà infatti capitarti di cercare, nei tuoi simili, consolazione o guadagno, e ritrarne, invece, un danno. Ma se in ogni cosa tu cerchi Gesù, non potrai trovare che Gesù, così come, cercando in ogni cosa te stesso, troverai sempre te stesso, con tuo grande scapito.

Quando non cerca Gesù, l'uomo è a se stesso più dannoso che tutto il mondo e tutti i nemici messi insieme. Quando è vicino Gesù, tutto ci appare buono, nulla ci riesce difficile; quando è lontano, tutto è insopportabile. Le consolazioni non bastano, quando Gesù non parla dentro di noi; ma se lui ci dice una sola parola, la nostra consolazione è infinita.

Non si alzò subito, Maria Maddalena, dal luogo in cui stava a piangere, quando Marta le disse: « Il Maestro è qui e ti chiama»? (Gv 11, 28). Oh, felice l'ora in cui Gesù, dalle lacrime, chiama anche noi alla gioia! Quanto siamo aridi e duri di cuore, senza lui! quanto sciocchi e vani siamo, quando desideriamo qualcosa che non è lui! Non è questo un danno maggiore che se perdessimo tutto il mondo? E che cosa il mondo può darci senza Gesù? Essere senza Gesù è un inferno amaro, essere con lui è un dolce paradiso. Nessun nemico mai potrebbe farti alcun male, se tu avessi sempre vicino Gesù. Chi trova Gesù, trova un grande tesoro, anzi il più fra tutti i tesori. E chi perde Gesù, perde più assai di tutto il mondo. Chi vive senza Gesù è il più povero degli esseri umani, mentre chi lo trova può ben dirsi il più ricco.

Grande arte è saper stare con Gesù, e grande accortezza è il saperselo conservare.

Anima di Cristo santificatemi,

Corpo di Cristo salvatemi,

Sangue del costato di Cristo lavatemi,

Passione di Cristo confortatemi.

O Buon Gesù  esauditemi,

dentro le Vostre piaghe nascondetemi,

non permettete che io mi separi da Voi,

dal maligno nemico difendetemi.

Nell’ora della mia morte chiamatemi,

e fate che io venga a Voi,

per lodarVi con tutti i santi,

per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Lo sguardo del Signore

 

Veroli- Palazzetto dello Sport 14 ottobre 2005

 

Più volte nel Vangelo viene sottolineato lo sguardo di Gesù verso le più disparate situazioni delle persone che erano attorno a Lui. + Lo sguardo sulle folle e provare tenerezza, compassione, per quelle persone senza Pastore...

+ Lo sguardo sulle messi biondeggianti mentre prova nostalgia struggente per quanto sarebbe grandioso se ci fossero operai adeguati.

+ Lo sguardo su Gerusalemrne mentre prova tanta tristezza da scoppiare in pianto per il suo peccato e la sua trascuratezza...

+ Lo sguardo sul giovane ricco in ricerca di cosa fare della propria vita e il volergli tanto bene, da subito.

+ Lo sguardo sulla ragazza peccatrice, su Maria Maddalena e su tanti poveri peccatori che non condanna e salva.

+ Lo sguardo su Pietro in un momento drammatico, su Giuda mentre lo bacia infingardo ma che Lui continua ad amare.

+ Lo sguardo su Maria dall'alto della croce mentre ci affida a Lei e quello su Giovanni, al quale affida "la mamma".

Occhi pieni di amore, trasognati di nostalgia e di speranza ma, fondamentalmente pieni di fiducia, continuano a fissarsi su di noi.

Cosa significa questo fissare, nel nostro quotidiano? Cosa comporta nelle scelte esistenziali della vita?

Non un imperativo morale, ma un coinvolgimento d'amore. 

Difatti sono io il Pietro che rinnega, il Giuda che tradisce, il peccatore che Egli guarda intensamente. Sono io il malato bisognoso di guarigione. Sono io...

Dunque Lui mi guarda, mi fissa, mi ama ed io guardo Lui: i nostri sguardi si incrociano.

Sono sguardi appassionati che si incrociano.

Cosa si saranno detti con gli occhi il Maestro e il giovane ricco che, purtroppo, china lo sguardo non reggendo la forza di quello sguardo? Cosa stava cercando di dire il Maestro a Giuda?... non lo sapremo mai perché Giuda non ha osato alzare lo sguardo mentre baciava il Maestro tradito e venduto...

Cosa avranno detto gli occhi di Maria Maddalena, la spaurita giovane peccatrice gettata ai suoi piedi nel Tempio; del malato che cerca la guarigione, dei genitori dei bambini malati o indemoniati che implorano il maestro Gesù.

Penso anche, con preoccupazione, agli occhi fissi su di Lui nella Sinagoga di Nazareth che, intriganti, volevano sapere se si decideva finalmente a restare nel villaggetto di Nazareth ed essere il "loro" taumaturgo privato.

Penso non senza amarezza ai "capi" che mentre le folle esaltavano Gesù, loro stavano a vedere. Preoccupazione e amarezza perché anche oggi mentre il Signore continua a guardare il Suo Popolo Amato, ci sono gli sguardi fissi su di Lui, ciascuno con la sua propria angolazione, con il proprio fardello, con il suo problema e cosi freddi, sena speranza, contraddittori ed ambigui e, soprattutto, così vuoti, così egoisti, così lontani da Lui

Uno stare a vedere senza emozioni, senza coinvolgimento.

Questo è il problema! E noi restiamo a vedere?

Così la contemplazione diventa attiva, anzi CONTEMPLATTIVA (così l'avrebbe definita don Tonino Bello)... Perché la "relazione al volto dell'altro è immediatamente coinvolgente". Il volto dell'altro ti viene incontro e ti dice "Tu non ucciderai, non ruberai, non farai menzogna... Il volto dell'altro mi impone un atteggiamento responsabile: è il povero per il quale io potrei tutto e al quale devo tutto. Il volto dell'altro mi mette in questione, mi mi coinvolge! Vi prego fratelli, lasciatevi coinvolgere dagli occhi di Gesù il Signore!

 

Opposti di Luce (Natale)

L’angelo ha dato l’annuncio ai pastori.

Le guardie verranno a cercarti tra i tuoi.

Le schiere celesti cantavano: "Gloria".

La folla sedotta griderà: "Crocifiggilo".

Ti hanno dato una mangiatoia di legno.

Intaglieranno per te il legno della croce.

Era notte e seguirono la luce.

Si farà buio su tutta la terra.

Uomini semplici ti adorarono.

Uomini stolti ti condanneranno.

Guarda: il Dio-Bambino!

Guarda: l’Uomo-Dio!

Ai piedi della greppia, tua Madre.

Ai piedi della croce, la Madre.

Il Natale prepara la Pasqua.

La Pasqua dà senso al Natale.

La vita incontra la morte.

La morte ridona la vita.

La luce della Stella!

La luce del Risorto!

A null’altro siamo chiamati, se non ad essere luce nella Luce.

T. Aralk

"Benché sia Dio, posso trattare con lui come con un amico. Non è egli come i signori della terra che ripongono tutta la loro grandezza in un esteriore apparato di autorità. Con costoro non si può parlare che in certe ore e nemmeno da tutti. Se un poveretto vuol parlare, deve far giri e rigiri, implorar favori e sudare sangue. […] Non sono fatti per le corti quelli che hanno il mondo sotto i piedi: essi dicono la verità, non temono né hanno nulla da temere, mentre nelle corti questa franchezza è sconosciuta, bisogna dissimulare il male che si vede, e nemmeno pensare che sia male per non cadere in disgrazia.

O Re della gloria e Signore di tutti i re, il cui regno non ha fine, né si appoggia a così fragili barriere! No, con voi non occorrono intermediari. Basta guardarvi per vedere che Voi solo meritate il nome di Signore! Vi date a conoscere per Re soltanto con la Vostra Maestà, senza bisogno di guardie e di corte."

Teresa d’Avila, Vita di Santa Teresa d’Avila scritta da lei stessa, in S. Teresa di Gesù, Opere, Postulazione Generale O. C. D., Roma 1997, pag. 385

'Ci impegniamo'  don Primo Mazzolari

'Ci impegniamo noi, e non gli altri;
Unicamente noi, e non gli altri;
né chi sta in alto, né chi sta in basso;
né chi crede, né chi non crede.
Ci impegniamo,
senza pretendere che gli altri si impegnino,
con noi o per conto loro,
con noi o in altro modo.
Ci impegniamo
senza giudicare chi non si impegna,
senza accusare chi non s'impegna,
senza condannare chi non s'impegna,
senza cercare perché non si impegna.

Il mondo si muove se noi ci muoviamo,
si muta se noi mutiamo,
si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura.
La primavera incomincia con il nuovo fiore,
la notte con la prima stella,
il fiume con la prima goccia d'acqua,
l'amore col primo pegno.

Ci impegniamo
perché noi crediamo nell'amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta
a impegnarci perpetuamente.

 

Sul grano grande: Gesù Ti amo e confido

Sui restanti i dieci appellativi del Signore

 

Coroncina per Gesù

 

GESU’ TI AMO E CONFIDO IN TE

1. GESU’

(e’ il nome che il Padre ha scelto per Te)

2. CRISTO

(Tu sei "l’Unto" del Signore. Consacrato da Dio.)

3. SIGNORE

Nostro Maestro d’Amore e di Misericordia

4. FIGLIO DI DIO

Generato da Dio, da sempre nell’eternità

5. AGNELLO DI DIO

Il Tuo sacrificio è la prova certa del Tuo immenso Amore per il Padre e per tutta l’umanità

6. SALVATORE

Tu ci salvi dall’abisso della morte, ci hai aperto le porte del Paradiso!

7. REDENTORE

Per la Tua Santa Croce, continui  incessantemente a redimere i nostri orridi peccati

8. VERBO INCARNATO

La Parola di DIO si è incarnata in Te. Tu sei PAROLA DI DIO VIVENTE

9.  VERO DIO E VERO UOMO

Tu sei la divinità incarnata. Per Te possiamo dire: mio Signore rendici santi, rendici "divini"! Tu hai riconciliato il Cielo e la Terra!

10. SORGENTE DI MISERICORDIA

Tu ci doni Amore e Misericordia. In Te il mio cuore si dilata!

GESU’ TI AMO E CONFIDO IN TE

'Cristo è morto, Cristo è risorto, Cristo ritornerà' di Giovanni Paolo II al Cenacolo

Dal raccoglimento di mercoledì, presso la Grotta di Betlemme, a quello di oggi, giovedì 23 marzo, nel Cenacolo.

Dalla preghiera nel luogo in cui Cristo ha preso carne tra gli uomini, alla Santa Messa nel Luogo dove Egli ha offerto la sua carne per la salvezza del mondo. È questo raccoglimento interiormente intimo il filo conduttore che lega il pellegrinaggio giubilare di Giovanni Paolo II in Terra Santa. E lega, in modo del tutto singolare, la sosta presso la Cappella della Natività alla Santa Messa nel Luogo della prima Eucaristia: un evento davvero eccezionale, un momento di straordinario raccoglimento.

È un raccoglimento profondamente cristocentrico, quello di Giovanni Paolo II. La Chiesa è sempre cristocentrica, ma in questo Luogo lo è in modo ineffabile. Lo si percepisce, lo si respira, lo si tocca. È il Luogo che parla.

"Desidério desiderávi...".
Ardentemente ho desiderato
visitare come pellegrino questo luogo santo
per celebrare l'Eucaristia.
Qui, dove il Signore Gesù,
la notte in cui si consegnò
volontariamente alla sua passione,
istituì il sacerdozio ministeriale
e ci lasciò nel suo corpo e nel suo sangue
il memoriale della sua morte gloriosa.
Qui, durante la cena, egli avendo amato i suoi,
che erano nel mondo,
li amò sino alla fine,
e ci lasciò l'esempio del servizio e della carità
con la lavanda dei piedi.
In questo luogo santo
promulgò il comandamento nuovo dell'amore
e promise il dono dello Spirito.

Il Risorto ha varcato le porte di questo spazio sacro
il giorno di Pasqua ed è apparso ai suoi discepoli,
annunziando la pace e la gioia.
È questa la camera alta dove Maria,
la Madre di Gesù, i discepoli e le donne, perseveravano unanimi...
...nella preghiera, in attesa del dono dall'alto.
È questo il luogo dell'effusione dello Spirito Santo
il giorno di Pentecoste.
Ecco perché sono voluto ritornare,
come Successore di Pietro,
alle scaturigini della Chiesa,
al luogo dell'ultima Cena e della prima Eucaristia,
dove il Cristo Risorto si è reso presente
e lo Spirito Santo è stato comunicato agli apostoli.
Con questi sentimenti rendo lode al Padre
che mi dona la grazia di celebrare
il memoriale del Signore
in questo luogo santo,
in questo anno giubilare,
anno intensamente eucaristico,
portando nel cuore gli stessi sentimenti di Cristo Gesù
nella sua preghiera sacerdotale
per l'unità e la santità della Chiesa.

Invito tutti ad unirvi con me,
con umiltà e purezza di cuore,
nella celebrazione dei santi misteri.

Giovanni Paolo II, preghiera introduttiva della Santa Messa nel Cenacolo, Gerusalemme 23 marzo 2000

 

Cristo è tutto per noi (di sant'Ambrogio)

In lui [Gesù] abbiamo ogni cosa... ed egli è tutto per noi. Se desideri medicare le tue ferite, egli è medico. Se sei travagliata dall'arsura della febbre, egli è fonte. Se ti trovi oppressa dall'iniquità, egli è giustizia. Se hai bisogno di aiuto, egli è potenza. Se hai paura della morte, egli è la vita. Se brami il paradiso, egli è la via. Se fuggi le tenebre, egli è la luce. Se cerchi il cibo, egli è nutrimento.

Cristo è venuto per tutti

di mons. Helder Camara, arcivescovo di Recife in Brasile

Cristo è venuto per tutti,

per tutti gli uomini

di tutti i paesi e di tutti i tempi.

