OSCAR WILDE (1854-1900) Poesie in prosa (Ispirate ai Vangeli)

 

Il benefattore

Era notte ed Egli era solo.

E vide in lontananza le mura di una città circolare e le venne incontro.

E quando fu vicino sentì all'interno della città il calpestio dei piedi della gioia, e la risata della bocca della letizia e il rumore forte di molti liuti. Ed Egli bussò alle porte e alcuni dei guardiani Gli aprirono.

E vide una casa che era di marmo e aveva raffinate colonne di marmo all'ingresso. Alle colonne erano appese ghirlande, e all'interno e all'esterno c'erano torce di cedro. Ed egli entrò nella casa.

E quando ebbe attraversato la sala di calcedonio e la sala di diaspro, ed ebbe raggiunto la lunga sala dei festeggiamenti, Egli vide disteso su un letto viola marino un uomo i cui capelli erano incoronati di rose rosse e le cui labbra erano rosse di vino.

E gli si avvicinò e gli toccò la spalla e gli disse, "Perché vivi in questo modo?" E il giovane si voltò e Lo riconobbe, e Gli rispose e disse, "Ma io ero un lebbroso un tempo, e tu mi hai guarito. In quale altro modo dovrei vivere?"

Ed Egli uscì dalla casa e ritornò in strada.

E dopo un poco vide una donna il cui viso e i cui abiti erano dipinti e i cui piedi erano calzati di perle. E dietro a lei veniva, cauto come un cacciatore, un giovane che indossava un mantello a due colori.

Ora il viso della donna era come il bel viso di un idolo,e gli occhi del giovane brillavano di lussuria.

Ed Egli rapido seguì il giovane e gli toccò la mano e gli disse, "Perché guardi questa donna, e perché in questo modo?"

E il giovane si voltò e Lo riconobbe e disse, "Ma io ero cieco un tempo, e tu mi hai dato la vista. Cos'altro dovrei guardare?"

Ed Egli corse innanzi e toccò gli abiti dipinti della donna e le disse, "Non c'è altra via su cui camminare se non la via del peccato?"

E la donna si voltò e Lo riconobbe,e rise e disse, "Ma tu mi hai perdonato i miei peccati, e questa è una via piacevole."

Ed Egli uscì dalla città.

E quando fu uscito dalla città vide seduto sul ciglio della strada un giovane che piangeva.

Ed Egli andò verso di lui e toccò i lunghi ricci dei suoi capelli e gli disse, "Perché piangi?"

E il giovane sollevò lo sguardo e Lo riconobbe e rispose, "Ma io ero morto un tempo e tu mi hai resuscitato. Che altro dovrei fare se non piangere?"

Il maestro

Quando l'oscurità giunse sulla terra Giuseppe d'Arimatea, dopo aver acceso una torcia di legno di pino, discese dal monte verso la valle. Poiché egli aveva da fare nella propria casa.

E inginocchiandosi sulle selci della Valle della Desolazione vide un giovane che era nudo e piangeva. I suoi capelli erano color del miele, e il suo corpo era come candido fiore, ma aveva ferito il corpo con spine e sui capelli aveva posto ceneri come corona.

E lui che aveva grandi possedimenti disse al giovane che era nudo e piangeva: "Non mi meraviglio che il tuo dolore sia così grande, poiché certamente Egli era un uomo giusto."

E il giovane rispose, "Non è per Lui che io piango, ma per me stesso. Anch'io ho cambiato l'acqua in vino, e guarito i lebbrosi e dato la vista ai ciechi. Ho camminato sulle acque, e scacciato via i diavoli da coloro che abitano nelle tombe. Ho nutrito gli affamati nel deserto dove non c'era cibo, e resuscitato i morti dalle loro anguste case, e ad un mio ordine, anche davanti ad una moltitudine di genti, uno sterile albero di fico è appassito. Tutte le cose che quest'uomo ha fatto anch'io le ho fatte. Eppure non mi hanno crocifisso."

