Sacerdote e scrittore, don Mazzolari, parroco di Bozzolo fra Mantova e Cremona, fondatore di Adesso, battagliero organo dell'avanguardia cristiana, fu predicatore di un generoso messaggio evangelico. Queste pagine sono quanto mai significative del “ suo” modo di leggere il Vangelo.

MAZZOLARI PRIMO (1890-1959)

 

Avete bisogno anche poi di qualcuno che vi voglia veramente bene e del quale vi possiate fidare senza dovergli chiedere garanzie ogni momento.

Avete bisogno di abbandonarvi come innamorati delusi, come gente di religione senza religione, perché voi siete, oggi più che mai, anime religiose.

La guerra, ma non per le immagini che vi siete portati nel portafoglio, non per le preghiere gridate nel pericolo, ma per gli altri segni che sarebbe lungo enumerare, la guerra vi ha fatto religiosi.

Capitemi. Vuol dire che non vi basta più, in sostituzione delle certezze umane, che il tremendo tribolare ha fatto crollare, né la casa sicura, né il pane sicuro. Non siete più sotto la suggestione né della materia, né della tecnica, né del benessere. Vi hanno fatto troppo male queste cose .e siete usciti fuori o state per uscire dal loro incantesimo, e aspettate che qualcuno vi dica che c'è qualcosa di meglio, qualche cosa di più sicuro, cui appoggiare la vita.

Avete sofferto tanto per questi beni materiali così poco sicuri, che vi Immagino disposti a soffrire ben di più per qualche cosa che vi può veramente appartenere e appagare la parte più vera di voi stessi, quella che il dolore ha scoperto e di cui vi ha fatto consapevoli.

Per questo supero la ripugnanza di dir parole a uomini affaticati, e vengo a parlarvi di Uno che adesso non potete giudicare un estraneo.

La vostra tribolazione vi accosta a Lui: siete in uno stato di grazia nei suoi riguardi.

È suo l'invito: - Venite a me tutti voi che siete stanchi e tribolati.

Chi più stanco di voi nel corpo e nell'anima?

Non so di preciso cosa pensate di Cristo; temo però che non siate molto disposti né aperti neanche con Lui.

Durante la guerra ve ne hanno parlato, ma in una maniera che non riuscivate a capire se e come Egli ci entrasse.

Ve lo siete visto presentare da una parte o dall'altra, vincolato a questa o quella causa, favoreggiatore o alleato addirittura di questi o quegli interessi; troppo contro, quando vi pareva di aspirare a qualche cosa di buono e di giusto, troppo in favore di chi vi teneva legato, quando volevate disimpegnarvi da pesi e da doveri che non vi sembravano neanche umani.

Capisco la vostra diffidenza: però Lui non .l'avete mai personalmente interrogato, a tu per tu non Gli avete mai discorso.

Non voglio obbligarvi a quest'incontro se non ne sentite la voglia: né pregiudicarlo col dirvi Chi Egli sia per me.

Siete liberi di andargli incontro o di voltargli le spalle e di accostarlo come vi piace e se vi piace.

Egli non se n'offende, se dopo essere stati da Lui, credete di non poterlo seguire.

una sola cosa vi chiedo: lasciatelo parlare. Dopo, farete come vorrete.

Lo sappiamo cosa ci può dire: le solite cose.

Ecco, potrebbero anche non essere le solite cose, perché il Vangelo non è mai la solita cosa quando uno lo legge sul serio e nel cuore ha quel che ci avete voi, adesso.

D'altronde, rivedere ancora una volta prima di buttarla via una cosa anche di poco valore, quando a portata di mano non abbiamo più niente, non è poi da insensati.

Che abbiamo di nostro? Chi è dalla nostra parte?

Facciamo un bilancio di ciò che ci è rimasto: delle certezze sopravvissute alla catastrofe, dei sentimenti e degli affetti ancora vivi, delle luci sulla nostra strada... e ditemi se non ci convenga interrogare ancora una volta Cristo, stargli vicino un attimo. Vicino a un povero, a un reietto, a un condannato, a un crocifisso... non vi potete trovare a disagio. Cristo è dei vostri, non v'è ragione che vi mostriate diffidenti.