E tuttavia si è incarnato

in un popolo, in una cultura,

ha adottato una lingua e dei costumi

che non erano la lingua e i costumi

di tutti gli uomini

di tutti i paesi e di tutti i tempi.

Era figlio del falegname di Nazareth.

Dobbiamo capire questa

lezione di incarnazione,

restare sempre legati all'umanità intera

 e alla Chiesa universale

e nello stesso tempo incarnarci,

ognuno di noi,

nella Nazareth che ci è vicina.

 

Dio fa preferenze?   da 'Storia di un'anima' di santa Teresa di Lisieux, detta di Gesù Bambino.


Per tanto tempo mi sono chiesta perché Dio abbia delle preferenze, perché tutte le anime non ricevano grazie in grado uguale... Gesù mi ha istruita riguardo a questo mistero. Mi ha messo davanti agli occhi il libro della natura, ed ho capito che tutti i fiori della creazione sono belli, le rose magnifiche e i gigli bianchissimi non rubano il profumo alla viola o la semplicità incantevole alla pratolina...

Se tutti i fiori piccini volessero essere rose, la natura perderebbe la sua veste di primavera, i campi non sarebbero più smaltati di infiore-scenze. Così è nel mondo delle anime, che è il giardino di Gesù. Dio ha voluto creare i grandi Santi, che possono essere paragonati ai gigli e alle rose; ma ne ha creati anche di più piccoli, e queste si debbono contentare di essere margherite o violette, destinate a ral-legrare lo sguardo del Signore quand'egli si degna d'abbassarlo. La perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell'essere come vuole lui.

Dalle ‘Istruzioni’ di San Colombano, abate

Dona, o Gesù mio, luce alla mia lucerna!

Quanto sono beati, quanto sono felici "quei servi che il Signore, al suo ritorno, troverà ancora svegli"! (Lc 12,37). Veglia veramente beata quella in cui si è in attesa di Dio, creatore dell'universo, che tutto riempie e tutto trascende! Volesse il cielo che il Signore [Gesù] si degnasse di scuotere anche me, meschino suo servo, dal sonno della mia mediocrità e accendermi talmente della sua divina carità da farmi divampare del suo amore sin sopra le stelle, sicché ardessi dal desiderio di amarlo sempre più, né mai più in me questo fuoco si estinguesse! Volesse il cielo che i miei meriti fossero così grandi che la mia lucerna risplendesse continuamente di notte nel tempio del mio Dio, sì da poter illuminare tutti quelli che entrano nella casa del mio Signore! O Dio Padre, ti prego nel nome del tuo Figlio Gesù Cristo, donami quella carità che non viene mai meno, perché la mia lucerna si mantenga sempre accesa, né mai si estingua; arda per me, brilli per gli altri. Dégnati, o Cristo, dolcissimo nostro Salvatore, di accendere le nostre lucerne: brillino continuamente nel tuo tempio e siano alimentate sempre da te che sei la luce eterna; siano rischiarati gli angoli oscuri del nostro spirito e fuggano da noi le tenebre del mondo. Dona, dunque, o Gesù mio, la tua luce alla mia lucerna, perché al suo splendore mi si apra il santuario celeste, il santo dei santi, che sotto le sue volte maestose accoglie te, sacerdote eterno del sacrificio perenne.

Fa' che io guardi, contempli e desideri solo te; solo te ami e solo te attenda nel più ardente desiderio. Nella visione dell'amore il mio desiderio si spenga in te e al tuo cospetto la mia lucerna continuamente brilli e arda.

Dégnati, amato nostro Salvatore, di mostrarti a noi che bussiamo, perché, conoscendoti, amiamo solo te, te solo desideriamo, a te solo pensiamo continuamente, e meditiamo giorno e notte le tue parole. Dégnati di infonderci un amore così grande, quale si conviene a te che sei Dio e quale meriti che ti sia reso, perché il tuo amore pervada tutto il nostro essere interiore e ci faccia completamente tuoi. In questo modo non saremo capaci di amare altra cosa all’infuori di te, che sei eterno, e la nostra carità non potrà essere estinta dalle molte acque di questo cielo, di questa terra e di questo mare, come sta scritto: "Le grandi acque non possono spegnere l’amore" (Ct. 8,7).

Possa questo avverarsi, per tua grazia, anche per noi, o Signore nostro Gesù Cristo, a cui sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Un brano di Agostino sulla bellezza di Gesù

Gesù è bello sempre

di Agostino di Ippona

«Per noi dunque che Lo riconosciamo, il Verbo di Dio ci venga incontro in ogni occasione bello: pulcher Deus / Verbum apud Deum  (bello quale Dio / Verbo presso Dio) pulcher in utero virginis ( bello nel ventre della Vergine), dove non abbandonò la divinità e assunse l'umanità, bello bambino appena nato; perché, anche mentre era bambino che succhiava il latte e mentre veniva portato in braccio, di Lui i cieli hanno parlato, Lui piccolo bambino gli angeli hanno lodato, a Lui una stella ha condotto i magi, Lui è stato adorato nella mangiatoia, cibo dei miti.

Bello dunque in cielo, bello in terra; bello nel ventre di Maria, bello preso in braccio da Maria e Giuseppe, bello nei miracoli, bello anche nella flagellazione. [Sì, anche nella flagellazione perché - dice Agostino - nella flagellazione, quando era tutto sfigurato, se consideri perché era diventato così, perché si era lasciato battere dai flagelli così, se consideri la misericordia per cui per te, per tuo amore si era fatto ridurre così, è bello anche nei flagelli].

Quando Maria Lo ha preso in braccio sotto la croce morto: «vidit suum dulcem natum moriendo desolatum (ha visto il suo dolce nato, dolce figlio, morire solo, solo sulla croce)» (Jacopone da Todi, Stabat Mater), quando Lo ha preso in braccio, non c'era cosa più bella di quel suo figlio, di quel suo figlio sfigurato. Così quando il buon ladrone gli ha detto: «Gesù, ricordati di me quando sarai in paradiso» (Lc 23,42), non aveva mai in tutta la vita incontrato una cosa così bella come in quel momento, nel momento della morte, quando si è sentito dire: «Oggi sarai con me in paradiso» (Lc 23, 43). Bello nei miracoli, bello nella flagellazione, bello quando invitava a seguirlo, bello quando non ha disdegnato la morte, bello quando è spirato, bello quando è risorto: pulcher in ligno,  pulcher in sepulcro /  pulcher in coelo (bello sulla croce, bello anche nel sepolcro, bello nel cielo)».

Agostino, Enarrationes in psalmos 44,3.

Suggeriscimi...

Suggeriscimi, Signore Gesù, la lode che più ti è gradita,

che illumini gli altri inotrno a me:

io non predichi a parole, ma con l'esempio.

attraverso lo slancio delle mie azioni,

con lo sfolgorare visibile dell'amore che il mio cuore riceve da te.

John Henry Newman

 

Gesù è vita, amore, verità

All'angolo della strada c'è qualcuno, o Signore, che aspetta Te che sei la vita.

Intorno alla tavola della famiglia c'è qualcuno che aspetta Te che sei l'amore.

Sul banco della scuola c'è qualcuno che aspetta Te che sei la verità.

Ma Tu, o Signore,

puoi essere ovunque presente attraverso me.

Conducimi su tutte le strade dell'uomo a seminare il tuo messaggio.

Fammi capire che devo essere presente, non soltanto per vivere accanto ai poveri

quanto per essere povero,

non soltanto per evangelizzare quanto per essere evangelizzato

perché sei Tu che attraverso me, devi ‘andare avanti’

e io devo restare nell'ombra. Amen.

A. Dini

Gesù ci ama per primo, sempre

Noi parliamo di te

come se ci avessi amati per primo una volta sola.

Invece, continuamente, di giorno in giorno,

tu ci ami per primo.

Quando al mattino mi sveglio ed elevo il mio spirito a te,

tu sei il primo, tu mi ami per primo.

Se mi alzo all'alba ed immediatamente elevo a te

il mio spirito e la mia preghiera, tu mi precedi.

Tu mi hai già amato per primo. E’ sempre così.

E noi ingrati, che parliamo come se

tu ci avessi amato per primo una volta sola.

Soren Kierkegaard

 

Teresa di Lisieux

'Gesù non guarda al tempo, giacché non ce n'è in cielo. Egli guarda solo l'amore'

'Gesù, mio caro amico'
di Franco, uno come te

Gesù, quanto vorrei
che tu fossi mio amico.

Se tu fossi mio amico,
potremmo passeggiare
Insieme per la via,
ma tu sei già con me
quando io cammino.

Se tu fossi mio amico,
potremmo parlare insieme
delle nostre gioie e dolori,
ma tu li già li conosci
dai miei pensieri.

Se tu fossi mio amico,
mi verresti in aiuto
nei momenti più scuri,
ma tu già lo fai
perché li conosci.

Se tu fossi mio amico,
vorresti il mio bene
per sempre,
ma tu già mi doni
il tuo amore ogni giorno.

Se tu fossi mio amico,
mi perdoneresti i peccati,
ma tu l'hai già fatto
morendo di croce.

Se tu fossi mio amico,
non mi lasceresti mai solo,
e tu non lo hai fatto
donando lo Spirito.

Gesù, tu sei il mio Signore
ed il mio Amico per sempre,
finché lo vorrai.

PREGHIERA DI INTERCESSIONE PER I MISSIONARI MARTIRI

1.

Preghiamo per "chi ha dato la vita" nelle terre di missione africana, da Carlo de Foucauld nel deserto dei Tuareg agli uccisi in Rwanda nel 1994:

-benedetto tu sia, Signore, per aver fortificato il loro attaccamento alle genti presso le quali sono vissuti e che sono "il tuo popolo".

Dio Onnipotente,

Tu che conosci i tempi e tieni nelle tue mani ogni avvenimento, fa che nulla vada perduto di quanto e stato seminato nella terra d'Africa: spoglia gli odi tribali, scuoti il deserto del Sahara e schianta i cedri della sopraffazione umana. Per Cristo nostro Signore. AMEN

2.

Preghiamo per "chi ha dato la vita" nelle terre delle missioni d'Asia, da padre Mazzucconi nell'isola di Woodlarck ai martiri del silenzio della Cina:

-benedetto tu sia, Signore, per aver ispirato alloro cuore di apostoli l'annuncio del Vangelo a coloro che già consideravano come fratelli.

 

Dio Onnipotente,

Tu che vegli perché le forze del male non prevalgano sulla Chiesa, fa' che nulla vada perduto di quanto è stato seminato nelle terre d'Asia: più potente delle muraglie cinesi, più potente delle voci delle grandi acque di Woodlark, potente nell'alto sia il silenzio che dona la vita. Per Cristo nostro Signore. AMEN

3.

Preghiamo per "chi ha dato la vita" tra le genti dell'America Latina, da mons. Oscar Romero ucciso a San Salvador a quanti pagano con la vita la libertà dei popoli indios:

-benedetto tu sia, Signore, per aver sostenuto la loro carità fedele che spera nella beatitudine di coloro che soffrono per la giustizia.

Dio Onnipotente,

Tu che non lasci mai inciampare i piedi del giusto davanti agli oppressori, fa che nulla vada perduto di quanto è stato sparso sul suolo dell'America Latina: ricorderemo EI Salvador tra quelli che ti conoscono, le popolazioni indios tra quelle di cui si dicono cose stupende, perché tu le scriverai nel libro dei popoli. Per Cristo nostro Signore. AMEN

4.

Preghiamo per i "martiri" dell'unità della Chiesa, da Martin Luter King nella Chiesa protestante ad Andrej Rubliov nella Chiesa ortodossa, al card. Newman nella Chiesa cattolica:

-benedetto tu sia, Signore, per aver dato loro carità discreta nella lungimiranza della loro parola, presagio della tua.

Dio Onnipotente,

Tu che con la forza dell'amore insegni la forza di ciò che unisci fa che non vada perduto quanto è stato seminato sul cammino ecumenico delle Chiese:

Luter King, Hubliove il card. Newman tra i suoi intercessori;

Silvano del Monte Athos e Dietrich Bonhoeffer tra quanti invocano il tuo nome:

tu li esaudivi, eri per loro un Dio paziente. Per Cristo nostro Signore. AMEN

5.

Preghiamo per il martirio di chi " non ha apparenza", dai missionari laici ai religiosi e alle religiose di cui nessuno può contare il numero, tutti segnati con la croce:

-benedetto tu sia, Signore, per aver loro rivelato che bisognava che il chicco cadesse per terra.

Dio Onnipotente,

Tu hai posto il tuo nome su chi confida in te, coloro che non hanno la forza del loro nome ma portano il tuo nome tra le genti, possano ancora donare largamente ai poveri: l'empio si adiri, ma il suo desiderio fallisca. Per Cristo nostro Signore. AMEN

La luce guardò in basso

La luce guardò in basso
e vide le tenebre:
"Là voglio andare" disse la luce.

La pace guardò in basso
e vide la guerra:
"Là voglio andare" disse la pace.

L'amore guardò in basso
e vide l'odio:
"Là voglio andare" disse l'amore.

Così apparve la luce
e inondò la terra;
così apparve la pace
e offrì riposo;
così apparve l'amore
e portò la vita.

"E il Verbo si fece carne
e dimorò in mezzo a noi"  
Giuseppe Pellegrino

 

La notte del Mite

Questa è notte di riconciliazione, non vi sia chi è adirato o rabbuiato.
In questa notte, che tutto acquieta, non vi sia chi minaccia o strepita.

Questa è la notte del Mite, nessuno sia amaro o duro.
In questa notte dell’Umile non vi sia altezzoso o borioso.

In questo giorno di perdono non vendichiamo le offese.
In questo giorno di gioie non distribuiamo dolori.

In questo giorno mite non siamo violenti.
In questo giorno quieto non siamo irritabili.

In questo giorno della venuta di Dio presso i peccatori,
non si esalti, nella propria mente, il giusto sul peccatore.

In questo giorno della venuta del Signore dell’universo presso i servi,
anche i signori si chinino amorevolmente verso i propri servi.

