In Dedalus, un romanzo chiaramente autobiografico, uno dei massimi scrittori del '900 narra le proprie esperienze di ragazzo in un collegio di gesuiti. Riportiamo parte di una predica penitenziale che un Padre tiene alla scolaresca: la caduta dell'uomo, la redenzione di Cristo, una lunghissima tormentosa descrizione dell'inferno che omettiamo, l'esortazione a non offendere più il Salvatore col peccato. Pagine come queste dimostrano come lo scrittore inglese, nonostante il suo netto rifiuto, in età adulta, di ogni religione rivelata, sia stato perseguitato sempre dalla figura di Gesù. E spiegano anche, in parte, le ragioni del suo rifiuto.

 

JOYCE JAMES (1882-1941)

 

 

Una predica

... “Eva cedette alle lusinghe dell'arcitentatore. Mangiò il pomo e ne diede ad Adamo, che non ebbe il coraggio morale di resisterle. La lingua velenosa di Satana aveva compiuto la sua opera. Essi caddero.

“E all’ora nel giardino si sentì la voce di Dio, che, chiamava alla resa dei conti la Sua creatura, l'uomo: e Michele, il principe delle schiere celesti, con una spada di fiamma nelle mani, apparve dinanzi alla coppia colpevole e la cacciò dall'Eden nel mondo, in questo mondo di mali e di lotte, di crudeltà e d'inganni, di fatiche e di privazioni, a guadagnarsi il pane col sudore della fronte. Ma anche allora, quanto non fu misericordioso Iddio! Ebbe pietà dei nostri poveri genitori decaduti e promise che nella pienezza dei tempi avrebbe mandato dal cielo Uno che li avrebbe redenti, che li avrebbe rifatti figli di Dio ed eredi del regno dei cieli: e quest'Uno, questo Redentore dell'uomo caduto, sarebbe stato il Figlio unigenito di Dio, la Seconda Persona della Santissima Trinità, il Verbo Eterno.

“Egli venne. Nacque da una vergine pura, Maria, la vergine madre. Nacque in una povera stalla della Giudea e visse da umile falegname per trent’anni, finché non fu venuta l'ora della sua missione. E allora, pieno d'amore per gli uomini, usci e chiamò gli uomini a sentire la nuova parola di Dio.

“E gli uomini l'ascoltarono? Sì, l'ascoltarono, ma non vollero sentirlo. Venne preso e legato come un volgare delinquente, beffeggiato come un pazzo, posposto a un pubblico ladrone, flagellato con cinquemila sferzate, incoronato di una corona di spine, cacciato per le vie dalla plebaglia ebraica e dalla soldatesca romana, spogliato dei suoi abiti e appeso su un patibolo e Gli trapassarono il fianco con una lancia e dal corpo ferito di nostro Signore usciva senza tregua acqua e sangue.

“Eppure anche allora, in quel momento di suprema angoscia, il Nostro Redentore Misericordioso ebbe pietà degli uomini. Fu allora, sulla collina del Calvario, che Egli fondò la santa chiesa cattolica contro cui, come promise, le porte dell'inferno non prevarranno. Egli la fondò sulla rupe dei secoli e la dotò della Sua grazia, con sacramenti e sacrificio, e promise che, se gli uomini avessero ubbidito alla parola della Sua chiesa, sarebbero ancora entrati nella vita eterna, ma se invece, dopo tutto quanto era stato fatto per loro, persistevano ancora nella loro malvagità, li avrebbe attesi un'eternità di tormenti: l'inferno...

“O miei giovani fratelli in Cristo, vorremo noi dunque offendere quel buon Redentore e provocare la Sua ira? Vorremo calpestare ancora quel cadavere straziato e sfigurato? Vorremo sputare su quel volto così pieno di tristezza e di amore? Vorremo anche noi, come gli ebrei crudeli e i soldati brutali, beffare quel Salvatore gentile e pietoso, che affrontò, tutto solo, per amor nostro, il terribile torchio del dolore?

Ogni parola di peccato è una ferita nel Suo fianco vivo. Ogni azione peccaminosa è una spina che gli punge il capo. Ogni pensiero impuro, a cui si ceda deliberatamente, è una lancia acuminata che trafigge quel cuore sacro e amoroso. No, no, impossibile che un qualunque essere umano faccia ciò che offende così profondamente la Maestà divina, ciò che è punito con un'eternità di tormenti, ciò che torna a crocifiggere il Figliuolo di Dio e fa di lui un oggetto di irrisione.

Prego Dio affinché le mie povere parole abbiano potuto giovare oggi a confermare nella santità quelli che sono in uno stato di grazia, a fortificare quelli che vacillano, a ricondurre nello stato di grazia la povera anima che si è sviata, se una è tra di voi. Prego Dio, e voi pregate con me, che noi possiamo pentirci dei nostri peccati. Vi chiedo ora, a tutti lo chiedo, di ripetere con me l'atto di contrizione, inginocchiandoci qui in quest'umile cappella alla presenza di Dio.

Egli è là nel tabernacolo, ardente di amore per l'umanità, pronto a consolare gli afflitti. Non abbiate paura. Non importa quanti peccati abbiate commessi o quanto odiosi essi siano: basta che voi ve ne pentiate, essi vi saranno perdonati. Nessun rispetto umano vi trattenga. Iddio è sempre il Signore misericordioso che non vuole la morte eterna del peccatore, ma piuttosto che egli si converta e viva.

“Egli vi chiama a Sé. Voi siete Suoi. Vi ha fatti dal nulla. Vi ha amati come soltanto un Dio può amare. Le Sue braccia sono aperte a ricevervi, anche se voi avete peccato contro di Lui. Vieni a Lui, povero peccatore, povero vano errabondo peccatore. È il momento propizio. È l'ora.