Pirandello (premio Nobel per la Letteratura 1934) non fu credente. Tuttavia il suo rispetto, il suo amore per Gesù è profondo, e spesso, come in questi due esempi, egli afferma la necessità della fede per elevare e confortare l'uomo, specie la stragrande maggioranza degli umili e dei sofferenti.

 

PIRANDELLO LUIGI (1867-1936)

 

IL VECCHIO MIRACOLATO. (strappandosi da lei, più iroso). No, lasciami: è da tanto che lo voglio gridare in faccia a qualcuno!

E tornando a rivolgersi al giovane pedagogo:

L'ha mai visto lei, quel Cristo là nella chiesa? Lo vada, lo vada a vedere!

 

IL TAVOLEGGIANTE. È vero, oh: fa spavento.

IL TAVERNAIO. Certo, chi lo fece, più Cristo di così non lo poteva fare.

IL MASTRO-MEDICO. Saranno stati i giudei sulla carne viva di Cristo.

Accennerà il segno di croce:

Lodato sia! ma qui fu lui: lo scultore. Con una tale ferocia ci si mise, che non gli lasciò oncia di carne che non fosse piaga o lividura.

IL NORCINO. Ci si scialò!

IL TAVOLEGGIANTE. E con tutto questo, ne fa di miracoli! Tutta la chiesa è piena di tabelle e d'offerte di cera e d'argento.

S'udrà di nuovo, dalla sinistra del palcoscenico, il rullio dei tamburi:

Ecco, ecco altri miracolati!

E sopravverranno, parati press’ a poco come i primi, tre altri marinai miracolati, preceduti dai due tamburini, e seguiti da un più folto drappello di donne con scialli e mantelline in capo.

UNO DEI MIRACOLATI. Viva il Signore delle grazie, divoti!

Il vecchio e il giovane miracolato s’inginocchieranno con le donne e i ragazzi, gridando: - Viva! - Gli altri si toglieranno il berretto e il cappello. La nuova comitiva entrerà nella chiesetta, lasciando fuori i due tamburini che se n’andranno. Il vecchio rimettendosi in piedi con gli altri, riattaccherà subito.

IL VECCHIO MIRACOLATO. Ero bambino, quando lo vidi portare a questa chiesa da una ciurma forestiera, che correva impazzita, gridava e piangeva, tenendolo alto, con tutte le braccia levate. Si seppe poi, ch'era un antico Crocefisso inchiodato sotto il boccaporto d'un legno levantino, che il mare aveva spaccato come una melagrana. La ciurma perduta se lo trovò che galleggiava tra loro e vi s'aggrappò; e il Cristo, che s'era schiodato da sé, li portò a salvamento, tutti, navigando su la sua santa Croce, con le braccia distese e guardando nel cielo: così!

A questo punto comincerà a crescere, dietro le quinte, il bailamme, che a poco a poco diventerà fracasso e scompiglio di gente imbestiata nell’orgia. Le strida delle bestie scannate saranno coperte dai berci dei venditori ambulanti, dagli inviti dei tavernai alle loro mense apparecchiate, dei norcini ai loro banchi di vendita, dai tumulti di risse improvvise tra sborniati e sghignazzate e suoni in contrasto di varii strumenti di sonatori ambulanti sopravvenuti.

Ancora il giovane pedagogo cercherà di difendere contro il signor Lavaccara la dignità umana, nonostante lo scempio ch’ella comincia a far di sé stessa- sotto i suoi occhi; ma alla fine la sua fede vacillerà atterrita, ed egli cascherà avvilito prostrato davanti all’osceno e spaventoso spettacolo della bestialità trionfante.

IL SIGNOR LAVACCARA (levandosi in piedi, minaccioso, già un po’sborniato anche lui). E hanno fatto male! Finisca di difendere codesta sua umanità! Preferisco a questi bizzochi chi viene qua per dimostrarsi più porco dei porci! Ma guardi qua, là! Non sente come gridano?

 

IL GIOVANE PEDAGOGO. Ma le sembrano grida di festa, giulive?

IL SIGNOR LAVACCARA. Più bestiali, mi sembrano, di quelle dei porci che scannano!

IL GIOVANE PEDAGOGO. Appunto! appunto! Grida che pajono strappate dalla violenza d'un ferocissimo dolore! S'intonano, senza saperlo, su le strida delle povere bestie immolate! Questa è sensibilità! E ci riconosco ancora l'uomo!

Non avrà finito di dire così, che dalla tavola dei giocatori partirà il primo scompiglio. Tre scatteranno in piedi, vociando, rovesciando le seggiole, e aggrediranno il quarto, che si leverà anche lui, e tutti e quattro s’azzufferanno, producendo un tumulto generale.

I GIOCATORI. - Ah ladro! - Tu bari! - Afferralo! Carogna! - Non è vero! Lasciatemi! - Da' qua le carte! Ladro! Ladro!

Del tumulto approfitteranno quei due arnesi della malavita, per tirare una spinta alla moglie del!'avvocato e strapparle la collana.

LA MOGLIE DELL'AVVOCATO (strillando come un'aquila). La collana! La collana! Quei due mariuoli: la collana!

Al marito: Corri! corri! Acchiappalo!

L’avvocato cercherà di rompere la calca per inseguire i due ladri scomparsi da destra: lei seguiterà a strillare ma nessuno le darà retta.