In questo giorno, nel quale si è fatto povero per noi il Ricco
anche il ricco renda partecipe il povero della sua tavola.

Oggi si è impressa la divinità nell’umanità,
affinché anche l’umanità fosse intagliata nel sigillo della divinità.

Efrem il Siro

'La Vita'

di Madre Teresa di Calcutta

La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è uno sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocala.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è preziosa, adempila.
La vita è triste, superala.
La vita è un inno, cantala.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è una tragedia, afferrala corpo a corpo.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.

L'attrattiva Gesù  di santa Teresa di Lisieux

«Alle anime semplici non servono mezzi complicati: poiché io sono tra queste, un mattino durante il ringraziamento, Gesù mi ha dato un mezzo semplice per compiere la mia missione. Mi ha fatto capire questa parola dei Cantici: "Attirami) noi correremo all'effluvio dei tuoi profumi" (Ct 1,4).

O Gesù, dunque non è nemmeno necessario dire: Attirando me, attira le anime che amo. Questa semplice parola: "Attirami" basta.

Signore, lo capisco, quando un’anima si è lasciata avvincere dall'odore inebriante dei tuoi profumi, non potrebbe correre da sola, tutte le anime che ama vengono trascinate dietro di lei: questo avviene senza costrizione, senza sforzo, è una conseguenza naturale della sua attrazione verso di te.

Come un torrente che si getta impetuoso nell'oceano trascina dietro di sé tutto ciò che ha incontrato al suo passaggio, così, o mio Gesù, l'anima che si immerge nell'oceano senza sponde del tuo amore attira con sé tutti i tesori che possiede...» .

«Madre mia, credo che sia necessario darLe ancora qualche spiegazione sul brano del Cantico dei Cantici: "Attirami, noi correremo" perché quello che ho voluto dirne mi sembra poco comprensibile.

"Nessuno può venire a me", ha detto Gesù, "se non lo attira il Padre mio che mi ha mandato". Poi, con parabole sublimi, e spesso senza nemmeno usare questo mezzo così familiare al popolo, ci insegna che basta bussare perché ci venga aperto, basta cercare per trovare e tendere umilmente la mano per ricevere quello che chiediamo... Dice inoltre che tutto quello che chiederemo al Padre suo nel suo nome Egli lo concederà. Certo è per questo che lo Spirito Santo, prima della nascita di Gesù, dettò questa preghiera profetica: Attirami, noi correremo.

Cos' è dunque chiedere di essere attirati, se non unirsi in modo intimo all'oggetto che avvince il cuore? Se il fuoco e il ferro avessero intelligenza e quest'ultimo dicesse all'altro: Attirami, dimostrerebbe che desidera identificarsi col fuoco in modo che questo lo penetri e lo impregni con la sua sostanza bruciante e sembri formare una cosa sola con lui.

Madre amata, ecco la mia preghiera: chiedo a Gesù di attirarmi nelle fiamme del suo amore, di unirmi così strettamente a Lui, che Egli viva e agisca in me.

Sento che quanto più il fuoco dell'amore infiammerà il mio cuore, quanto più dirò: Attirami, tanto più le anime che si avvicineranno a me (povero piccolo rottame di ferro inutile, se mi allontanassi dal braciere divino) correranno rapidamente all'effluvio dei profumi del loro Amato, perché un'anima infiammata di amore non può restare inattiva: certo, come santa Maddalena resta ai piedi di Gesù, ascolta la sua parola dolce e infuocata. Sembrando non dar niente, dà molto di più di Marta che si agita per molte cose e vorrebbe che la sorella l'imitasse. Non sono i lavori di Marta che Gesù biasima: a questi lavori la sua Madre divina si è umilmente sottomessa per tutta la sua vita poiché doveva preparare i pasti per la Santa Famiglia. E’solo l'inquietudine della sua ardente ospite che vorrebbe correggere».

Litanie a Cristo crocifisso  (di Anonimo)

1. Cristo crocifisso, amore del Padre: nel tuo regno, ricordati di noi!
2. Cristo crocifisso, sorgente dello Spirito: nel tuo regno, ricordati di noi!
3. Cristo crocifisso, agnello e pastore: nel tuo regno, ricordati di noi!
4. Cristo crocifisso, riscatto della colpa: nel tuo regno, ricordati di noi!
S. Cristo crocifisso, perfetta espiazione: nel tuo regno, ricordati di noi!
6. Cristo crocifisso, nostra riconciliazione: nel tuo regno, ricordati di noi!
7. Cristo crocifisso, fonte della pace: nel tuo regno, ricordati di noi!
8. Cristo crocifisso, nuova alleanza: nel tuo regno, ricordati di noi!
9. Cristo crocifisso, abbraccio universale: nel tuo regno, ricordati di noi!
10. Cristo crocifisso, benedizione del mondo: nel tuo regno, ricordati di noi!
11. Cristo crocifisso, luce agli smarriti: nel tuo regno, ricordati di noi!
12. Cristo crocifisso, conforto degli afflitti: nel tuo regno, ricordati di noi!
13. Cristo crocifisso, medico dei deboli: nel tuo regno, ricordati di noi!
14. Cristo crocifisso, tesoro degli apostoli: nel tuo regno, ricordati di noi!
15. Cristo crocifisso, sposo dei vergini: nel tuo regno, ricordati di noi!
16. Cristo crocifisso, dignità dei sacerdoti: nel tuo regno, ricordati di noi!
17. Cristo crocifisso, cuore della Chiesa: nel tuo regno, ricordati di noi!
18. Cristo crocifisso, centro dell'unità: nel tuo regno, ricordati di noi!
19. Cristo crocifisso, albero di vita: nel tuo regno, ricordati di noi!
20. Cristo crocifisso, roveto sempre ardente: nel tuo regno, ricordati di noi!
21. Cristo crocifisso, ultima parola: nel tuo regno, ricordati di noi!
22. Cristo crocifisso, lampada del cielo: nel tuo regno, ricordati di noi!

Meditazioni  (di Charles de Foucauld)

FONTE E BALSAMO DI CONSOLAZIONE

«Sforziamoci di avere un'infinita delicatezza nella nostra carità; non limitiamoci ai grandi servizi, ma coltiviamo quella tenera delicatezza capace di curare i dettagli e che sa riversare con gesti da nulla tanto balsamo nei cuori.

''Dategli da mangiare" dice Gesù. Allo stesso modo entriamo, anche con coloro che vivono accanto a noi, nei piccoli dettagli della loro salute, della loro consolazione, delle loro preghiere, dei loro bisogni: consoliamo, rechiamo sollievo con le attenzioni più minute; per coloro che Dio ci mette accanto sforziamoci di avere quelle tenere, delicate, piccole attenzioni che avrebbero fra di loro due fratelli pieni di delicatezza, e delle madri piene di tenerezza per i loro figli, al fine di consolare, per quanto ci è possibile, tutti coloro che ci attorniano ed essere per loro fonte e balsamo di consolazione, come lo fu sempre nostro Signore per tutti quelli che lo avvicinavano: per la santa Vérgine e san Giuseppe, ma anche per gli apostoli, la Maddalena e tutti gli altri... Quanta consolazione, quanta dolcezza seppe portare a tutti coloro che gli si avvicinavano».

(da La bonté de Dieu)

LA PREGHIERA

«Non cercare di organizzare, di preparare la fondazione dei Piccoli fratelli del Sacro Cuoredi Gesù: solo, vivi come se dovessi restare per sempre solo. Se siete in due, in tre, un piccolo numero, vivete come se non doveste mai diventare più numerosi. Prega come Gesù, quanto Gesù, riservando come lui un posto sempre molto grande alla preghiera...

Sempre a sua immagine, lascia molto spazio al lavoro manuale, che non è un tempo sottratto alla preghiera, ma donato alla preghiera; il tempo del tuo lavoro manuale è un tempo di preghiera. Recita fedelmente ogni giorno il breviario e il rosario. Ama Gesù con tutto il tuo cuore (dilexit multum), e il prossimo tuo come te stesso per amore di lui... La tua vita di Nazareth si può fare ovunque, vivila nel luogo più utile al prossimo».

(Meditazione del 22 luglio 1905)

LA DEBOLEZZA DEI MEZZI UMANI È CAUSA DI FORZA

«Ecco le nostre armi, quelle del nostro Sposo divino che ci chiede di lasciar continuare a vivere in noi la sua vita, lui, l'unico Amante... l'unica Vérità... Non troveremo di meglio che lui, ed egli non invecchia...

Seguiamo questo modello unico e saremo sicuri di fare parecchio bene, perché in tal modo non saremo più noi a vivere, ma sarà lui a vivere in noi; le nostre azioni non apparterranno più a noi, umani e miserabili, ma a lui, e saranno perciò divinamente efficaci».

(Lettera a padre Charles Guérin, 15 gennaio 1908)

I POVERI

(Meditazione sul Salmo 81)

STA A LUI CHIAMARCI

«Dio ci darà in ogni istante ciò che è necessario per adempiere qualsiasi missione gli piacerà darci... Ce lo darà sovrannaturalmente, senza alcuna preparazione da parte nostra, se ciò gli aggrada, come fece con i suoi grandi apostoli Pietro e Paolo [. . .]. Oppure celo darà facendoci cooperare alla sua grazia col nostro lavoro, e allora ci dirà Egli stesso in quale modo dobbiamo compiere questi lavori preparatori. . . Sta a lui chiamarci nell'ora in cui vuole che ci dedichiamo ad essi».

(Meditazioni sui Santi Evangeli, 234a)

TU RENDI LA SALUTE ALLE ANIME PER PURA COMPASSIONE

« Tu rendi la salute alle anime, anche quand'esse non te lo domandano, o mio Dio, per pura compassione, per puro amore verso l'opera delle tue mani, verso le tue pecore, o buon Pastore! Speriamo! Tu non aspetti che la pecora smarrita, aggredita dal lupo e già quasi morta sotto i suoi denti, Ti chiami in aiuto; da lontano sempre la vedi e sempre le dai, fino all'ultimo momento, tutto quel che le è necessario per sfuggire al nemico. Speriamo».

(Meditazioni sui passi dei Santi Evangeli relativi alle quindici virtù, 106a)

UN LAMPO CHE ILLUMINA PER UN ISTANTE LA NOTTE DELLA TERRA « Tu potevi, mio Dio, guidare Giuseppe con ben altri mezzi che con le apparizioni: si ha l'im pressione che sia allo scopo di rendere, fin dalle prime pagine del Vangelo, evidente ai nostri occhi questa verità della speranza che bisogna avere nella tua grazia (che tu ci dai per condurci verso la gloria), che ci mostri così, già all'inizio del Nuovo Téstamento, questi angeli, queste stelle che si levano alla tua chiamata per guidare gli uomini. .. È come un lampo che illumina per un istante la notte della terra e in essa fa vedere, ai nostri occhi stupefatti, qual è il tuo modo di dirigere le anime». (Meditazioni sui passi dei Santi Evangeli relativi alle quindici virtù, 8a)

ecco una preghiera che mi piace tanto,un caro saluto....Tomaso


Messaggio di tenerezza

Ho sognato che camminavo

in riva al mare con il Signore

e rivedevo sullo schermo del cielo

tutti i giorni della mia vita passata.

E per ogni giorno trascorso

apparivano sulla sabbia due orme;

le mie e quelle del Signore.

Ma in alcuni tratti ho visto una sola ombra,

proprio nei giorni più difficili della mia vita.

Allora ho detto: "Signore,

io ho scelto di vivere con Te

e Tu mi avevi promesso

che saresti stato sempre con me.

Perché mi hai lasciato solo

proprio nei momenti più difficili?"

E Lui mi ha risposto:

"Figlio, tu lo sai che io ti amo

e non ti ho abbandonato mai:

i giorni nei quali c'è soltanto un'ombra sulla sabbia

sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio".

 

don Luigi Giussani Perché Gesù viene?

don Luigi Giussani Perché Gesù viene? Come può l'uomo di oggi stare davanti a questa notizia ? E il Natale, che cos'è ?
Natale è l'amore di Cristo all'uomo.
L' Essere nuovo entra nel mondo. L' Essere nuovo come prima non c'era, nella novità del suo comunicarsi agli uomini.
Un Essere nuovo entra nel mondo, il mondo del Dio vero.
Un Essere nuovo in tutto il profilo del mondo, in quel luogo, fiorì.Tutto viene da Lui, ma qui la novità di una vita predomina.
Una nuova creatura vince l' antica. L' antica creazione alla nuova si oppone, ma col Natale il calore ritorna nel mondo, e tutto riecheggia all' appello divino, al Mistero che c'è.
L' impossibile, cioè il Mistero, è immeritato dall'uomo. Eppure qui avviene un fuoco, una affezione che avvolge, un calore che predomina nell' immenso atrio del mondo, nello spazio eterno.
Qui è il presentimento di una cosa nuova che infervora, e tutto tende a fare diventare concreto. E proprio per questo suscita una grande devozione. Come grazia divina, in tempi stabiliti, il Figlio di Dio è diventato un bambino nella storia umana, si è appropriato di canoni e formule di una esistenza.
Nel ricordo e nella memoria di quel Fatto, la testimonianza del Figlio di Dio emerge sempre più forte e l' impotenza del male diventa la figura dominante di tutta la storia.
Così, per ogni giorno di vita, nelle mani del popolo cristiano resta la scommessa del potere di Dio nel tempo e la preghiera alla Madonna che si realizzi in ogni circostanza.

David Maria Turoldo Vieni di notte

Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni, figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più tristi:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni, tu che ci ami,
nessuno è in comunione col fratello
se prima non lo è con te, Signore.

Noi siamo tutti lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:
vieni, Signore.
Vieni sempre, Signore.

Primo Mazzolari Buon Natale!

Buon Natale!
Se lo vuoi, Cristo ti è vicino:
anche se non lo vuoi ti è vicino.
Ti parla, anche se non gli parli.
Se non lo ami, egli ti ama ancora di più.
Se ti perdi, viene a cercarti.
Se non sai camminare, ti porta.
Se tu piangi, sei beato per lui che ti consola.
Se sei povero, hai assicurato il Regno dei Cieli.

