Per le misteriose vie dell'editoria clandestina russa, è giunta a noi questa preghiera in versi di un grande scrittore russo (premio Nobel 1971). Chi ha letto ‘Il primo cerchio’ o ‘Divisione cancro’ non si sorprenderà: la ferma spiritualità che governa quei libri ritorna limpida in questi versi.

 

SOLZENICYN ALEKSANDR J. (1918)

 

La preghiera

Com'è facile vivere con Te, Signore!

Com'è facile credere in Te!

Quando il mio intelletto confuso

si ritira o viene meno,

quando gli uomini più intelligenti

non vedono al di là di questa sera

e non sanno che fare domani,

Tu mi concedi la chiara certezza

che esisti e ti preoccupi

perché non vengano sbarrate

tutte le vie che portano al bene.

Sulla cresta della gloria terrena

io mi volto indietro stupito

a guardare la strada percorsa

dalla disperazione a questo punto

donde fu dato a me comunicare

all'Umanità un riflesso, dei Tuoi raggi.

Dammi quanto m'è necessario

perché continui a rifletterli.

E per quello che non riesco a fare,

so che Tu hai destinato

altri a compierlo.



Teilhard era censurato e giudicato sfavorevolmente da decenni. Tra i censori gesuiti figuravano Charles Boyer, un francese santo e determinato, Edouard Dhanis, un belga coraggioso e integerrimo, nonché l'uomo forte fra i teologi gesuiti del pre-Concilio, l'uomo che aveva redatto la dottrina del Corpo Mistico di Cristo per Pio XII, Sebastian Tromp. Questi illustri teologi controllavano la teologia cattolica romana prima del Concilio Vaticano II ed erano molto influenti; se avessero considerato Teilhard de Chardin eretico, il generale dei Gesuiti avrebbe avallato il loro giudizio.

Teilhard fu convocato a Roma dal suo superiore generale nell' ottobre del 1948 per ricevere il verdetto dei censori: negativo. Nel migliore dei casi, i suoi scritti erano giudicati pericolosi; nel peggiore, erano ritenuti non ortodossi, eretici, contrari alla fede cattolica. Teilhard non poteva pubblicarli e non poteva neppure accettare eventuali inviti a insegnare a Parigi. Era distrutto; ogni speranza di pubblicare le sue opere era perduta per sempre. li vero lavoro della sua vita, non la sua scienza ma il suo pensiero religioso, non sarebbe mai stato conosciuto, mai letto. Lasciò Roma sconvolto.

Qualche mese dopo, a Parigi, Teilhard ricevette una lettera del padre generale, il quale diceva "no" a tutto: niente pubblicazioni su questioni riguardanti la religione; le sue due opere più importanti, Il fenomeno umano e L’ambiente divino, non sarebbero mai potute essere pubblicate; l'invito a tenere una serie di conferenze alla Columbia University di New York andava declinato; qualsiasi altra discussione pubblica filosofica, religiosa, teologica o spirituale da parte di Teilhard era vietata. Non c'era più speranza.

“Il mio superiore generale non vuole capire!”, esclamò Teilhard de Chardin parlando con un amico; a un altro scrisse: “Quelli di Roma vivono su un altro pianeta!”.