I miracoli

 

L’antico popolo di Israele non aveva la concezione di natura come di un sistema unitario. Essa era vista come un insieme di fenomeni di cui Dio si serviva per mostrare la sua potenza. Questi interventi di Dio passano sotto il nome di “mirabilia Dei”, meraviglie di Dio.

 

L’osservatore di questi segni era poi parte della cultura del suo tempo che tendeva sempre ad ingigantire il fenomeno per dare enfasi all’intervento divino.

 

I prodigi più grandi nella storia di Israele sono i fatti narrati nel libro dell’Esodo. Dalla chiamata di Mosè dal roveto ardente, ai segni vocazionali del bastone e della mano, alle piaghe d’Egitto, al passaggio del Mar Rosso, al sostentamento nel deserto con acqua, manna e quaglie, fino al passaggio del Giordano e all’ingresso nella Terra Promessa.

 

Il potere di Dio sulla natura e sugli uomini arriva fino a Gesù Cristo, il quale opera i miracoli allo scopo di salvare gli uomini dai poteri del male che si manifesta nel fisico e nell’anima delle persone. Gesù che sconfigge le infermità e le calamità naturali indica che Egli è superiore ad ogni avversità che si manifesta nel disagio, nella malattia, fino alla reale possessione demoniaca.

 

Attraverso il miracolo, Gesù restituiva alla persona la dignità sociale e spirituale. Spesso tali miracoli sono fraintesi dalla gente e lo stesso Gesù viene visto semplicemente come un guaritore, senza cogliere il senso dei segni da lui compiuti.

 

Il potere di compiere miracoli è poi trasmesso da Gesù agli apostoli (Lc 9,1), ad indicare la sua intenzione di far proseguire la Chiesa nell’opera da Lui inaugurata.

 

Possiamo raccogliere in tre generi i miracoli compiuti da Gesù. Il primo riguarda la guarigione fisica delle persone, il secondo l’intervento sulla natura ed il terzo sono i miracoli di esorcismo.

 

Riguardo al primo tipo, occorre capire che al tempo di Gesù non esisteva la prevenzione sociale, non c’erano gli ospedali o i centri di accoglienza. L’ammalato era completamente a carico della famiglia che ne sopportava tutte le conseguenze. Spesso le famiglie allontanavano l’ammalato e questo viveva ai margini della strada, mendicando ed attendendo l’aiuto dai passanti.

 

Così per le strade di Palestina, Gesù incontrava ciechi, zoppi, muti, sordi, paralitici, lebbrosi, malati cronici, fino al dolore per la morte. Il Suo intervento non ha solo lo scopo di sanare fisicamente ma di togliere con il male fisico anche il male spirituale, invitando il miracolato alla conversione. Così la cecità era segno della mancanza di fede, la sordità dell’incapacità di ascolto della Parola di Dio, il mutismo l’impossibilità di professare la fede, la paralisi rimanda al peccato che paralizza lo spirito, fino alla morte che è la vittoria del male.

 

Circa il secondo tipo, Gesù interviene sulle avversità e calamità naturali allo scopo di insegnare la sua signoria sulla storia. I miracoli più frequenti a questo riguardo avvengono sul mare, con il dominio della tempesta, la camminata sulle acque e la pesca miracolosa. Il mare nella Bibbia è l’immagine del male, quindi Gesù che domina il mare rimanda al suo dominio sul male stesso, rappresentato nel mare. Il mare che minaccia la vita, il mare avaro che non concede la vita, il mare avido che inghiotte le persone. Contro queste visioni del male, di antico retaggio, Gesù combatte dimostrando la sua superiorità vincitrice.

 

Il terzo tipo sono i miracoli di esorcismo. È da considerare che prima dell’incarnazione di Dio, il demonio aveva la piazza libera per esprimere il suo potere, ecco perché una significativa parte dei miracoli riguardano la cacciata del maligno che prima di Gesù poteva più comodamente scorrazzare sulla terra.

 

Scacciando i demoni, Gesù manifesta la sua vittoria sul maligno ed incoraggia coloro che sono liberati dalla possessione ad intraprendere la via dei suoi insegnamenti.

 

di Fabio Ferrario