Madre Teresa di Calcutta E' Natale !

E' Natale ogni volta che sorridi
a un fratello e gli tendi la mano.
E' Natale ogni volta che rimani
in silenzio per ascoltare l'altro.
E' Natale ogni volta che non accetti
quei principi che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E' Natale ogni volta che speri
con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E' Natale ogni volta che riconosci
con umiltà i tuoi limiti
e la tua debolezza.
E' Natale ogni volta che permetti
al Signore di rinascere
per donarlo agli altri. 

Albert Einstein
Ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto. Se sarete capaci di farlo è aperta la via di un nuovo paradiso.

James Orbinski
Ognuno di noi ha la responsabilità di fare in modo che si faccia di più di quanto già facciamo.

Juan Somavia
Se desideri la Pace, coltiva la giustizia.

Tonino Bello Tu che rispondi sempre

"Andiamo fino a Betlemme, come i pastori. (...) E se invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, non ci venga il dubbio di aver sbagliato il percorso.

Il volto spaurito degli oppressi, la solitudine degli infelici, l'amarezza di tutti gli uomini della Terra, sono il luogo dove Egli continua a vivere in clandestinità. A noi il compito di cercarlo".

Così scriveva don Tonino Bello, Vescovo col "grembiule". In questo finire d'anno (2005), che segna tra l'altro il settantesimo della sua nascita, riproponiamo una bella pagina di don Tonino dedicata al Natale (da "Lettere di un Vescovo").

"Caro Gesù, voglio scrivere a te. Per tanti motivi. Prima di tutto, perché so che tu mi leggerai di sicuro e la mia lettera non rischierà di finire come le tue. Ce ne hai scritte tante, e sono tutte lettere d'amore, ma noi non le abbiamo neppure aperte. Nel migliore dei casi, le abbiamo scorse frettolosamente e con aria annoiata.

(...) Poi, perché tu rispondi sempre, e non passi mai nulla sotto silenzio. (...) Ma, soprattutto, scrivo direttamente a te, perché so che a Natale ti incontrerai con tantissime persone che verranno a salutarti. Tu le conosci a una a una. Beato te, che le puoi chiamare tutte per nome. Io non ci riesco.

(...) Asciuga le lacrime segrete di tanta gente, che non ha il coraggio di piangere davanti agli altri. Entra nelle case di chi è solo, di chi non attende nessuno, di chi a Natale non riceverà neppure una cartolina e, a mezzogiorno, non avrà commensali. Gonfia di speranze il cuore degli uomini, piatto come un otre disseccato al sole.

Ricordati dei ragazzi dell'Istituto ***** che non andranno a casa perché nessuno li vuole. Ricordati della famiglia ***** che abita in via ***** a Molfetta, e sono in otto in una stanza senza luce. Ricordati dei quattro vecchietti che dormono in un ex convento a *****, col cartone al posto dei ve tri alla finestra.

Ricordati di Giovanni che si droga e ogni tanto mi telefona di notte per dirmi che sta male. Ricordati di Antonella lasciata dal marito. Ricordati di tutti i poveri e gli infelici, i cui nomi hanno trovato accoglienza sterile solo sulla mia agenda, ma non ancora nel mio impegno di vescovo, chiamato a presiedere alla carità.

Ricordati, Signore, di chi ha tutto, e non sa che farsene: perché gli manchi tu.
Buon Natale, fratello mio Gesù, che oltre a vivere e regnare per tutti i secoli dei secoli, muori e sei disprezzato, minuto per minuto, su tutta la faccia della Terra, nella vita sfigurata degli ultimi".

don Tonino Bello

Anonimo
Nel mio paesello, quando giunge Natale, si raccoglie ogni anima. Ogni uomo si prosterna a pregare. Nel mio paesello in ogni cuore non c'è altro abitante che l'amore.

Anonimo
Amare è donarsi a colui che si ama: ecco la Creazione.
Amare è parlare a colui che si ama: ecco la Rivelazione.
Amare è rendersi simile a colui che si ama: ecco l'Incarnazione.
Amare è soffrire con colui che si ama: ecco la Redenzione.
Amare è restare accanto a colui che si ama: ecco l'Eucaristia.
Amare è farsi uno con colui che si ama: ecco la Comunione.
Amare è gioire con colui che si ama: ecco il Paradiso.

La messa di mezzanotte e il coro che canta ‘Adeste fideles’. In questo modo di solito immaginiamo il nostro Natale. Ma non per tutti è così. Specie nelle condizioni più difficili della vita. Allora è la presenza del sacerdote a farlo riscoprire.

 Mario Rigoni Stern

"Era il pomeriggio di Natale. Il sole incominciava ad andarsene per i fatti suoi dietro la mugila e noi si stava nella tana attorno alla stufa fumando e chiacchierando". Così la penna di Mario Rigoni Stern ne ‘Il Sergente nella neve’ fissa il Natale sulla tavolozza dei ricordi. Descrive l'arrivo del cappellano, la sua stanchezza e riferisce le sue parole: "Dite il rosario stasera e poi scrivete a casa. State allegri e sereni e scrivete a casa. Ora vado dagli altri. Arrivederci" .

Un gruppo di soldati spersi nell'inferno bianco della teppa russa. Un sacerdote sfinito dal freddo e dal lungo girovagare. Potenza della letteratura! Ci fa vedere come in una enorme lente di ingrandimento particolari che l'assuefazione e l'abitudine sottraggono come caligine alla nostra vista, come il binomio Natale-prete.

In una qualsiasi antologia di brani natalizi raramente vi troverete qualcosa del genere. Natale evoca altre figure (la famiglia, gli amici) o altre cose, i regali, le luminarie. Quasi mai figure di sacerdoti.

Ada Negri

Fa parzialmente eccezione un brano di Ada Negri tratto dalle sue" Prose" (Mondadori 1954), Ricordo i una Messa di Natale in cui la piccola Ada guarda e mette a confronto il "grassoccio Bambino riposante nella capanna di Betlemme in grembo alla Madre" con i quadri della Via Crucis appesi lungo la navata centrale: "Il Nazareno che porta la croce, che cade sotto la croce (...), che Iascia l'impronta del suo

Basta rileggere alcune pagine dei diari del cardinale vietnamita Francois Xavier Nguyen Van Thuan, morto nel 2002 a 74 anni.

Per 13 anni fu prigioniero nella sua patria solo perchè vescovo. Ma riusciva a celebrare la Messa ogni giorno con il palmo della mano a far da calice, in cui versava tre gocce di vino e una goccia d'acqua. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e di intervistarlo. E mi raccontò la straordinaria esperienza di una notte di Natale nel campo di prigionia, insieme con gli altri detenuti. "Non ho mai celebrato una Messa di Natale piu bella di quella", mi confidò.

Forse è a queste pagine di un Natale diverso che dovremmo pensare nelle pieghe opulente del nostro Natale che rischia di essere popolato solo di telefonini, profumi, dolci, soldi e regali il più delle volte inutili.

Dino Buzzati

Come in quella favola di Dino Buzzati - Troppo Natale - in cui il bue e l'asinello si trovano a percorrere una moderna città e pensano al loro Natale, quello vero. "Ma ti ricordi, quella notte, a Betlemme, la capanna, i pastori, quel bel bambino? Era freddo anche lì, eppure c'era una pace, una soddisfazione. Come era diverso".

Sì, come è diverso il Natale vero da quello virtuale degli spot. E se c'è oggi una categoria di uomini che ci aiuta a riviverlo così come era e deve essere, sono proprio loro, i sacerdoti. A Natale non dimentichiamocene.

viso sul fazzoletto di Veronica, che spira sul Calvario, confitto alla croce". In mezzo, quasi a fare da bari centro del racconto, c'e don Augusto, il sacerdote. "Officiava, assistito dai chierici, con precisi movimenti di rito, cantilenando parole di rito in una lingua ch'io comprendevo senza saperla". E ancora: "AlI'lte missa est - che il sacerdote pronunciava con gravità solenne, quasi a benedirci per un lungo viaggio - tutte le donne in piedi cantavano in coro litanie di Natale".

Francois Xavier Nguyen Van Thuan

In quel lungo viaggio - che poi è la vita stessa - i sacerdoti rimangono spesso gli unici compagni di strada. Specie nei momenti piu bui.

 

Non c’è amore più grande

di quello della croce;

non c’è libertà più vera

di quella dell’amore;

non c’è fraternità più piena

di quella che nasce

dalla croce di Gesù.

( Papa Giovanni Paolo II )

LODATE TUTTI IL MIO SIGNORE

Lodate tutti il mio Signore

Per l’unità dell’intero creato:

in ogni essere risplende il suo Verbo,

e lo rivelano tutte le forme.

Lodate il mio Signore, lodatelo,

perché le cose sue tutte son buone,

perché ci ha dato gli occhi del cuore

a contemplare amore e bellezza.

Pur così grande, mi parla e mi ama:

perché mi ama si è fatto uomo:

perché esiste e dà gioia lodatelo,

e della gioia che dona egli gode.

Lodate tutti il mio Signore

pur nella pena e tristezza e dolore:

per ogni goccia di gioia nascosta

nel cuore vivo di tutte le cose. Amen.


Non temere la mia passione Dai "Discorsi" di san Pietro Crisologo

Forse vi copre di confusione la gravità della passione che mi avete inflitto si confida Gesù - .
Non abbiate timore. Questa croce non è un pungiglione per me, ma per la morte.
Questi chiodi non mi procurano tanto dolore, quanto imprimono più profondamente in me l'amore verso di voi.
Queste ferite non mi fanno gemere, ma piuttosto introducono voi nel mio interno.
Il mio corpo disteso anziché accrescere la pena, allarga gli spazi del cuore per accogliervi.
Il mio sangue non è perduto per me, ma è donato in riscatto per voi.
Venite, dunque, ritornate.
Sperimentate almeno la mia tenerezza paterna,
che ricambia il male col bene, le ingiurie con l'amore,
ferite tanto grandi con una carità così immensa.

'Non vogliamo essere felici da soli' di Raoul Follerau
Signore, insegnaci a non amare noi stessi,
a non amare soltanto gli amici.
a non amare soltanto chi ci è facile amare.
Insegnaci a pensare agli altri e ad amare in primo luogo quelli che nessuno ama.
Facci la grazia di capire che ad ogni istante, mentre noi viviamo una vita troppo felice, ci sono milioni di esseri umani, che sono pure nostri fratelli, che muoiono di fame senza aver meritato di morire di fame,
che muoiono di freddo senza aver meritato di morire di freddo.
Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo
e non permettere più, Signore, che noi viviamo felici da soli.

 

Da 'Storia di un'anima' di Santa Teresa di Gesù Bambino.

Come può un'anima così imperfetta come la mia aspirare a possedere la pienezza dell'Amore? O Gesù, mio primo, mio solo Amico, tu che io amo unicamente, dimmi che mistero è questo? Perché non riservi queste immense aspirazioni alle grandi anime, alle Aquile che si librano nelle altezze?... Io mi considero invece un debole uccellino coperto solo da una leggera lanugine. Non sono un'aquila: dell'aquila ho semplicemente gli occhi e il cuore perché, nonostante la mia piccolezza estrema, oso fissare il Sole divino, il Sole dell'Amore, e il mio cuore sente dentro di sé tutte le aspirazioni dell'Aquila... L'uccellino vorrebbe volare verso il Sole brillante che affascina i suoi occhi, vorrebbe imitare le Aquile sue sorelle che vede elevarsi fino al focolare divino della Trinità Santissima... Ahimè, tutto ciò che riesce a fare è sollevare le sue piccole ali! Ma alzarsi in volo, questo non è nelle sue piccole possibilità! Che ne sarà di lui? Morirà dal dispiacere nel vedersi così impotente?... Oh, no! L'uccellino non si affliggerà nemmeno. Con abbandono audace, vuole restare a fissare il suo Sole divino. Niente potrebbe spaventarlo: né il vento, né la pioggia. E se nubi oscure vengono a nascondere l'Astro dell'Amore, l'uccellino non cambia posto, sa che al di là delle nubi il Sole brilla sempre, che il suo splendore non potrebbe eclissarsi neanche un momento.


O SIGNORE DEL VENERDÌ (ANTICA PREGHIERA IRLANDESE)

O Signore del Venerdì,
teso allo spasimo sulla croce,
o Signore che hai sofferto
le percosse, le ferite, l'abbandono,
su noi, protesi al riparo
della tua potenza,
fa' discendere questa notte
il frutto dell'albero del Riscatto.


PREGHIERA "IL GRIDO DEL DAINO" (o "LO SCUDO DI SAN PATRIZIO")

 

Io sorgo oggi,
grazie a una forza possente: l'invocazione della Trinità,
alla fede nell'Essere Uno e Trino.

Io sorgo oggi,
grazie alla forza della fede, all'Incarnazione di Cristo,
grazie alla forza del suo battesimo nel Giordano,
alla forza della sua crocifissione per la mia salvezza,
e della sua sepoltura,
alla forza della sua resurrezione e della sua ascesa in cielo,
alla forza della sua discesa per il giudizio universale.

Io sorgo oggi,
grazie alla forza del cielo,
luce del sole,
fulgore della luna,
splendore del fuoco,
velocità del lampo,
rapidità del vento,
profondità del mare,
stabilità della terra,
saldezza della roccia.

Io sorgo oggi,
grazie alla forza del Signore che mi conduce,
il potere di Dio per sollevarmi,
la saggezza di Dio per guidarmi,
l'occhio di Dio per guardare davanti a me,
l'orecchio di Dio per udirmi,
la parola di Dio per parlarmi,
la mano di Dio per difendermi,
la via di Dio da seguire,
lo scudo di Dio a proteggermi,
l'esercito di Dio a salvarmi.

Cristo con me, Cristo davanti a me, Cristo dietro di me,
Cristo alla mia destra, Cristo alla mia sinistra,
Cristo quando mi corico, Cristo quando mi siedo, Cristo quando mi alzo;
Cristo in ogni cuore che mi pensa,
Cristo in ogni bocca che mi parla,
Cristo in ogni occhio che mi guarda,
Cristo in ogni orecchio che mi ascolta.

