Nell'affresco narrativo e teatrale di questo scrittore italiano tutti i sentimenti, sacri o profani, vivono realtà drammatiche: procedono per perentorie affermazioni e negazioni, per luci ed ombre caravaggesche. Una coloritura che non manca alla poesia-meditazione che qui segue.

 

TESTORI GIOVANNI (1923-1993)

 

Per sempre

Do a te l'amore,

l'anima stanca,

il cuore;

ma questa macchia di sole

acre, dura,

quest'unzione amata,

bestemmiata,

segno del Cristo in me,

che non volevo,

la stringo e la consumo

sulla fronte:

è la mia piaga,

la spirocheta sacra

che m'impedisce libertà,

festa, perdono.

Marcisce nel suo grembo

il povero mio cranio.

Vecchio sono da sempre.

Mio padre era più giovane di me,

quando morì nel letto

rantolando in silenzio

come un antico santo

già beato.

Ne assunsi le parvenze,

non la fede, la forza

e la fatica.

Per te solo posso ingaggiare

quest'ultima partita

in cui Cristo,

prima di vincere e bruciare,

è chiamato a scendere,

giocare.