E s'Egli è venuto, è venuto soprattutto per voi: se ha parlato, è soprattutto per voi se ha parlato. Ed è morto perché voi non foste soli quando incomincia l'agonia.

Può darsi, se l'accostate cosi, che le impalcature di ogni genere che gli avete visto d'intorno, non le vediate più; che parecchie cose che continuano a circolare sotto il suo nome, non siano sue: che lo vediate finalmente, com'è e come vuole essere visto: fratello, guida, salvatore... in un momento in cui non abbiamo né fratelli, né guide, né salvatori.

Permettete che vi stia da presso mentre leggete il Vangelo? che vi segni, col dito, la pagina, la parola?

Non ce ne sarebbe bisogno se non aveste l'occhio sospettoso e la mente ingombra di pregiudizi.

Il titolo non cercatelo in un sapere che non ho, ma nel comune soffrire, che spianandomi il cuore mi mostra ciò che voi cercate e chiedete.

Sono sicuro, dopo averLo ascoltato insieme, di poter dire col vostro interiore consenso: - Ecco, Egli è con noi, “la pietra d'angolo” della novità che vogliamo.

Ma se non è neanche esistito? Lo dicono un fantasma, un mito...

Tutto si può dire, purché colui contro il quale ci si scaglia non sia un prepotente. Non datevi cruccio di questi “ si dice ”. Domani qualcuno dirà che anche questa guerra è un mito, poiché. il ghibli già ricopre le tombe, e la primavera riveste d'erbe e di messi i campi e i villaggi devastati.

Voi rispondete toccandovi le ferite che non si chiudono: e questa sarà la vostra risposta a chi vorrebbe che la guerra non fosse stata, perché se ci fu una tal guerra, non si può fare il proprio comodo come qualcuno continua a farlo.

Incomincio a capire che vi possa essere gente cui torni piacevole che Gesù sia un fantasma. È l'unico personaggio della storia che si vorrebbe non fosse esistito. E non per gusto di sapere esatto o di documentata certezza, ma per un segreto inconfessato desiderio di non ritrovarselo vicino, neanche sulla strada del passato.

Gli altri uomini, grandi o infami, sono memoria e polvere: Cristo, no, è presenza.

Comincia a diventare interessante uno che gli uomini non vorrebbero che fosse! Non può essere uno qualunque se. Lui o qualcosa di Lui è così1 vivo e inquietante da desiderare che non fosse.

Voi lo conoscete poco, siete indisposti verso di Lui: eppure come vi dissi che vi avrei parlato di Lui, vi siete fatti attenti. I fantasmi e i morti - son venti secoli che Cristo fu Crocifisso - non afferrano così.

Prima ancora di sapere bene chi Egli sia - uomo o Dio fatto uomo - ci sentiamo legati a Lui, e lo dichiariamo in tanti modi, anche bestemmiandolo. Mi si stringe il cuore quando vi sento bestemmiare; ma non mi fate paura. Anche questa è una testimonianza, e una maniera di dire che Egli è.

dove sta di casa?

Vi aspettate la solita risposta: in Chiesa. Sì, anche in Chiesa e in un modo particolare. Ma se vi rispondessi così, tirereste diritto.

- Non ci interessa quel Cristo, non si può discorrere con quello. Lo fan parlare in un certo modo che quando siamo in Chiesa, non lo sentiamo più. Sarà quel che volete, ma non è nostro. È borghese, uomo d'ordine: buono, sì, tanto buono e misericordioso tanto: ma non è così che noi lo vogliamo misericordioso e buono.

Perché vi so indisposti verso quella casa del Signore (una di quelle tante case del Signore, non l'unica) non vi conduco là, tra povere donnette, qualche bambino e qualche vecchio, quasi fosse un ricovero la casa del Signore. Egli sta dovunque: non lo sapete? E potete trovarlo dovunque e ascoltarlo parlare dovunque.

Faccio la parte di Giovanni Battista: lo vedo passare e vi dico: - Eccolo -.