Io sorgo oggi,
grazie a una forza possente: l'invocazione della Trinità,
alla fede nell'Essere Uno e Trino
Creatore di tutto il creato,
Padre eterno, Spirito, Parola.
Lodate il Signore della mia salvezza.
La salvezza è di Cristo Signore.

BENEDIZIONE GAELICA DEL XV SECOLO

 

Il Signore sia nella mia mente e nel mio intendimento
il Signore sia nei miei occhi e nel mio sguardo,
il Signore sia nelle mie labbra e nella mia parola,
il Signore sia nel mio cuore e nel mio pensiero,
il Signore sia al principio e alla fine dei miei giorni.

 

ANTICA BENEDIZIONE CELTICA

 

Possa la strada farsi incontro a te,
possa il vento essere sempre alle tue spalle,
possa il sole splendere caldo sul tuo viso,
possa la pioggia cadere leggera sui tuoi campi.
E fino a quando non ci incontreremo di nuovo,
possa Dio tenerti nel palmo della sua mano.

 

Padre Mio di Charles De Foucauld

Padre Mio,
io mi abbandono a Te,
fa di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia
di me,
Ti ringrazio.

Sono pronto a tutto,
accetto tutto,
La tua volontà si compia in me,
e in tutte le tue creature.
Non desidero niente altro,
mio Dio.

Affido l'anima mia
nelle tue mani.
Te la dono mio Dio,
con tutto l'amore
del mio cuore
perchè ti amo,
ed è un bisogno del mio amore
di donarmi
di pormi nelle tue mani
senza riserve,
con infinita fiducia,
perchè tu sei il Padre mio.

 

Padre Nostro degli Oppressi di Dom Pedro Casaldaliga,

un grande vescovo e poeta brasiliano

 

Fratelli nostri che vivete nel primo mondo…

Affinchè il suo nome non venga ingiuriato

Affinchè venga a noi il Suo regno e sia fatta la Sua volontà

Non solo in cielo ma anche in terra,

Rispettate il nostro pane quotidiano,

Rinunciando allo sfruttamento quotidiano,

Non fate di tutto per riscuotere il debito che non abbiamo fatto

E che vi stanno pagando I nostri bambini, I nostri affamati, I nostri morti,

Non cadete più nella tentazione del lucro, del razzismo, della guerra;

Noi faremo il possibile per non cadere nella tentazione dell’ odio e della sottomissione

E liberiamoci, gli uni e gli altri, dal male.

Solo così potremo recitare insieme

La preghiera della famiglia che il fratelllo Gesù ci insegnò.

Padre Nostro, Madre Nostra, che sei in Cielo e in Terra.

'Preghiera Semplice' di san Francesco di Assisi
O Signore, fa di me uno strumento della tua pace:
Dov'è odio, ch'io porti l'Amore;
dov'è offesa, ch'io porti il Perdono;
dov'è discordia, ch'io porti l'Unione;
dov'è dubbio, ch'io porti la Fede;
dov'è errore, ch'io porti la Verità;
dov'è disperazione, ch'io porti la Speranza;
dov'è tristezza, ch'io porti la Gioia;
dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.
O Maestro, fa' che io non cerchi tanto:
di essere consolato, ma di consolare;
di essere compreso, quanto di comprendere;
di essere amato, quanto dì amare;
poiché: dando si riceve;
perdonando, si è perdonati;
morendo, si risuscita a Vita Eterna.

 

'Quando mi sarò unito a te'. Da 'Le Confessioni' di sant'Agostino (X,28-X,69)
Quando mi sarò unito a te con tutto me stesso, non esisterà per me dolore e pena in nessun luogo. Sarà vera vita la mia vita, tutta piena di te. Tu sollevi chi riempi; io ora, non essendo pieno di te, sono un peso per me; le mie gioie, di cui dovrei piangere, contra-stano le afflizioni, di cui dovrei gioire, e non so da quale parte stia la vittoria; le mie afflizioni maligne contrastano le mie gioie oneste, e non so da quale parte stia la vittoria. Ahimè, Signore, abbi pietà di me! Ahimè! Vedi che non nascondo le mie piaghe. Tu sei medico, io sono malato; tu sei misericordioso, io sono misero... A ragione è salda la mia speranza che guarirai tutte le mie debolezze grazie a Chi siede alla tua destra e intercede per noi presso di te.

Ricordiamoci sempre dell'amore di Cristo

Chi ha come amico Cristo Gesù e segue un capitano così magnanimo come lui, può certo sopportare ogni cosa; Gesù infatti aiuta e dà forza, non viene mai meno ed ama sinceramente. 

Infatti ho sempre riconosciuto e tuttora vedo chiaramente che non possiamo piacere a Dio e da lui ricevere grandi grazie, se non per le mani della sacratissima umanità di Cristo, nella quale egli ha detto di compiacersi.

Ne ho fatto molte volte l'esperienza, e me l'ha detto il Signore stesso. Ho visto nettamente che dobbiamo passare per questa porta, se desideriamo che la somma Maestà ci mostri i suoi grandi segreti. Non bisogna cercare altra strada, anche se si è raggiunto il vertice della contemplazione, perché per questa via si è sicuri. 

È da lui, Signore nostro, che ci vengono tutti i beni. Egli ci istruirà.

Meditando la sua vita, non si troverà modello più perfetto. Che cosa possiamo desiderare di più, quando abbiamo al fianco un così buon amico che non ci abbandona mai nelle tribolazioni e nelle sventure, come fanno gli amici del mondo? Beato colui che lo ama per davvero e lo ha sempre con sé! Guardiamo il glorioso apostolo Paolo che non poteva fare a meno di avere sempre sulla bocca il nome di Gesù, perché l'aveva ben fisso nel cuore. Conosciuta questa verità, ho considerato e ho appreso che alcuni santi molto contemplati vi, come Francesco, Antonio da Padova, Bemardo, Caterina da Siena, non hanno seguito altro cammino.

Bisogna percorrere questa strada con grande libertà, abbandonandoci nelle mani di Dio. Se egli desidera innalzarci fra i principi della sua corte, accettiamo volentieri tale grazia.

Ogni volta poi che pensiamo a Cristo, ricordiamoci dell'amore che lo ha spinto a concederci tante grazie e dell'accesa carità che Dio ci ha mostrato dandoci in lui un pegno della tenerezza con cui ci segue: amore infatti domanda amore.

Perciò sforziamoci di considerare questa verità e di eccitarci ad amare. Se il Signore ci facesse la grazia, una volta, di imprimerci nel cuore questo amore, tutto ci diverrebbe facile e faremmo molto, in breve e senza fatica.

SIGNORE, NON NE POSSO PIU’

La mia resistenza è agli estremi

la mia fede viene meno
sotto le prove che incalzano.

NON COMPRENDO PIU' NIENTE.
Ma per sostenere in pace
e rimanere vicino a che soffre
non è necessario comprendere.

NON MI ABBANDONARE, SIGNORE,

Tu che mi conosci e sai tutto di me

e di questo mio povero

cuore di carne.

 

TIENIMI SU’ IL CUORE,

e aiutami a superare l’angoscia

che spesso il male mi dà.

 

RINSALDAMI LA CERTEZZA

che niente va perduto

del nostro patire perché è tuo

e ti appartiene

meglio di qualsiasi cosa nostra.

 

AIUTAMI A CREDERE

che la tua  misericordia

sta universalmente preparando

una giornata più buona a tutti.

don Primo Mazzolari

NOTIZIA DELLA SANTA

Brigida nacque in Svezia nel 1303 da una famiglia nobile, colta e fervente di fede. Divenuta sposa, appena quindicenne, di un giovane buono e mite, che condivideva le aspirazioni alla perfezione della consorte, attese con solerzia e intelligenza all'educazione dei suoi otto figli.

Alle cure domestiche seppe mirabilmente associare la preghiera, lo studio delle sante Scritture, la lettura degli autori religiosi e l'esercizio della carità verso i poveri e i sofferenti. Il pellegrinaggio a san Giacomo di Compostella, compiuto nel venticinquesimo anniversario di matrimonio, determinò un più profondo impegno nel cammino ascetico.

Rimasta vedova poco dopo, si dedicò totalmente al servizio del Signore e istituì un nuovo Ordine monastico.
Nel 1350, in occasione dell'anno santo, venne a Roma, dove poi risiedette fino alla morte, avvenuta nel 1373. Durante il soggiorno romano diede a tutti esempio di grandi virtù. Scrisse molte opere, nelle quali narrò le sue straordinarie esperienze spirituali.Elevazione della mente a Cristo Salvatore

Dalle « Orazioni » attribuite a santa Brigida

Sii benedetto, Signor mio Gesù Cristo, per aver predetto prima del tempo la tua morte, per aver trasformato in modo mirabile, durante l'ultima Cena, del pane materiale nel tuo corpo glorioso, per averlo distribuito amorevolmente agli apostoli in memoria della tua degnissima passione, per aver lavato loro i piedi con le tue mani sante e preziose, dimostrando così l'immensa grandezza della tua umiltà.
Onore a te, Signor mio Gesù Cristo, per aver sudato sangue dal tuo corpo innocente nel timore della passione e della morte, operando tuttavia la nostra redenzione che desideravi portare a compimento, mostrando così chiaramente il tuo amore per il genere umano.

Sii benedetto, Signor mio Gesù Cristo, per essere stato condotto da Caifa e per aver permesso nella tua umiltà, tu che sei giudice di tutti, di essere sottoposto al giudizio di Pilato.
Gloria a te, Signor mio Gesù Cristo, per essere stato deriso quando, rivestito di porpora, sei stato coronato di spine acutissime, e per aver sopportato con infinita pazienza che il tuo volto glorioso fosse coperto di sputi, che i tuoi occhi fossero velati, che la tua faccia fosse percossa pesantemente dalle mani sacrileghe di uomini iniqui.

Lode a te, Signor mio Gesù Cristo, per aver permesso con tanta pazienza di essere legato alla colonna, di essere flagellato in modo disumano, di essere condotto coperto di sangue al giudizio di Pilato, di esserti mostrato come un agnello innocente condotto all'immolazione. Onore a te, Signor mio Gesù Cristo, per esserti lasciato condannare nel tuo santo corpo, ormai tutto inondato di sangue, alla morte di croce; per aver portato con dolore la croce sulle tue sacre spalle, e per aver voluto essere inchiodato al legno del patibolo dopo essere stato trascinato crudelmente al luogo della passione e spogliato delle tue vesti.

Onore a te, Signore Gesù Cristo, per aver rivolto umilmente, in mezzo a tali tormenti, i tuoi occhi colmi di amore e di bontà alla tua degnissima Madre, che mai conobbe il peccato, né mai consentì alla più piccola colpa, e per averla consolata affidandola alla protezione fedele del tuo discepolo. Benedizione eterna a te, Signor mio Gesù Cristo, per aver dato, durante la tua mortale agonia, la speranza del perdono a tutti i peccatori, quando hai promesso misericordiosamente la gloria del paradiso al ladrone che si era rivolto a te.
Lode eterna a te, Signor mio Gesù Cristo, per ogni ora in cui hai sopportato per noi peccatori sulla croce le più grandi amarezze e sofferenze; infatti i dolori acutissimi delle tue ferite penetravano orribilmente nella tua anima beata e trapassavano crudelmente il tuo cuore sacratissimo, finché venuto meno il cuore, esalasti felicemente lo spirito e, inclinato il capo, lo consegnasti in tutta umiltà nelle mani di Dio Padre, rimanendo poi, morto, tutto freddo nel corpo.

Sii benedetto, Signor mio Gesù Cristo, per aver redento le anime col tuo sangue prezioso e con la tua santissima morte, e per averle misericordiosamente ricondotte dall'esilio alla vita eterna.
Sii benedetto, Signor mio Gesù Cristo, per aver lasciato che la lancia ti perforasse, per la nostra salvezza, il fianco e il cuore, e per il sangue prezioso e l'acqua che da quel fianco sono sgorgati per la nostra redenzione.

Gloria a te, Signor mio Gesù Cristo, per aver voluto che il tuo corpo benedetto fosse deposto dalla croce ad opera dei tuoi amici, fosse consegnato nelle braccia della tua addolorata Madre e da lei avvolto in panni, e che fosse rinchiuso nel sepolcro e custodito dai soldati.

Onore eterno a te, Signor mio Gesù Cristo, per essere risuscitato dai morti il terzo giorno e per esserti incontrato vivo con chi hai prescelto; per essere salito, dopo quaranta giorni, al cielo, alla vista di molti e, per aver collocato lassù, tra gli onori, i tuoi amici che avevi liberati dagli inferi.
Giubilo e lode eterna a te, Signore Gesù Cristo, per aver mandato nel cuore dei discepoli lo Spirito santo e per aver comunicato al loro spirito un immenso e divino amore. Sii benedetto, lodato e glorificato nei secoli, mio Signore Gesù, che siedi sul trono nel tuo regno dei cieli, nella gloria della tua maestà, corporalmente vivo con tutte le tue santissime membra, che prendesti dalla carne della Vergine. E così verrai nel giorno del giudizio per giudicare le anime di tutti i vivi e di tutti i morti: tu che vivi e regni col Padre e con lo Spirito santo nei secoli dei secoli. Amen.

Stai con me (di John Henry Newman) 

«Stai con me, e io inizierò a risplendere
come tu risplendi;
a risplendere fino ad essere luce per gli altri.
La luce, o Gesù, verrà tutta da te:
nulla sarà merito mio.
Sarai tu a risplendere, attraverso di me,
sugli altri.
Fa' che io ti lodi così.
nel modo che tu più gradisci,
risplendendo sopra tutti coloro
che sono intorno a me.
Da' luce a loro e da' luce a me;
illumina loro insieme a me, attraverso di me.
Insegnami a diffondere la tua lode,
la tua verità, la tua volontà.
Fa' che io ti annunci non con le parole
ma con l'esempio,
con quella forza attraente,
quella influenza solidale
che proviene da ciò che faccio,
con la mia visibile somiglianza ai tuoi santi,
e con la chiara pienezza dell'amore
che il mio cuore nutre per te.

