Il poeta russo suicida a soli trent'anni è autore di alcune tra le più belle poesie del 1900: come questa, apocalittica ed invocante.

 

ESÈNIN SERGEJ (1895-1925)

 

Trasfigurazione

1

Le nubi latrano,

rugghia l'altezza dai denti d'oro...

Canto ed invoco:

figlia, o Signore!

 

Busso al portone

del paradiso:

cingi ,con fasce di stelle

la giovenca-Rus'.

 

La mia mano si tende oltre le nuvole,

di bufera risuona il mio canto.

Dammi oggi un sorso

di latte celeste.

 

Minaccioso fragore di tuoni,

par di sentire uno scroscio d'ali.

Egudiil brucia

il nuovo Sodoma.

 

Ma saldamente, senza guardare indietro,

per il maggese delle acque

dal rosso portone

esce un nuovo Lot.

 

2

 

Forse per questo fra i cespugli

di betulle un grillo canta

di come l'oriente ha spruzzato

col suo roseo sembiante la ségala,

 

di come la Vergine Madre,

gettatosi addosso uno scialle turchino,

presso il recinto dei nembi

chiama i vitelli in paradiso.

 

Sin dal mattino sopra la bruma d'autunno

sento l'appello d'una tromba.

Squilla come cinciallegra,

annunziando il verbo del destino

 

“ Oh, credi, il cielo si coprirà di spuma,

l'onda brillerà come un latrato.

Sopra il boschetto la luna

darà alla luce un cucciolo d'oro.

 

Con altr'erba e con altre boscaglie

l'acqua ombreggerà l'universo.

Come un pettirosso chioccolante

volerà nei cespugli una stella.

 

E strisceranno fuori dalle spighe

come uno sciame i chicchi di frumento,

per trasformare con la loro voce d'ape

in un maggese d'oro le tenebre ”.

 

3

 

Ehi, Russi!

Pescatori del cosmo,

che avete attinto il cielo con la rete dell’alba,

suonate le trombe!

 

Sotto l'aratro della bufera

rugghia la terra.

Fa crollare le rocce la cicuta

dalle zanne d'oro.

 

Un nuovo seminatore

cammina per i campi,

nuovi granelli

getta nei solchi.

 

Un fulgido ospite in un carrozzone

viene verso di voi.

Per le nuvole corre

una giumenta.

 

Sulla giumenta l'imbraca

è l'azzurro.

Sull'imbraca sonagli

di stelle.

 

4

 

Calmati, vento,

non latrare, vetro dell'acqua.

Dai cieli attraverso rosse reti

pioviggina latte.

 

Di saggezza si gonfia la parola

e fa germogliare nei campi ghirlande di spighe.

Sopra le nuvole come una vacca

l'aurora ha levato la coda.

 

Ti vedo dalla finestra,

generoso creatore

che sopra la terra hai sospeso

la pianeta dei cieli.

 

Oggi

il sole come una gatta

da un saldo celeste

con la zampina d'oro

sfiora i miei capelli.

 

5

 

Matura l'ora della trasfigurazione,

scenderà il nostro fulgido ospite

a sconficcare il chiodo arrugginito

dalla pazienza crocifissa.

 

Dal mattino e dal meriggio,

al canto dei tuoni celesti,

come secchie le nostre giornate

e li colmerà di latte.

 

E dal vespro alla notte,

glorificando la contrada senza occaso,

profeterà con le stelle

un raccolto di graminacee d'argento.

 

E quando la luna sopra la Volga

chinerà il suo disco a bere l'acqua,

spenzolando da una barca d'oro

farà vela verso i suoi giardini.

 

E dal grembo ceruleo,

brandito il remo con un largo gesto,

come un uovo ci getterà la parola

con l'uccellino che ha beccato il guscio