Uno dei quattro giocatori, quello accusato di barare, avrà tratto il coltello per scagliarsi contro gli altri tre, tra le grida di spavento delle donne e il pianto dei ragazzi: gli uomini cercheranno di spartire i rissanti. Sopravverrà intanto da sinistra, stravolto, lo scrivano, a cui saranno scappate la moglie e la figlia, e si precipiterà dal palcoscenico sul ponticello, attraversando la sala e urlando:

LO SCRIVANO. Scappate! scappate! Mia moglie! Mia figlia! Scappate! Mentre dormivo!

Nessuno darà retta neanche a lui! Divisi i rissanti, tra il tumulto crescente, le tavole rovesciate, donne ubriache strappate scarmigliate e uomini in foja sborniati e furenti si rovesceranno da destra e da sinistra sulla scena, e alle feroci stonature d’una piccola banda di musici girovaghi avvinazzati, si butteranno a danzare un frenetico trescone. La luce, a questo punto, sarà di .fiamma sulla scena. Il signor Lavaccara, trionfante urlerà al giovane pedagogo, caduto in un disperate avvilimento:

IL SIGNOR LAVACCARA. La sua umanità! Eccola! eccola! La sua umanità! La riconosce ancora?

D’un tratto, cupo enorme solenne, s’udrà dall'alto un rintocco di campana, e subito, come per un improvvise tracollo del sole, la luce, da rossa, si farà violetta. Tutti come atterriti, taceranno, in miserabili atteggiamenti sguaiati, cangiando le urla in un bestiale affanno di pianto, in una mugolante ansima di contrizione. Altri tremendi rintocchi s'udranno intanto, a cui dalla chiesa risponderà il rombo dell'organo e il coro dei divoti: e dal portale della chiesa apparirà, spettrale, un altissimo prete in cappa e stola, che reggerà alto con tutt’e due le braccia il Signore della Nave: grande macabro Crocifisso insanguinato. Due chierici, anch’essi spettrali, gli staranno ai lati; altri due, inginocchiati davanti, agiteranno i turiboli, tutta la folla, sempre ansimando, gemendo, mugolando, cadrà in ginocchi e si darà pugni rintronanti sul petto. Il prete lentamente scenderà la cordonata, seguito dai divo ti oranti e d altri chierici che recheranno alti su neri bastoncelli dei lampioncini accesi, e aprirà la processione, attraversando il palcoscenico e poi sul ponticello la sala.

Dietro al Crocifisso molti andranno barcollanti e non cesseranno di picchiarsi il petto e di piangere e gemere a mano a mano più forte; altri, non riuscendo a levarsi in piedi, resteranno accosciati sul palcoscenico come bestie ferite, barbugliando: “Mea culpa! Mea culpa! Cristo perdonaci! Cristo, pietà! ”. Allora il giovane pedagogo, rimasto col signor Lavaccara sul palcoscenico, tutti e due come basiti, si leverà gradatamente e additando al compagno la tragica processione, dirà:

IL GIOVANE PEDAGOGO. No, no, vede? Piangono, piangono! Si sono ubriacati, si sono imbestiati; ma eccoli qua ora che piangono dietro al loro Cristo insanguinato! E vuole una tragedia più tragedia di questa? La processione scomparirà dalla sala…

CICO (nel silenzio). La sua anima, appena uscita dal corpo, doveva comparire davanti alla Giustizia Divina. Non è comparsa. Che vuoi dire? Non c'è giustizia divina. Non c'è nulla di là.

Pausa.

Addio chiesa, Monsignore! Addio fede!

Pausa.

LIA (nel silenzio, con una vocina chiara, in cui quasi sorride per troppo tremore l’angoscia d’una disperata necessità). Bisogna che Dio ci sia anche di là.

LUCIO (come trasfigurato in un impeto di commozione divina). Sì, Lia, c'è! Sorellina mia, c'è - si - ora sento che c'è - ci dev'essere, ci dev'essere - Si, Monsignore: ridare le ali a chi sono mancati i piedi per camminare sulla terra! - C'è! C'è! - Ora intendo e sento veramente la parola di Cristo: CARITÀ! Perché gli uomini non possono star tutti e sempre in piedi, Dio stesso vuole in terra la sua Casa, che prometta la vera vita di là; la sua Santa Casa, dove gli stanchi e i miseri e i deboli si possano inginocchiare, e tutti i dolori e tutte le superbie inginocchiare! Ecco,monsignore, così,

s’inginocchia

davanti a Lei, ora che mi sento degno di nuovo di rindossar l'abito per il divino sacrificio di Cristo e per la fede degli altri!

MONSIGNORE (chinandosi e posandogli le mani sul capo). Figlio mio benedetto, ecco che Dio dalla mente ti ridiscende nel cuore!

DEODATA (gioiosa e stupita). Rindossa l'abito?

CICO (quasi feroce). Ma il fatto? ma il fatto?

MONSIGNORE (ancora curvo su Lucio). Che fatto?

CICO. Di lui su, che ritornato in vita, non sa nulla di là?

MONSIGNORE. E chi t'ha detto che Dio conceda di sapere a chi ritorna di là? Tu devi credere e non sapere!

LUCIO (rialzandosi). In Dio non si muore!