(John Henry Newman)

 

[Gesù] era appeso sulla croce, ma scuoteva tutto l'universo; tremava sul patibolo, ma tutto questo mondo tremava davanti a lui; era tra i supplizi e veniva ferito, ma donava il regno dei cieli; divenuto il peccato di tutti, lavava i peccati del genere umano. Infine morì - lo dico per la seconda e la terza volta eusltando e inneggiando: "Morì" - affiché la sua morte divenisse fonte di vita per i morti.

Ma in verità anche la sua sepoltura ha qualcosa di mirabile. Infatti, sebbene fosse stato unto da Giuseppe e collocato nel suo sepolcro, con un'azione davvero nuova egli stesso, sebbene morto, dischiudeva il sepolcro dei morti. Il suo corpo giaceva nella tomba, ma egli, 'libero tra i morti' (salmo 87,6), distrutta la legge della morte, donava il perdono a coloro che stavano nell'inferno. Dunque la sua carne era nel sepolcro, ma la sua potenza operava dal cielo.

(Sant'Ambrogio, vescovo. Da 'Il mistero dell'incarnazione del Signore', V )

 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (12,9)
Egli mi ha detto: 'Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza'. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.

 

PRESENTAZIONE

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Il leitmotiv di questa Via crucis viene messo in luce all'inizio, nella preghiera iniziale, e poi di nuovo nella stazione XIV. E' la parola pronunciata da Gesù la Domenica delle Palme con la quale - immediatamente dopo il suo ingresso a Gerusalemme - risponde alla domanda di alcuni greci che lo volevano vedere: «Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12, 24). Il Signore interpreta così tutto il suo percorso terreno come il percorso del chicco di grano che soltanto attraverso la morte arriva a produrre frutto. Egli interpreta la sua vita terrena, la sua morte e la sua risurrezione in direzione della santissima Eucaristia, nella quale è riassunto tutto il suo mistero. Siccome egli ha vissuto la sua morte come offerta di sé, come atto d'amore, il suo corpo è stato trasformato nella nuova vita della risurrezione. Per questo egli, il Verbo incarnato, è diventato ora il nostro nutrimento che porta alla vera vita, alla vita eterna.Il Verbo eterno - la forza creatrice della vita - è disceso dal cielo, diventando così la vera manna, il pane che si comunica all'uomo nella fede e nel sacramento. In questo modo la Via crucis diventa una via che conduce fin dentro il mistero eucaristico: la pietà popolare e la pietà sacramentale della Chiesa si legano e si fondono. La preghiera della Via crucis si può intendere come una via che porta alla comunione profonda, spirituale con Gesù, senza la quale la comunione sacramentale rimarrebbe vuota. La Via crucis appare come una via «mistagogica ».

A questa visione si contrappone una comprensione puramente sentimentale della Via crucis, del cui pericolo il Signore, nella stazione VIII, avverte le donne di Gerusalemme che piangono su di lui. Il semplice sentimento non basta; la Via crucis dovrebbe essere una scuola di fede, di quella fede che, per sua natura, «opera per mezzo della carità» (Gal 5, 6). Questo però non significa che debba essere escluso il sentimento. Per i Padri, il primo vizio dei pagani è proprio la loro mancanza di cuore; per questo essi riprendono la visione di Ezechiele, il quale comunica al popolo d'Israele la promessa di Dio di togliere dal loro petto il cuore di pietra e di dare loro un cuore di carne (cfr. Ez 11, 19). La Via crucis ci mostra un Dio che condivide, egli stesso, le sofferenze degli uomini, il cui amore non rimane impassibile e distante, ma scende in mezzo a noi, fino alla morte sulla croce (cfr. Fil 2, 8). Il Dio che condivide le nostre sofferenze, il Dio fattosi uomo per portare la nostra croce, vuole trasformare il nostro cuore di pietra e chiamarci a condividere le sofferenze altrui, vuole darci un «cuore di carne» che non resti impassibile di fronte alle sofferenze altrui, ma si lasci toccare e ci conduca all'amore che risana e aiuta. Questo ci riporta alle parole di Gesù sul chicco di grano che egli stesso trasforma nella formula basilare dell'esistenza cristiana: «Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna» (Gv 12, 25; cfr. Mt 16, 25; Me 8, 35; Le 9, 24; 17, 33: «Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà »). Con questo ci spiega anche quel che significa la frase che precede, nei V angeli sinottici, questa parola centrale del suo messaggio: «Se qualcuno vuoI venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16, 24). Con tutte queste parole egli stesso offre l'interpretazione della «Via crucis », ci insegna come dobbiamo pregarla e seguirla: la Via crucis è la via del perdere noi stessi, cioè la via dell'amore vero. Su questa via egli ci ha preceduto, questa è la via che ci vuole insegnare la preghiera della Via crucis. E questo ci riporta ancora al chicco di grano, alla santissima Eucaristia nella quale continuamente si rende presente in mezzo a noi il frutto della morte e della risurrezione di Gesù. In essa egli cammina con noi, come quella volta con i discepoli di Emmaus, facendosi sempre di nuovo nostro contemporaneo.

PREGHIERA INIZIALE

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Signore Gesù Cristo, per noi hai accettato la sorte del chicco di grano che cade in terra e muore per produrre molto frutto (Gv 12, 24). Ci inviti a seguirti su questa via quando dici: « Chi ama la sua vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna» (Gv 12, 25). Noi, però, siamo attaccati alla nostra vita. Non vogliamo abbandonarla, ma tenerla tutta per noi stessi. Vogliamo possederla, non offrirla. Ma tu ci precedi e ci mostri che possiamo salvare la nostra vita soltanto donandola. Tramite il nostro accompagnarti sulla Via crucis vuoi condurci sulla via del chicco di grano, la via di una fecondità che giunge fino all'eternità. La croce - l'offerta di noi stessi - ci pesa molto. Ma sulla tua Via crucis tu hai portato anche la mia croce, e non l'hai portata in un qualche momento del passato, perché il tuo amore è contemporaneo alla mia vita. La porti oggi con me e per me, e, in modo mirabile, vuoi che adesso anch'io, come allora Simone di Cirene, porti con te la tua croce e, accompagnandoti, mi ponga con te a servizio della redenzione del mondo. Aiutami perché la mia Via crucis non sia appena il devoto sentimento di un attimo. Aiutaci ad accompagnarti non solo con nobili pensieri, ma a percorrere la tua via con il cuore, anzi, con i passi concreti della nostra vita quotidiana. Aiutaci perché ci incamminiamo con tutto noi stessi sulla via della croce, e rimaniamo per sempre sulla tua via. Liberaci dalla paura della croce, dalla paura di fronte all'altrui derisione, dalla paura che la nostra vita possa sfuggirei se non afferriamo tutto ciò che essa offre. Aiutaci a smascherare le tentazioni che promettono vita, ma le cui profferte, alla fine, ci lasciano soltanto vuoti e delusi. Aiutaci a non impadronirci della vita, ma a donarla. Aiutaci, accompagnandoti sulla via del chicco di grano, a trovare, nel «perdere la vita », la via dell'amore, la via che veramente ci dona vita, vita in abbondanza (Gv l0, l0).

PRIMA STAZIONE Gesù è condannato a morte

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

Cattedrale - Padova

 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 22-23.26

Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto? ». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!».

Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

 

MEDITAZIONE

Il Giudice del mondo, che un giorno ritornerà a giudicare tutti noi, sta lì, annientato, disonorato e inerme davanti al giudice terreno. Pilato non è un mostro di malvagità. Sa che questo condannato è innocente; cerca il modo di liberarlo. Ma il suo cuore è diviso. E alla fine fa prevalere sul diritto la sua posizione, se stesso. Anche gli uomini che urlano e chiedono la morte di Gesù non sono dei mostri di malvagità. Molti di loro, il giorno di Pentecoste, si sentiranno «trafiggere il cuore» (At 2, 37), quando Pietro dirà loro: «Gesù di Nazareth - uomo accreditato da Dio presso di voi - ... voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi...» (At 2, 22s). Ma in quel momento subiscono l'influenza della folla. Urlano perché urlano gli altri e come urlano gli altri. E così, la giustizia viene calpestata per vigliaccheria, per pusillanimità, per paura del diktat della mentalità dominante. La sottile voce della coscienza viene soffocata dalle urla della folla. L'indecisione, il rispetto umano conferiscono forza al male.

 

PREGHIERA

Signore, sei stato condannato a morte perché la paura dello sguardo altrui ha soffocato la voce della coscienza. Accade sempre così, lungo tutta la storia, che degli innocenti vengano maltrattati, condannati e uccisi. Quante volte abbiamo, anche noi, preferito il successo alla verità, la nostra reputazione alla giustizia. Dona forza, nella nostra vita, alla sottile voce della coscienza, alla tua voce. Guardami come hai guardato Pietro dopo il rinnegamento. Fa' che il tuo sguardo penetri nelle nostre anime e indichi la direzione alla nostra vita. A coloro che il Venerdì santo hanno urlato contro di te, il giorno di Pentecoste hai donato la commozione del cuore e la conversione. E così hai dato speranza a tutti noi. Dona anche a noi, sempre di nuovo, la grazia della conversione.

 

Tutti:

Pater noster, qui es in coelis:

sanctificetur nomen tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

Stabat mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat Filius.

 

SECONDA STAZIONE Gesù è caricato della croce

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

Cattedrale - Padova

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27,27-31

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: « Salve, re dei Giudei!». E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.

MEDITAZIONE

Gesù, condannato come sedicente re, viene deriso, ma proprio nella derisione emerge crudelmente la verità. Quante volte le insegne del potere portate dai potenti di questo mondo sono un insulto alla verità, alla giustizia e alla dignità dell'uomo! Quante volte i loro rituali e le loro grandi parole, in verità, non sono altro che pompose menzogne, una caricatura del compito a cui sono tenuti per il loro ufficio, quello di mettersi a servizio del bene. Gesù, colui che viene deriso e che porta la corona della sofferenza, è proprio per questo il vero re.Il suo scettro è giustizia (cfr. Sal 45, 7).Il prezzo della giustizia è sofferenza in questo mondo: lui, il vero re, non regna tramite la violenza, ma tramite l'amore che soffre per noi e con noi. Egli porta la croce su di sé, la nostra croce, il peso dell'essere uomini, il peso del mondo. È così che egli ci precede e ci mostra come trovare la via per la vita vera.

PREGHIERA

Signore, ti sei lasciato deridere e oltraggiare. Aiutaci a non unirci a coloro che deridono chi soffre e chi è debole. Aiutaci a riconoscere in coloro che sono umiliati ed emarginati il tuo volto. Aiutaci a non scoraggiarci davanti alle beffe del mondo quando l'obbedienza alla tua volontà viene messa in ridicolo. Tu hai portato la croce e ci hai invitato a seguirti su questa via (Mt l0, 38). Aiutaci ad accettare la croce, a non sfuggirla, a non lamentarci e a non lasciare che i nostri cuori si abbattano di fronte alle fatiche della vita. Aiutaci a percorrere la via dell'amore e, obbedendo alle sue esigenze, a raggiungere la vera gioia.

Tutti:

Pater noster, qui es in coelis:

sanctificetur nomen tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

Cuius animam gementem, contristatam et dolentem

pertransivit gladius.

TERZA STAZIONE  Gesù cade la prima volta

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

Cattedrale - Padova

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal libro del profeta Isaia. 53, 4-6

Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti.

MEDITAZIONE

L'uomo è caduto e cade sempre di nuovo: quante volte egli diventa la caricatura di se stesso, non più immagine di Dio, ma qualcosa che mette in ridicolo il Creatore. Colui che, scendendo da Gerusalemme a Gerico, incappò nei briganti che lo spogliarono lasciandolo mezzo morto, sanguinante al bordo della strada, non è forse l'immagine per eccellenza dell'uomo? La caduta di Gesù sotto la croce non è soltanto la caduta dell'uomo Gesù già sfinito dalla flagellazione. Qui emerge qualcosa di più profondo, come Paolo dice nella lettera ai Filippesi: «Pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini... umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2, 6-8). Nella caduta di Gesù sotto il peso della croce appare l'intero suo percorso: il suo volontario abbassamento per sollevarci dal nostro orgoglio. E nello stesso tempo emerge la natura del nostro orgoglio: la superbia con cui vogliamo emanciparci da Dio non essendo nient'altro che noi stessi, con cui crediamo di non aver bisogno dell'amore eterno ma vogliamo dar forma alla nostra vita da soli. In questa ribellione contro la verità, in questo tentativo di essere noi stessi dio, di essere creatori e giudici di noi stessi, precipitiamo e finiamo per autodistruggerci. L'abbassamento di Gesù è il superamento della nostra superbia: con il suo abbassamento ci fa rialzare. Lasciamo che ci rialzi. Spogliamoci della nostra autosufficienza, della nostra errata smania di autonomia e impariamo invece da lui, da colui che si è abbassato, a trovare la nostra vera grandezza, abbassandoci e volgendoci a Dio e ai fratelli calpestati.

PREGHIERA

Signore Gesù, il peso della croce ti ha fatto cadere per terra. Il peso del nostro peccato, il peso della nostra superbia ti atterra. Ma la tua caduta non è segno di un destino avverso, non è la pura e semplice debolezza di chi è calpestato. Sei voluto venire incontro a noi che, per la nostra superbia, giacciamo per terra. La superbia di pensare che siamo in grado di produrre l'uomo ha fatto sì che gli uomini siano diventati una sorta di merce, che vengano comprati e venduti, che siano come un serbatoio di materiale per i nostri esperimenti, con i quali speriamo di superare da noi stessi la morte, mentre, in verità, non facciamo altro che umiliare sempre più profondamente la dignità dell'uomo. Signore, aiutaci perché siamo caduti. Aiutaci ad abbandonare la nostra superbia distruttiva e, imparando dalla tua umiltà, a essere rialzati di nuovo.