Seguitelo per la strada. Gesù voltandosi vi domanda: - Chi cercate? - Voi gli dite: - Maestro, dove stai?

Ed Egli vi risponde: - Venite e vedrete.

Per andare a Lui non occorre che vi vestiate a festa, né che facciate il segno di croce, se non ne avete voglia, quantunque un povero corpo come il vostro, elle, da quando è nato non fa che portar croci, non ci perde se si indica con una croce.

Egli viene dove volete, dove vi piace, avendo preso dimora con voi: in casa vostra, nella fabbrica, all'osteria, in piazza. Ovunque andiate, Egli vi segue: vi ha anzi preceduto. Egli occupa ogni cosa nostra, e ogni nostra abitazione da quando si è fatto uomo per stare con noi.

Né occorre v'inginocchiate. Continuate pure a lavorare: finite in pace il vostro bicchier di vino. Non vi guarda male perché bevete un bicchiere. Era amico anche di quei che bevevano: e i morigerati, coloro che non si ubriacano perché bevono quanto vogliono tutti i giorni, dicevano, intendendo togliergli il credito, che Gesù era amico degli ubriaconi e della gente di malaffare.

Se siete seduti, vi siede accanto: se camminate, è pellegrino: se lavorate, operaio: se piangete, lo vedete piangere. “Son beati gli occhi che piangono”

e che faccia ha?

di un galantuomo.

Questo lo sapete anche voi. E la faccia di un galantuomo, che è poi la vostra di faccia, se ne incontrate una, non vi farà, credo, dispiacere.

Non sono incontri frequenti, in nessuna stagione.

e come è vestito?

Come voi, da povero. E ce l'ha il vestito fin che glielo lasciano: perché viene un giorno che glielo strappano e lo tirano a sorte, e Lui è lasciato nudo, per poterlo meglio stendere sulla croce e più agevolmente inchiodare. Come voi in guerra, che certi giorni on avevate neanche più il pastrano, neanche più la giubba, neanche più i calzoni...

Ve li mangiava la sabbia, la roccia, il fango, l'acqua. Ve li mangiavano gli uomini delle retrovie, gli stessi che vi dovevano vestire.

e che cosa fa?

Quel che fate voi. Egli è malato, pellegrino, senza casa, senz'acqua, senza lavoro, senza pane, senza patria, come voi. È un vostro compagno, un camerata.

Non un crumiro, non uno che taglia la corda quando la si fa brutta...

Tira fino all'ultimo, è fedele fino all'ultimo, Non diserta, non scappa...

Se anche gli altri scappano, Egli non abbandona il suo posto, si lascia prendere, condannare, e porta fin sul Calvario la sua croce: la sua e la nostra. Anche se non Gli andiamo dietro.

- Se è così ditegli pure che ci parli.

Sapevo che Gli avreste concessa la parola. Fa piacere sentir discorrere un galantuomo, uno che ha tribolato, che è stato anche dentro, e che ha pagato in tal modo.

la parola a Cristo.

Non ne è lusingato: è però contento che lo lasciate parlare.

Cristo non si alza come uno che deve fare un discorso. Chi vuol bene veramente e ha cose importanti da dirci,. non fa discorsi; parla a tu per tu.

Ma prima di parlarci nell'intimo, cerca se qualcuno è disposto a leggere per lui le parole che un giorno ha rivolto a tutti e che sono raccolte in un libro che si chiama il Vangelo, cioè il libro delle buone notizie di Gesù agli uomini.

Non posso dirgli di no; non voglio dirgli di no. Non è un mestiere facile leggere per lui, ripetere le sue parole. Ho paura di tradirle.

Ci vorrebbero ben altre labbra e ben altro cuore!

Ma so che, dopo, Lui vi parlerà e ciò che io non ho saputo dirvi, Egli ve lo dirà in maniera sicura, autorevole e dolcissima. Ciò che importa adesso è che vi prepariate ad ascoltare Lui, quando nel segreto della vostra coscienza, Egli stesso, prenderà la parola.