 

La casa del giudizio

E ci fu silenzio nella Casa del Giudizio, e l'Uomo giunse nudo davanti a Dio.

E Dio aprì il Libro della Vita dell'Uomo.

E Dio disse all'Uomo, "La tua vita è stata malvagia, e hai mostrato crudeltà a coloro che avevano bisogno di soccorso, e con coloro che non avevano aiuto sei stato freddo e duro di cuore. I poveri ti invocavano e tu non li hai ascoltati, e le tue orecchie sono state sorde al pianto dei Miei afflitti. Dell'eredità che spettava agli orfani ti sei impadronito, e hai mandato le volpi nella vigna del campo del tuo vicino. Hai preso il pane dei bambini e l'hai dato da mangiare ai tuoi cani, e i Miei lebbrosi che vivevano in pace nelle paludi lodando li hai scacciati verso le strade e sulla Mia terra da cui ti ho creato hai versato sangue innocente."

E l'uomo rispose disse, "Pure questo ho fatto." E Dio aprì nuovamente il Libro della Vita dell'Uomo.

E Dio disse all'Uomo, "La tua vita è stata malvagia, e hai cercato la bellezza apparente, e il Bene nascosto l'hai sdegnato. Le pareti della tua stanza erano dipinte di immagini, e dal letto dei tuoi abomini ti alzavi al suono dei flauti. Hai costruito sette altari ai peccati che Io ho sopportato, hai mangiato ciò che non doveva essere mangiato, e la porpora delle tue vesti era ricamata con i tre segni della vergogna. I tuoi idoli non erano d'oro o d'argento, che durano, ma di carne che muore. Hai coperto i loro piedi di profumi e messo melagrane nelle loro mani. Hai tinto i loro capelli con zafferano e steso tappeti davanti a loro. Con antimonio hai macchiato le loro palpebre e i loro corpi hai cosparso di mirra. Ti sei inchinato fino a terra davanti a loro, e i troni dei tuoi idoli stavano al sole. Tu hai mostrato al sole la tua vergogna e alla luna la tua follia."

E l'Uomo rispose e disse, "Pure questo ho fatto." E una terza volta Dio aprì il Libro della Vita dell'Uomo.

E Dio disse all'Uomo, "Malvagia è stata la tua vita e con il male hai ripagato il bene, e con ingiustizia la gentilezza. La mano che ti ha nutrito tu l'hai ferita, e il seno che ti ha allattato l'hai disprezzato. Chi è venuto da te portando acqua se n'è andato assetato, e i fuorilegge che ti hanno nascosto nelle loro tende la notte li hai traditi prima dell'alba. Il nemico che ti aveva risparmiato l'hai attratto in un'imboscata, e l'amico che camminava al tuo fianco l'hai venduto per denaro, e a coloro che ti hanno portato Amore hai reso Lussuria."

E l'Uomo rispose e disse, "Pure questo ho fatto." E Dio chiuse il Libro della Vita dell'Uomo, e disse, "Certamente ti manderò all'Inferno. Proprio all'Inferno ti manderò."

E l'Uomo esclamò, "Non puoi."

Dio gli chiese, "Perché mai non posso mandarti all'Inferno, e per quale ragione?"

"Perché all'Inferno ho sempre vissuto", rispose l'Uomo.

E ci fu silenzio nella Casa del Giudizio.

E dopo una pausa Dio parlò, e disse all'Uomo, "Visto che non posso mandarti all'Inferno, certamente ti manderò in Paradiso. Proprio in Paradiso ti manderò."

E l'Uomo esclamò, "Non puoi."

E Dio disse all'Uomo, "Perché mai non posso mandarti in Paradiso, e per quale ragione?"

"Perché mai, e in nessun luogo, sono stato capace di immaginarlo", rispose l'Uomo.

E ci fu silenzio nella Casa del Giudizio.