Tutti:

Pater noster, qui es in coelis:

sanctificetur nomen tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta mater Unigeniti!

QUARTA STAZIONE  Gesù incontra sua Madre

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

Cattedrale - Padova

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Luca. 2, 34-35.51

Simeone parlò a Maria, sua Madre: « Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trqfiggerà l'anima».
Sua Madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.

MEDITAZIONE

Sulla Via crucis di Gesù c'è anche Maria, sua Madre. Durante la sua vita pubblica dovette farsi da parte, per lasciare spazio alla nascita della nuova famiglia di Gesù, la famiglia dei suoi discepoli. Dovette anche sentire queste parole: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?.. Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12, 48-50). Adesso si vede che ella, non soltanto nel corpo, ma nel cuore, è la Madre di Gesù. Ancora prima di averlo concepito nel corpo, grazie alla sua obbedienza, lo aveva concepito nel cuore. Le fu detto: «Ecco concepirai un figlio... Sarà grande... il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre» (Le l, 31 s). Ma poco dopo aveva sentito dalla bocca del vecchio Simeone un'altra parola: «E anche a te una spada trafiggerà l'anima» (Le 2, 35). Così si sarà ricordata delle parole pronunciate dai profeti, parole come queste: «Maltrattato, si lasciò umiliare e non apri la sua bocca; era come agnello condotto al macello» (ls 53, 7). Ora tutto questo diventa realtà. Nel suo cuore avrà sempre custodito la parola che l'angelo le aveva detto quando tutto cominciò: «Non temere, Maria» (Le l, 30). I discepoli sono fuggiti, ella non fugge. Ella sta lì, con il coraggio della madre, con la fedeltà della madre, con la bontà della madre, e con la sua fede, che resiste nell'oscurità: «E beata colei che ha creduto» (Le l, 45). «Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Le 18, 8). Sì, in questo momento egli lo sa: troverà la fede. Questa, in quell'ora, è la sua grande consolazione.

PREGHIERA

Santa Maria, Madre del Signore, sei rimasta fedele quando i discepoli sono fuggiti. Come hai creduto quando l'angelo ti annunciò ciò che era incredibile - che saresti divenuta madre dell'Altissimo - così hai creduto nell'ora della sua più grande umiliazione. È così che, nell'ora della croce, nell'ora della notte più buia del mondo, sei diventata Madre dei credenti, Madre della Chiesa. Ti preghiamo: insegnaci a credere e aiutaci affinché la fede diventi coraggio di servire e gesto di un amore che soccorre e sa condividere la sofferenza.

Tutti:

Pater noster, qui es in coelis:

sanctificetur nomen tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

Quae moerebat et dolebat pia mater, cum videbat Nati poenas incliti.

QUINTA STAZIONE  Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

Cattedrale - Padova

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 32; 16, 24

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di Gesù.Gesù disse ai suoi discepoli: « Se qualcuno vuoI venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua».

MEDITAZIONE

Simone di Cirene torna dal lavoro, è sulla strada di casa quando s'imbatte in quel triste corteo di condannati - per lui, forse, uno spettacolo abituale. I soldati usano del loro diritto di coercizione e mettono la croce addosso a lui, robusto uomo di campagna. Quale fastidio deve aver provato nel trovarsi improvvisamente coinvolto nel destino di quei condannati! Fa quello che deve fare, certo con molta riluttanza. L'evangelista Marco però, assieme a lui, nomina anche i suoi figli, che evidentemente erano conosciuti come cristiani, come membri di quella comunità (Me 15, 21). Dall'incontro involontario è scaturita la fede. Accompagnando Gesù e condividendo il peso della croce, il Cireneo ha capito che era una grazia poter camminare assieme a questo Crocifisso e assisterlo. Il mistero di Gesù sofferente e muto gli ha toccato il cuore. Gesù, il cui amore divino solo poteva e può redimere l'umanità intera, vuole che condividiamo la sua croce per completare quello che ancora manca ai suoi patimenti (Col l, 24). Ogni volta che con bontà ci facciamo incontro a qualcuno che soffre, qualcuno che è perseguitato e inerme, condividendo la sua sofferenza, aiutiamo a portare la croce stessa di Gesù. E così otteniamo salvezza e noi stessi possiamo contribuire alla salvezza del mondo.

PREGHIERA

Signore, a Simone di Cirene hai aperto gli occhi e il cuore, donandogli, nella condivisione della croce, la grazia della fede. Aiutaci ad assistere il nostro prossimo che soffre, anche se questa chiamata dovesse essere in contraddizione con i nostri progetti e le nostre simpatie. Donaci di riconoscere che è una grazia poter condividere la croce degli altri e sperimentare che così siamo in cammino con te. Donaci di riconoscere con gioia che proprio nel condividere la tua sofferenza e le sofferenze di questo mondo diveniamo servitori della salvezza, e che così possiamo aiutare a costruire il tuo corpo, la Chiesa.

Tutti:

Pater noster, qui es in coelis:

sanctificetur nomen tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

Quis est homo qui non fleret, matrem Christi si videret

in tanto supplicio?

SESTA STAZIONE  La Veronica asciuga il volto di Gesù

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

Cattedrale - Padova

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

 

 

Dal libro del profeta Isaia  53, 2-3

Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

Dal libro dei Salmi 27, 8-9

Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto »; il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

MEDITAZIONE

"Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto" (Sal 27 , 8-9). Veronica - Berenice, secondo la tradizione greca - incarna questo anelito che accomuna tutti gli uomini pii dell'Antico Testamento, l'anelito di tutti gli uomini credenti a vedere il volto di Dio. Sulla Via crucis di Gesù, comunque, ella, all'inizio, non rende altro che un servizio di bontà femminile: offre un sudario a Gesù. Non si fa né contagiare dalla brutalità dei soldati, né immobilizzare dalla paura dei discepoli. È l'immagine della donna buona, che, nel turbamento e nell'oscurità dei cuori, mantiene il coraggio della bontà, non permette che il suo cuore si ottenebri. "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" (Mt 5, 8). All'inizio Veronica vede soltanto un volto maltrattato e segnato dal dolore. Ma l'atto d'amore imprime nel suo cuore la vera immagine di Gesù: nel Volto umano, pieno di sangue e di ferite, ella vede il Volto di Dio e della sua bontà, che ci segue anche nel più profondo dolore. Soltanto con il cuore possiamo vedere Gesù. Soltanto l'amore ci rende capaci di vedere e ci rende puri. Soltanto l'amore ci fa riconoscere Dio che è l'amore stesso.

PREGHIERA

Signore, donaci l'inquietudine del cuore che cerca il tuo volto. Proteggici dall'ottenebramento del cuore che vede solo la superficie delle cose. Donaci quella schiettezza e purezza che ci rendono capaci di vedere la tua presenza nel mondo. Quando non siamo capaci di compiere grandi cose, donaci il coraggio di un'umile bontà. Imprimi il tuo volto nei nostri cuori, così che possiamo incontrarti e mostrare al mondo la tua immagine.

Tutti:

Pater noster, qui es in coelis:

sanctificetur nomen tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

Pro peccatis suae gentis vidit Iesum in tormentis et flagellis subditum.

SETTIMA STAZIONE Gesù cade per la seconda volta

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

Cattedrale - Padova

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus cibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

 

Dal libro della Lamentazioni. 3, 1-2.9.16

Io sono l'uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri. Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere.

MEDITAZIONE

La tradizione della triplice caduta di Gesù e del peso della croce richiama la caduta di Adamo - il nostro essere umani caduti - e il mistero della partecipazione di Gesù alla nostra caduta. Nella storia, la caduta dell'uomo assume forme sempre nuove. Nella sua prima lettera, san Giovanni parla di una triplice caduta dell'uomo: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita. È così che egli, sullo sfondo dei vizi del suo tempo, con tutti i suoi eccessi e perversioni, interpreta la caduta dell'uomo e dell'umanità. Ma possiamo pensare, nella storia più recente, anche a come la cristianità, stancatasi della fede, abbia abbandonato il Signore: le grandi ideologie, come la banalizzazione dell'uomo che non crede più a nulla e si lascia semplicemente andare, hanno costruito un nuovo paganesimo, un paganesimo peggiore, che volendo accantonare definitivamente Dio, è finito per sbarazzarsi dell'uomo. L'uomo giace così nella polvere. Il Signore porta questo peso e cade e cade, per poter venire a noi; egli ci guarda perché in noi il cuore si risvegli; cade per rialzarci.

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo, hai portato il nostro peso e continui a portarci. È il nostro peso a farti cadere. Ma sii tu a rialzarci, perché da soli non riusciamo ad alzarci dalla polvere. Liberaci dal potere della concupiscenza. Al posto di un cuore di pietra donaci di nuovo un cuore di carne, un cuore capace di vedere. Distruggi il potere delle ideologie, cosicché gli uomini possano riconoscere che sono intessute di menzogne. Non permettere che il muro del materialismo diventi insuperabile. Fa' che ti percepiamo di nuovo. Rendici sobri e attenti per poter resistere alle forze del male e aiutaci a riconoscere i bisogni interiori ed esteriori degli altri, a sostenerli. Rialzaci, così che possiamo rialzare gli altri. Donaci speranza in mezzo a tutta questa oscurità, perché possiamo diventare portatori di speranza per il mondo.

Tutti:

Pater noster, qui es in coelis:

sanctificetur nomen tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

Quis non posset contristari, piam matrem contemplari dolentem cum Filio?

OTTAVA STAZIONE Gesù incontra le donne di Gerusalemme che piangono su di lui

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

Cattedrale - Padova

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

 

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 28-31

Gesù, voltandosi verso le donne, disse: « Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco? ».

MEDITAZIONE

Sentire Gesù, mentre rimprovera le donne di Gerusalemme che lo seguono e piangono su di lui, ci fa riflettere. Come intenderlo? Non è forse un rimprovero rivolto ad una pietà puramente sentimentale, che non diventa conversione e fede vissuta? Non serve compiangere a parole, e sentimentalmente, le sofferenze di questo mondo, mentre la nostra vita continua come sempre. Per questo il Signore ci avverte del pericolo in cui noi stessi siamo. Ci mostra la serietà del peccato e la serietà del giudizio. Non siamo forse, nonostante tutte le nostre parole di sgomento di fronte al male e alle sofferenze degli innocenti, troppo inclini a banalizzare il mistero del male? Dell'immagine di Dio e di Gesù, alla fine, non ammettiamo forse soltanto l'aspetto dolce e amorevole, mentre abbiamo tranquillamente cancellato l'aspetto del giudizio? Come potrà Dio fare un dramma della nostra debolezza? - pensiamo. Siamo pur sempre solo degli uomini! Ma guardando alle sofferenze del Figlio vediamo tutta la serietà del peccato, vediamo come debba essere espiato [mo alla fine per poter essere superato. Il male non può continuare a essere banalizzato di fronte all'immagine del Signore che soffre. Anche a noi egli dice: Non piangete su di me, piangete su voi stessi... perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?

PREGHIERA

Signore, alle donne che piangono hai parlato di penitenza, del giorno del Giudizio, quando ci troveremo al cospetto del tuo volto, il volto del Giudice del mondo. Ci chiami a uscire dalla banalizzazione del male con cui ci tranquillizziamo, così da poter continuare la nostra vita di sempre. Ci mostri la serietà della nostra responsabilità, il pericolo di essere trovati, nel Giudizio, colpevoli e infecondi. Fa' che non ci limitiamo a camminare accanto a te, offrendo soltanto parole di compassione. Convertici e donaci una nuova vita; non permettere che, alla [me, rimaniamo lì come un legno secco, ma fa' che diventiamo tralci viventi in te, la vera vite, e che portiamo frutto per la vita eterna (cfr. Gv 15, l-10).

Tutti:

Pater noster, qui es in coelis:

sanctificetur nomen tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

Tui Nati vulnerati tam dignati pro me pati

poenas mecum divide.

NONA STAZIONE Gesù cade per la terza volta

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

Cattedrale - Padova

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal libro delle Lamentazioni. 3, 27-32

È bene per l'uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c'è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai... Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia.

MEDITAZIONE

Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell'uomo in generale, all'allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante v0lte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c'è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c'è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il sacramento della riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell'animo, il grido: Kyrie, eleison - Signore, salvaci (cfr. Mt 8, 25).

PREGHIERA

Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa: anche all'interno di essa, Adamo cade sempre di nuovo. Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti da quella caduta; spera che tu, essendo stato trascinato nella caduta della tua Chiesa, rimarrai per terra sconfitto. Tu, però, ti rialzerai. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi. Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi.

Tutti:

Pater noster, qui es in crelis:

sanctificetur nomen tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in crelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

Eia, mater, fons amoris, me sentire vim doloris

fac ut tecum lugeam.

DECIMA STAZIONE  Gesù è spogliato delle vesti

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

Cattedrale - Padova

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 33-36

Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato confiele; ma egli, assaggiato lo, non ne volle bere. Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirando le a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia.

MEDITAZIONE

Gesù viene spogliato delle sue vesti. Il vestito conferisce all'uomo la sua posizione sociale; gli dà il suo posto nella società, lo fa essere qualcuno. Essere spogliato in pubblico significa che Gesù non è più nessuno, non è nient'altro che un emarginato, disprezzato da tutti. Il momento della spoliazione ci ricorda anche la cacciata dal paradiso: lo splendore di Dio è venuto meno nell'uomo, che ora si trova lì, nudo ed esposto, denudato, e si vergogna. Gesù, in questo modo, assume ancora una volta la situazione dell'uomo caduto. Il Gesù spogliato ci ricorda il fatto che tutti noi abbiamo perso la «prima veste », e cioè lo splendore di Dio. Sotto la croce i soldati tirano a sorte per dividersi i suoi miseri averi, le sue vesti. Gli evangelisti lo raccontano con parole tratte dal Salmo 22, 19 e ci dicono così quel che Gesù dirà ai discepoli di Emmaus: tutto è accaduto «secondo le Scritture ». Qui niente è pura coincidenza, tutto quel che accade è racchiuso nella Parola di Dio e sostenuto dal suo divino disegno. Il Signore sperimenta tutti gli stadi e i gradi della perdizione degli .uomini, e ognuno di questi gradi è, in tutta la sua amarezza, un passo della redenzione: è proprio così che egli riporta a casa la pecorella smarrita. Ricordiamoci anche che Giovanni dice che l'oggetto del sorteggio era la tunica di Gesù, «tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo» (Gv 19, 23). Possiamo considerarlo un accenno alla veste del sommo sacerdote, la quale era « tessuta da un unico filo », senza cuciture (Gv 19, 23). Costui, il Crocifisso, è infatti il vero sommo sacerdote.