Io non sono che una voce, la voce che grida nel deserto e dice: preparate la via alla sua Parola. “Principio del Vangelo di Gesù Cristo, Figliuolo di Dio, secondo com'è scritto dal profeta Isaia: - Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero a prepararti la via. - V'è una voce di uno che grida nel deserto: - Preparate le vie del Signore: raddrizzate i suoi sentieri.

“ E predicava dicendo: - Dopo di me, viene Colui che è più forte di me, cui non sono degno di chinarmi a sciogliere il legaccio delle scarpe - ”.

Nostro fratello Giuda

Dalla predica del Giovedì santo del 1957 di don Primo Mazzo/ari.

Povero Giuda! Forse voi vi meravigliate di questa parola che io dico di questo infelice discepolo che a un certo momento non ha potuto mantenere fedeltà al suo Maestro: che gli sia passato nell'animo io non lo so F' uno di quei personaggi più misteriosi che noi troviamo nella passione del Signore. Non cercherò neanche di spiegarvelo. Mi accontento di domandarvi questa sera un po' di pietà per il nostro povero ftatello Giuda.

Non vergognatevi di assumere questa ftatellanza. lo non me ne vergogno perché so quante volte ho tradito il Signore. E credo che nessuno di noi debba vergognarsi di lui. E chiamandolo "fratello" noi siamo nel linguaggio del Signore, perché quando ha ricevuto il bacio del tradimento nel Getzemani , il Signore gli ha risposto con quelle parole che non dobbiamo dimenticare "Amico, con un bacio tradisci il figlio dell'uomo!"

"amico" questa parola che vi dice l'infinita tenerezza della carità del Signore, vi fa anche capire perché io l 'ho chiamato in questo momento, seguendo appunto il linguaggio suggeritomi dal Signore "lÌ"atello"

Aveva detto nel cenacolo "non vi chiamerò servi ma amici"

Gli apostoli sono diventati degli amici del Signore, buoni e non, generosi e no, fedeli e no, rimangono sempre degli amici.

Non possiamo tradire l'amicizia del Cristo. Cristo non tradisce mai noi, i suoi amici, anche quando non lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di lui, anche quando lo neghiamo. Davanti ai suoi occhi e al suo cuore noi siamo sempre gli "amici" del Signore. Giuda è un amico del Signore anche nel momento in cui, baciandolo, consuma il tradimento del maestro.

Povero Giuda! Povero fratello nostro!

Il più grande dei peccati non è quello di vendere il Cristo, è quello di disperare. Anche Pietro aveva negato il Maestro: poi lo ha guardato e si è messo a piangere. E il Signore lo ha ricollocato al suo posto: il suo vicario. Tutti gli apostoli hanno abbandonato il Signore: e sono ritornati. E il Cristo ha perdonato loro, e li ha presi con la stessa fiducia.

Credete voi che non ci fosse un posto anche per Giuda? Se avesse voluto; se si fosse portato ai piedi del calvario, se lo avesse guardato almeno ad un angolo o a una svolta della strada, della "via Crucis" la salvezza sarebbe arrivata anche per lui!

Povero Giuda! Una croce e l'albero di un impiccato! Dei chiodi e una corda. Provate a confrontare, o miei tratelii queste due fini.

Voi i direte "muore l'uno e muore l'altro!" io però vorrei domandarvi qual è la morete che voi eleggete: sulla croce come il Cristo, nella speranza del Cristo... o impiccati, disperati, senza neinte davanti?

Miei cari fratelli, perdonatemi se questa sera, che avrebbe dovuto essere di intimità, io vi ho portato delle considerazioni così dolorose. Ma io voglio bene anche a Giuda! È mio fratello Giuda! Pregherò per lui anche questa sera...; perché io non giudico, io non condanno. Dovrei giudicare me, dovrei condannare me.

Perché la pasqua è questa parola detta ad un povero Giuda come me, detta de dei poveri Giuda come voi: perché questa è la gioia: che Cristo ci ama, che Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi ci disperiamo, che Cristo, anche quando noi ci rivolteremo tutti i momenti contro di LUI, anche quando lo bestemmieremo, anche quando rifiuteremo il sacerdote all'ultimo momento della nostra vita, ricordatevi che per Lui noi saremo sempre gli "amici".