Turoldo, O sensi miei..., p. 292

Tutta la poesia religiosa di Padre Turoldo, Servo di Maria, ignora l'apologetica, lo scontato, il beatificante. La fede è per il poeta una quotidiana messa in dubbio, un ricominciare ogni giorno ab initio.

 

TUROLDO DAVID MARIA (1916-1992)

Potere tu perdonarci // Litania // Ancora obbligati a vivere

 

Potere tu perdonarci

Ma tu non avevi lacrime,

a noi invece era dato

piangere.

Questo, forse, ti ha sospinto tra noi?

Non ti apparteneva

il fiotto azzurro di queste

vene che pure

avevi scavato nella nostra carne.

Tu senza misteri,

tu senza il rischio di questa

esistenza sempre giocata

nell'incertezza del tempo defettibile,

nella continua paura

di non esistere.

Tu dovevi essere felice

e noi perduti.

Cosi sei venuto a cercare

i cibi delle tue creature maledette,

a farti

carne di peccato mentre ti donavi.

E ciò solo noi t'invidiamo: questo

potere tu perdonarci.

 

Litania

Perché tu sei un peso grave

perché è duro rispondere alla tua voce

e il tuo messaggio è desolante,

tu mi perdonerai.

 

Perché grande è la mia vita

debole il mio volere

penta la mia luce,

tu mi perdonerai.

 

Perché grande è il mio orgoglio

fondo il mio bisogno

orribile la mia storia,

tu mi perdonerai.

 

Perché, sono stanche le mie mani

di pregare, stanco il mio cuore

di perdonare; la mia bocca di benedire,

tu mi perdonerai.

 

Tu consacrerai le sue macchine, il suo sudore,

tu solo ancora guarderai alle sue donne

ai suoi bambini, darai pane e pace;

ma tu resterai dimenticato.

 

Ancora obbligati a vivere

Mi spreme invidia della tua sorte, Gesù,

come torchio sanguinante in nuova vendemmia;

questa è la mia settimana santa:

un tino colmo di uve fuori stagione.

Decisa è la pressura dei legni,

geme la vite, cigola il frantoio,

ma non mi è dato ancora morire

Tu invece ucciso, giovane.

Un doppio giro di stagione,

un messaggio breve:

“ Beato chi ha fame e sete,

beato colui che si perde... ”

ti ha consegnato subito a morte.

 

Noi siamo obbligati a vivere

e nessuno beve del nostro vino.

 

Cosa, Signore, ci resta ancora

per conquistare la tua morte?