PREGHIERA

Signore Gesù, sei stato spogliato delle tue vesti, esposto al disonore, espulso dalla società. Ti sei caricato del disonore di Adamo, sanandolo. Ti sei caricato delle sofferenze e dei bisogni dei poveri, coloro che sono espulsi dal mondo. Ma proprio così compi la parola dei profeti. Proprio così tu dai significato a ciò che appare privo di significato. Proprio così ci fai riconoscere che tuo Padre tiene nelle sue mani te, noi e il mondo. Donaci un profondo rispetto dell'uomo in tutte le fasi della sua esistenza e in tutte le situazioni nelle quali lo incontriamo. Donaci la veste di luce della tua grazia.

Tutti:

Pater noster, qui es in coelis:

sanctificetur nomen tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

Fac ut ardeat cor meum

in amando Christum Deum, ut sibi complaceam.

UNDICESIMA STAZIONE Gesù è inchiodato sulla croce

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

Cattedrale - Padova

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 37-42

Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei ». Insieme con lui Furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!». Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. E’ il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo ».

MEDITAZIONE

Gesù è inchiodato sulla croce. La sindone di Torino ci permette di avere un'idea dell'incredibile crudeltà di questa procedura. Gesù non beve la bevanda anestetizzante offertagli: coscientemente prende su di sé tutto il dolore della crocifissione. Tutto il suo corpo è martoriato; le parole del Salmo si sono avverate: «Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo» (Sal 22, 7). «Come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato... Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori» (Is 53, 3s). Fermiamoci davanti a questa immagine di dolore, davanti al Figlio di Dio .sofferente. Guardiamo a lui nei momenti della presunzione e del godimento, in modo da imparare a rispettare i limiti e a vedere la superficialità di tutti i beni puramente materiali. Guardiamo a lui nei momenti di calamità ed angustia, per riconoscere che proprio così siamo vicini a Dio.

Cerchiamo di riconoscere il suo volto in coloro che tenderemmo a disprezzare. Dinanzi al Signore condannato, che non volle usare il suo potere per scendere dalla croce, ma piuttosto sopportò la sofferenza della croce fino alla fine, può affiorare un altro pensiero ancora. Ignazio di Antiochia, incatenato egli stesso per la sua fede nel Signore, elogiò i cristiani di Smirne per la loro fede incrollabile: dice che erano, per così dire, inchiodati con la carne e il sangue alla croce del Signore Gesù Cristo (l, l). Lasciamoci inchiodare a lui, non cedendo a nessuna tentazione di staccarci e di cedere alle beffe che vorrebbero indurci a farlo.

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo, ti sei fatto inchiodare sulla croce, accettando la terribile crudeltà di questo dolore, la distruzione del tuo corpo e della tua dignità. Ti sei fatto inchiodare, hai sofferto senza fughe e senza compromessi. Aiutaci a non fuggire di fronte a ciò che siamo chiamati ad adempiere. Aiutaci a farci legare strettamente a te. Aiutaci a smascherare quella falsa libertà che ci vuole allontanare da te. Aiutaci ad accettare la tua libertà «legata» e a trovare nello stretto legame con te la vera libertà.

Tutti:

Pater noster, qui es in coelis:

sanctificetur nomen tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

Sancta mater, istud agas, Crucifixi fige plagas cordi meo valide. V. Adoramus te, Christe, et benedicimus cibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum V. Adoramus te, Christe, et benedicimus cibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum

DODICESIMA STAZIONE Gesù muore sulla croce

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

Cattedrale - Padova

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Giovanni   19, 19-20

Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco.

Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si jèce buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: « Elì, Elì lemà sabactàni? », che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? ». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: « Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!». E Gesù, emesso un alto grido, spirò.

Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

MEDITAZIONE

Sopra la croce di Gesù - nelle due lingue del mondo di allora, il greco e il latino, e nella lingua del popolo eletto, l'ebraico c'è scritto chi è: il Re dei Giudei, il Figlio promesso di Davide. Pilato, il giudice ingiusto, è diventato profeta suo malgrado. Davanti all'opinione pubblica mondiale viene proclamata la regalità di Gesù. Gesù stesso non aveva accettato il titolo di Messia, in quanto avrebbe richiamato un'idea sbagliata, umana, di potere e di salvezza. Ma adesso il titolo può stare scritto lì pubblicamente sopra il Crocifisso. Egli così è davvero il re del mondo. Adesso è davvero «innalzato ». Nella sua discesa egli è salito. Ora ha radicalmente adempiuto al mandato dell'amore, ha compiuto l'offerta di se stesso, e proprio così egli ora è la manifestazione del vero Dio, di quel Dio che è l'amore. Ora sappiamo chi è Dio. Ora sappiamo com'è la vera regalità. Gesù prega il Salmo 22, che comincia con le parole: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Sal 22, 2). Assume in sé l'intero Israele sofferente, l'intera umanità sofferente, il dramma dell'oscurità di Dio, e fa sì che Dio si manifesti proprio laddove sembra essere definitivamente sconfitto e assente. La croce di Gesù è un avvenimento cosmico. Il mondo si oscura, quando il Figlio di Dio subisce la morte. La terra trema. E presso la croce ha inizio la Chiesa dei pagani. Il centurione romano riconosce, capisce che Gesù è il Figlio di Dio. Dalla croce egli trionfa, sempre di nuovo.

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo, nell' ora della tua morte il sole si oscurò. Sempre di nuovo sei inchiodato sulla croce. Proprio in quest'ora della storia viviamo nell'oscurità di Dio. Per la smisurata sofferenza e la cattiveria degli uomini il volto di Dio, il tuo volto, appare oscurato, irriconoscibile. Ma proprio sulla croce ti sei fatto riconoscere. Proprio in quanto sei colui che soffre e che ama, sei colui che è innalzato. Proprio da lì hai trionfato. Aiutaci a riconoscere, in quest'ora di oscurità e di turbamento, il tuo volto. Aiutaci a credere in te e a seguirti proprio nell'ora dell'oscurità e del bisogno. Mostrati di nuovo al mondo in quest'ora. Fa' che la tua salvezza si manifesti.

Tutti:

Pater noster, qui es in coelis:

sanctificetur nomen tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

Vidit suum dulcem Natum morientem desolatum, dum emisit spiritum.

TREDICESIMA STAZIONE  Gesù è deposto dalla croce e consegnato alla Madre

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

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V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 54-55

Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, fùrono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.

MEDITAZIONE

Gesù è morto, il suo cuore viene trafitto dalla lancia del soldato romano e ne escono sangue e acqua: misteriosa immagine del fiume dei sacramenti, del Battesimo e dell'Eucaristia, dai quali, in forza del cuore trafitto del Signore, rinasce, sempre di nuovo, la Chiesa. A lui non vengono spezzate le gambe, come agli altri due crocifissi; così egli si manifesta come il vero agnello pasquale, al quale nessun osso deve essere spezzato (cfr. Es 12,46). E ora che tutto è stato sopportato, si vede che egli, nonostante tutto il turbamento dei cuori, nonostante il potere dell'odio e della vigliaccheria, non è rimasto solo. I fedeli ci sono. Sotto la croce c'erano Maria, sua Madre, la sorella di sua Madre, Maria, Maria di Màgdala e il discepolo che egli amava. Ora arriva anche un uomo ricco, Giuseppe d'Arimatèa: il ricco trova come passare per la cruna di un ago, perché Dio gliene dona la grazia. Seppellisce Gesù nella sua tomba ancora intatta, in un giardino: dove viene sepolto Gesù il cimitero si trasforma in giardino, nel giardino dal quale era stato cacciato Adamo quando si era staccato -dalla pienezza della vita, dal suo Creatore. Il sepolcro nel giardino ci fa sapere che il dominio della morte sta per finire. E arriva anche un membro del sinedrio, Nicodèmo, al quale Gesù aveva annunciato il mistero della rinascita da acqua e da Spirito. Anche nel sinedrio, che aveva deciso la sua morte, c'è qualcuno che crede, che conosce e riconosce Gesù dopo che è morto. Sopra l'ora del grande lutto, del grande ottenebramento e della disperazione, sta misteriosamente la luce della speranza. Il Dio nascosto rimane comunque il Dio vivente e vicino. Il Signore morto rimane comunque il Signore e nostro Salvatore, anche nella notte della morte. La Chiesa di Gesù Cristo, la sua nuova famiglia, comincia a formarsi.

PREGHIERA

Signore, sei disceso nell'oscurità della morte. Ma il tuo corpo viene raccolto da mani buone e avvolto in un candido lenzuolo (Mt 27, 59). La fede non è morta del tutto, il sole non è del tutto tramontato. Quante volte sembra che tu stia dormendo. Com'è facile che noi uomini ci allontaniamo e diciamo a noi stessi: Dio è morto. Fa' che nell'ora dell'oscurità riconosciamo che tu comunque sei lì. Non lasciarci da soli quando tendiamo a perderei d'animo. Aiutaci a non lasciarti da solo. Donaci una fedeltà che resista nello smarrimento e un amore che ti accolga nel momento più estremo del tuo bisogno, come la Madre tua, che ti avvolse di nuovo nel suo grembo. Aiutaci, aiuta i poveri e i ricchi, i semplici e i dotti, a vedere attraverso le loro paure e i loro pregiudizi, e a offrirti la nostra capacità, il nostro cuore, il nostro tempo, preparando così il giardino nel quale può avvenire la risurrezione.

Tutti:

Pater noster, qui es in coelis:

sanctificetur nome n tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

Fac me vere tecum flere, Crucifixo condolere, donec ego vixero.

QUATTORDICESIMA STAZIONE  Gesù è deposto nel sepolcro

 

Via Crucis

Scuola Veneta Sec. XVIII

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R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

 

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 59-61

Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria.

MEDITAZIONE

Gesù, disonorato e oltraggiato, viene deposto, con tutti gli onori, in un sepolcro nuovo. Nicodèmo porta una mistura di mirra e di aloe di cento libbre destinata a emanare un prezioso profumo. Ora, nell'offerta del Figlio, si rivela, come già nell'unzione di Betània, una smisuratezza che ci ricorda l'amore generoso di Dio, la «sovrabbondanza» del suo amore. Dio fa generosamente offerta di se stesso. Se la misura di Dio è la sovrabbondanza, anche per noi niente dovrebbe essere troppo per Dio. È quel che Gesù stesso ci ha insegnato nel discorso della montagna (Mt 5, 20). Ma bisogna ricordare anche le parole di san Paolo su Dio, che «diffonde per mezzo nostro il profumo della conoscenza di Cristo nel mondo intero. Noi siamo infatti... il profumo di Cristo» (2 Cor 2, l4s). Nella putrefazione delle ideologie, la nostra fede dovrebbe essere di nuovo il profumo che riporta sulle tracce della vita. Nel momento della deposizione comincia a realizzarsi la parola di Gesù: «In verità, in verità, vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12, 24). Gesù è il chicco di grano che muore. Dal chicco di grano morto comincia la grande moltiplicazione del pane che dura fino alla fine del mondo: egli è il pane di vita capace di sfamare in misura sovrabbondante l'umanità intera e di donarle il nutrimento vitale: il Verbo eterno di Dio, che è diventato carne e anche pane, per noi, attraverso la croce e la risurrezione. Sopra la sepoltura di Gesù risplende il mistero dell'Eucaristia.

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo, nella deposizione hai fatto tua la morte del chicco di grano, sei diventato il chicco di grano morto che produce frutto lungo il corso dei tempi, fino all'eternità. Dal sepolcro risplende in ogni tempo la promessa del chicco di grano, dal quale viene la vera manna, il pane di vita nel quale tu offri te stesso a noi. La Parola eterna, attraverso l'incarnazione e la morte, è diventata la Parola vicina: ti metti nelle nostre mani e nei nostri cuori affinché la tua Parola cresca in noi e produca frutto. Tu doni te stesso attraverso la morte del chicco di grano, affinché anche noi abbiamo il coraggio di perdere la nostra vita per trovarla; affinché anche noi ci fidiamo della promessa del chicco di grano. Aiutaci ad amare sempre più il tuo mistero eucaristico e a venerarlo - a vivere veramente di te, Pane del cielo. Aiutaci a diventare il tuo «profumo », a rendere percepibili le tracce della tua vita, in questo mondo. Come il chicco di grano si rialza dalla terra come stelo e spiga, così anche tu non potevi rimanere nel sepolcro: il sepolcro è vuoto perché lui - il Padre - non ti «abbandonò negli inferi, né la tua carne vide corruzione» (At 2, 31, Sal 16, 10 LXX). No, tu non hai visto la corruzione. Sei risorto e hai dato spazio alla carne trasformata nel cuore di Dio. Fa' che possiamo rallegrarci di questa speranza e possiamo portarla gioiosamente nel mondo, fa' che diventiamo testimoni della tua risurrezione.

Tutti:

Pater noster, qui es in coelis:

sanctificetur nomen tuum;

adveniat regnum tuum;

fiat voluntas tua, sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra,

sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem;

sed libera nos a malo.

Quando corpus morietur, fac ut animae donetur paradisi gloria. Amen.

BENEDIZIONE

Dominus vobiscum. R. Et cum spiritu tuo.

Sit nomen Domini benedictum. R. Ex hoc nunc et usque in saeculum.

Adiutorium nostrum in nomine Domini.

R. Qui fecit coelum et terram.

Benedicat vos omnipotens Deus,

Pater, et Filius, et + Spiritus Sanctus.

R. Amen.