Sempre inquieta, l'anima del grande scrittore francese (premio Nobel 1947), pronta sempre ad affrancarsi da ogni fede e ideologia per cercare ancora e ancora. Eppure, se mai fu vicino a un approdo, è in queste prose intitolate Numquid et tu...? , dove, sia pure per breve stagione, lo scrittore senti il Cristo con l'adorante intensità di un mistico.

 

GIDE ANDRÉ (1869-1951)

 

Il quaderno verde

Che mi importano le controversie, e le sottigliezze dei dottori. - In nome della scienza essi possono ben negare i miracoli; in nome della filosofia, la dottrina, in nome della storia, i fatti. - Possono ben mettere in dubbio l'esistenza stessa di Lui, e attraverso la critica filosofica sospettare l'autenticità dei testi. - Provo persino piacere che vi riescano, poiché la mia fede non dipende per nulla da tutto ciò.

Tengo tra le mani questo piccolo libro e nessuna polemica lo sopprime né me lo toglie; lo tengo fermamente e posso leggervi quando voglio. - Dovunque l'apra esso risplende in un modo veramente divino; e tutto ciò che gli si può opporre non potrà nulla contro di ciò. - Ecco come il Cristo sfugge e non certo con l'astuzia o con la forza a quelli stessi che vengono per arrestarlo; e come quelli, di ritorno presso i Pontefici, quando i Pontefici e i Farisei domandarono loro: Perché non ce l’avete condotto? - Quare non adduxistis illum? - rispondono: Numquam sic locutus est homo. - Mai uomo ha parlato così - sicut hic homo - mai ha parlato come parla quest'uomo. (Giovanni,VII, 46).

Leggo, nella prefazione ai Vangeli della mia Volgata, che se “invece di considerare gli apostoli testimoni che riferiscono quanto hanno visto e inteso, si volesse ritenerli, come lo suppongono i razionalisti, scrittori che inventano quanto dicono, sarebbe il caso di dire con Rousseau, essere l'inventore allora molto più sorprendente dell'eroe stesso ”.

Non sapevo che Rousseau avesse detto ciò, ma anch'io lo penso, come penso pure che non si tratta di credere alle parole del Cristo perché il Cristo è Figlio di Dio - quanto di comprendere che egli è figlio di Dio perché la sua parola è divina e infinitamente più alta di tutto ciò che l'arte e la saggezza degli uomini possano proporci.

Questa divinità mi basta. - Il mio spirito e il mio cuore restano appagati da questa prova. - Ciò che in più vogliate aggiungervi l'oscura.

Perché il Cristo è figlio di Dio, hanno detto, per questo dobbiamo credere alle sue parole. - E altri ne son venuti che non hanno più tenuto conto delle sue parole perché non hanno ammesso che Gesù fosse il figlio di Dio.

Signore, non perché mi sia stato detto che voi eravate il figlio di Dio, ascolto la vostra parola; ma la vostra parola è bella al di sopra di ogni parola umana, e da questo io riconosco che voi siete il figlio di Dio. Per quale assurda modestia, quale umiltà, quale vergogna, ho io fino ad oggi differito di scrivere ciò che da tanti anni urge in me.

Aspettavo sempre più saggezza, più cultura, più conoscenza, come se la saggezza degli uomini non fosse follia dinanzi a Dio.

 

Signore, io vengo a voi come un fanciullo; come il fanciullo che voi volete che io divenga, come il fanciullo che diviene chi si abbandona a voi. - Ripudio tutto ciò che costituiva il mio orgoglio e che dinanzi a voi farebbe la mia vergogna. - Ascolto soltanto e vi sottometto il mio cuore.

 

Natalia Ginzburg

Questa testimonianza è stata riportata da diversi giornali, anche perché dà voce all'inquietudine realmente diffusa pure tra molti laici e non credenti, che si trovano d'accordo con il messaggio lanciato dalla scrittrice:

“Non togliete quel crocifisso, è il segno del dolore umano”.

“Alcune parole di Cristo le pensiamo sempre, e possiamo essere laici, atei o quello che si vuole, ma fluttuano sempre nel nostro pensiero ugualmente. Ha detto "ama il prossimo come te stesso". Erano parole già scritte nell'Antico Testamento, ma sono divenute il fondamento della rivoluzione cristiana. Sono la chiave di tutto. Sono il contrario di tutte le guerre. Il contrario degli aerei che gettano le bombe sulla gente indifesa. Il contrario degli stupri e dell'indifferenza che tanto spesso circonda le donne violentate nelle strade. Si parla tanto di pace, ma che cosa dire, a proposito della pace, oltre a queste semplici parole? Sono l'esatto contrario del modo in cui oggi siamo e viviamo”

(Il Giornale, 15 ottobre 2002).

A questa conclusione della cultura laica noi cristiani non abbiamo altro da aggiungere - e non è poco - se non la testimonianza della vita, di chi cioè prima di vederlo affisso alla parete si preoccupa che Cristo crocifisso sia vivo nel proprio cuore e in quello di tutti gli uomini.

Bartolomeo Sorge