Un Uomo vive e predica nella Palestina dei tempi di Tiberio. E diciannove secoli dopo, nel Messico insanguinato dalle persecuzioni religiose, un prete peccatore e braccato, una comunità di povera gente rischia la vita pur di ripetere ciò che quell'Uomo ha comandato, avendo fede nella Sua promessa. C'è dimostrazione più probante che Cristo è ancora vivo nel nostro mondo? È questa la domanda che sottintende il romanziere inglese, convertitosi al cattolicesimo a vent'anni.

 

GREENE GRAHAM (1904-1991)

 

Fuori era buio: non un segno dell'alba, ancora. Circa due dozzine di persone erano sedute sul pavimento di terra della capanna più grande, mentre egli predicava. Non poteva vederli distintamente: le candele sulla cassa d'imballaggio mandavano il fumo in alto, costantemente; la porta era chiusa e non c'erano correnti d'aria. Ritto tra loro e le candele, coi calzoni stracciati di peone e la camicia lacera, egli parlava del cielo.

Essi brontolavano e si muovevano, irrequieti: egli sapeva ch'essi anelavano di arrivare al momento in cui la Messa sarebbe terminata: l'avevano svegliato molto presto perché c'erano delle voci sulla polizia...

“ Uno dei Padri ci ha detto che la gioia dipende sempre dal dolore. Il dolore è parte della gioia. Noi abbiamo fame e allora pensiamo al godimento che ci darà finalmente il cibo. Abbiamo sete... ”.

S'interruppe d'un tratto, con gli occhi che guardavano lontano, nell'ombra, in attesa del riso crudele che non venne. Disse:

“ Noi facciamo delle rinunce per poter godere. Avrete ... sentito parlare degli uomini ricchi del nord che mangiano dei cibi salati per diventare assetati di quel che loro chiamano il cocktail. Prima del matrimonio, pure, c'è il lungo fidanzamento... ”.

 

S'interruppe di nuovo. Sentiva la propria indegnità come un peso sotto la lingua. Un odore di cera calda veniva da una candela che si liquefaceva nell'immenso calore notturno: la gente si spostava sul pavimento duro, fra le ombre. Il sentore dei corpi umani non lavati lottava con quello della cera. Egli gridò caparbiamente, con la voce piena d'autorità:

“ Ecco perché vi dico che il cielo è qui; questo fa parte del cielo, come il dolore fa parte del piacere.”

Disse:

“Pregate di poter soffrire ancora, ancora e ancora. Non stancatevi mai di soffrire. La sorveglianza della polizia, le tasse prelevate dai soldati, le botte che vi buscate sempre dal jefe perché siete troppo poveri per pagare, il vaiolo, la febbre, la fame... Tutto. questo fa parte del cielo, è la preparazione. Forse, chissà, senza questo non vi godreste tanto il cielo. Il paradiso non sarebbe completo. E il paradiso... Che cos'è il paradiso?”


Frasi letterarie da quel che ora appariva tutta un'altra vita - la vita severa e quieta del seminario - si confondevano sulla sua lingua: nomi di pietre preziose: Gerusalemme, città d'oro. Ma questa gente non aveva mai visto l'oro. Egli continuò impappinandosi un poco: “ Il paradiso è un luogo dove non ci sono né jefe, né leggi ingiuste, né tasse, né soldati, né fame. Nel paradiso i vostri bambini non muoiono... ”